Ecco il Cubo Festival 2014, cultura e sfide di giovani che ce l’hanno fatta
Cronaca - Arte, declinata in sei volti, e un messaggio da mandare ai ragazzi attraverso le storie di giovani che sono riusciti a trovare una propria strada. Questo è 'Cubo Festival', questo fine settimana a Ronciglione.
Cubo festival è una scommessa, nata dalla convinzione che la cultura sia il volto migliore che ogni città deve mostrare. A Ronciglione dal 5 all’8 dicembre, con un’anteprima per i ragazzi di scuole ieri. Quattro giornate per mostrare le sei faccie del Cubo.
Una scommessa che sostanzialmente è nata da una conversazione facebook tra Italo Leali (Tuscia in Jazz) e Alessandro Vettori (artista). Nel 2013 la prima edizione e quest’anno l’elevazione al quadrato. “Il prossimo anno che sarà la terza edizione, con esponente al Cubo, faremo un grande festival”, scherzano gli organizzatori.
Siamo andati a intervistarli, per capire cosa c’è dietro a questi 60 eventi apparecchiati sul tavolo di Ronciglione.
Come nasce il Cubo e che risultati avete raggiunto?
“Nasce dalla costatazione di un dato di fatto, da una riflessione fatta su Ronciglione ma crediamo possa andare bene per gran parte delle città di provincia italiane. In questo paese, che è il nostro paese, la cultura è sempre stata organizzata da gente che nella vita fa altro. In buona sostanza ci siamo ritrovati per anni a vederci spacciare delle sagre per eventi culturali. Una cosa indigeribile, soprattutto alla luce del fatto che a Ronciglione vivono tanti operatori culturali. Proprio partendo da loro, da queste eccellenze del territorio, abbiamo deciso di aprire questa sfida”.
E i risultati?
“Se parli di numeri possiamo dire che la prima edizione è andata bene. Ma non è tanto la faccenda dei numeri che ci interessa, perché crediamo siano megli dieci persone interessate che cento che vengono a bivaccare o a fare lo struscio. Per scelta non abbiamo situazioni mangereccie dentro al Cubo. Fatto salva la domenica al castello, ma lì è una questione di garantire il benessere degli interveuti. Per il resto crediamo che un festival debba pensare agli eventi culturali e non al ristoro. Quello lo fanno già bene i tanti ristoratori, bar e pizzerie di Ronciglione, lasciamo lavorare loro. In maniera che il Cubo abbia un impatto reale sull’economia del territorio”.
Cosa c’è dentro questo festival?
Ci sono grandi nomi. Siamo riusciti a portare scrittori come Erri De Luca, ma anche lo strepitoso teatro di Giobbe Covatta e il giornalista Antonio Polito. Ma soprattutto ci sono le storie che vogliamo raccontare. Storie di giovani del nostro territorio che hanno creduto in quello che sognano e ora hanno un mestiere. Quanti di voi sanno di Giulia Selvaggini? E’ una giovane di Ronciglione la cui clip è finita dentro lo stupendo lavoro di Salvatores ‘Italy in a day’. Una storia simile a quella di tanti ragazzi italiani che, a un certo punto, trova un percorso felice. E’ questo delle storie, e del fare esprimere gli artisti del nostro territorio, l’aspetto a cui forse teniamo di più”.
Domenica 7 dicembre c’è anche l’arte di strada dedicata a Fellini. Di che si tratta?
“Una roba molto colorata e anche parecchio rumorosa. Giocolieri, attori, musicisti e artisti, renderanno il borgo di Ronciglione un grande palcoscenico. Partenza alle 10,30 dall’arco per arrivare al castello. Perderla sarebbe un delitto”.