Presentato a Vetralla il libro “Te lo dico pianissimo” dello scrittore Sante Paolacci

Presentato a Vetralla il libro “Te lo dico pianissimo” dello scrittore Sante Paolacci

Homepage - VETRALLA- Ieri pomeriggio a Palazzo Piatti a Vetralla, la presentazione del libro "Te lo dico pianissimo" dello scrittore vetrallese Sante Paolacci, autobiografia del più famoso agente cinematografico italiano Pino Pellegrino

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VETRALLA- Ieri pomeriggio a Vetralla, la presentazione del libro “Te lo dico pianissimo” dello scrittore  Sante Paolacci edito da Castevecchi Editore. In scena, nella splendida cornice di Palazzo Piatti, il racconto dell’autobiografia del più famoso agente cinematografico e casting director Pino Pellegrino, premiato nel 2014 per la prima volta nella categoria, con il Nastro d’Argento. 

Dopo la prima romana raggiunta da grandi nomi del cinema e della televisione italiana, il focus sul racconto di questa vita densa di emozioni e verità, si rimpicciolisce e arriva a Vetralla. Ma ci si accorge ben presto che di piccolo c’è ben poco in questa storia. Grande affluenza di pubblico in un set a cielo aperto come Palazzo Piatti. “Le fate ignoranti” di Ozpetek si sarebbero sentite molto a loro agio in un luogo così. 

C’è un grande talento nella stesura del racconto, c’è una vita avventurosa da scoprire, c’è un’ eterna ma feroce storia d’amore che tiene incollato il lettore fino all’ultima riga. La storia che racconta Paolacci non è la classica vita patinata di uno dei più grandi nomi del cinema italiano partito da un piccolo paese della Sicilia e arrivato a Roma a godere delle bellezze  della Dolce Vita con 50 mila lire in tasca e l’incertezza del domani, è la storia di un amore forte, improvviso, travolgente che si intreccia con la nascita di una carriera nata da una scommessa, da un “proviamo”, da una passione che aveva messo delle piccole ma salde radici già nei primissimi anni dell’adolescenza di Pino Pellegrino.

” Io credo che nella vita sia tutto scritto. La mia è stata un’esistenza fatta di incontri fortunati, di angoli girati dal lato giusto. Se non è scritto  non succederà”. Queste le parole di Pellegrino mentre, con un filo di pudore, racconta le prime esperienze che lo hanno portato a suonare alle porte giuste e a tentare di vivere di cinema. Incontri fortunati certo, contatti giusti al momento giusto, ma anche una grande caparbietà che non si è piegata nemmeno ai grandi dolori che la vita ci mette sulla strada. 

Questo libro è un continuo catapultarsi nelle serate mondane della Roma bene degli anni 70 e un tornare velocemente, nel giro di una pagina, all’oggi, all’immediato dove bisogna fare i conti con un passato che è sempre lì, ma che va accettato per quello che è. Un treno che è passato veloce, ma che ha fatto scendere alla prima stazione l’amore di una vita che ancora brucia come una ferita aperta. 

E poi ci sono i nomi , i grandi nomi del cinema che fin da bambini ci lasciano a bocca aperta: Federico Fellini, Franco Zeffirelli, Ferzan Ozpetek, Moana Pozzi, Rita Pavone. E proprio da lei arriva l’idea del titolo che ricorda una frase della celebre canzone. 

“Perché ha scelto Sante Paolacci per scrivere questo libro?”- “Perché é stato tenace e non ha mollato quello che alcuni avevano reputato troppo complicato. E non parlo della storia, che non è stata minimamente modificata, ma del gestire me che sono da sempre un perfezionista e un pignolo”.  Stupisce il candore di questa affermazione di se di un grande del cinema italiano che poteva crogiolarsi nel suo ego e che invece, ha messo nelle mani di un giovane scrittore esordiente la sua storia.

Un velo di commozione nel ricordare il fratello di Pellegrino scomparso lo scorso anno a cui è dedicato il libro, la preoccupazione di raccontare senza veli la normalità di un amore omosessuale che, nelle pagine di questo libro, si dipinge come un’esperienza totalizzante che getta nello sconforto quando arriva la fine, ma che lascia la sensazione di eterno. Paolacci rende possibile anche solo il pensiero di una storia apparentemente impossibile. La rende eterna, oltre il tempo e oltre i fatti della vita. Paolacci racconta a chiare lettere che il “per sempre esiste”.

“A volte vorrei chiudere tutto, buttare tutto all’aria e finalmente riposarmi, ma alla fine credo che morirò leggendo un copione” ride Pino Pellegrino. Una vita dedicata a scegliere i volti giusti, a fare attenzioni alle smorfie e alle imperfezioni umane, a renderle uniche e accessibili a tutti. Una vita piena che ha trovato nella mani di Sante Paolacci la giusta cornice per essere donata a qualunque pubblico.

 

 

 

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