Un caffè insieme – Perché questa fede è necessaria?

Un caffè insieme – Perché questa fede è necessaria?

Rubriche - Carissimi lettori, oggi vorrei riflettere con voi su una particolare domanda: perché è così importante credere nella fede? La credenza nella vita dopo la morte ha sempre fatto parte degli insegnamenti di tutti i profeti. Ogni profeta ha chiesto ai suoi seguaci di crederci.

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Carissimi lettori, oggi vorrei riflettere con voi su una particolare domanda: perché è così importante credere nella fede? La credenza nella vita dopo la morte ha sempre fatto parte degli insegnamenti di tutti i profeti. Ogni profeta ha chiesto ai suoi seguaci di crederci.

Tale credenza è sempre stata un punto essenziale della fede islamica. Nella vostra vita di tutti i giorni, ogni volta che vi si domanda di fare qualcosa voi pensate immediatamente: a che cosa serve e cosa rischio se non lo faccio? È nella natura stessa dell’uomo. Egli considera istintivamente come inutile un’azione di cui non vede la necessità. Non desiderate mai di perdere il vostro tempo e la vostra energia, facendo un lavoro inutile e improduttivo. Egualmente, non fate mai degli sforzi per evitare una cosa inoffensiva. Come regola generale, più siete convinti dell’utilitá di qualcosa, più la vostra risposta sarà decisa; più voi dubitate della sua efficacia, più il vostro atteggiamento sarà esitante.

Se riflettete un pochino di più, arriverete alla conclusione che la fede nella vita futura è un fattore determinante ed essenziale nella vita dell’uomo. Il fatto di crederci o di non crederci determina tutto il corso della vita e la linea di comportamento. Un uomo che veda il successo o il fallimento esclusivamente nei limiti dell’esistenza terrena, non si preoccuperà di nient’altro che di ottenere il massimo godimento e di evitare i lati negativi della vita. Non avrà desiderio di fare delle buone azioni perché non avrà la speranza di ricavarne dei vantaggi su questa terra, né avrà desiderio di evitare le cattive azioni finché esse non siano pregiudizievoli ai suoi interessi in questo mondo.

Invece, un uomo che crede nella vita ultraterrena in un altro mondo e che è fermamente convinto delle conseguenze finali delle sue azioni, considererà i guadagni o le perdite di questo mondo come cose temporanee e transitorie ed in questo spirito non metterà a repentaglio la sua salute eterna per un profitto passeggero.

Egli considererà le cose in una prospettiva più ampia ed avrà sempre sott’occhio quanto può guadagnare o perdere nell’eternità. Farà il bene, ad ogni costo, quale che sia il prezzo che egli debba pagare in questa vita e quale che sia il danno che possa derivarne ai suoi interessi immediati. Eviterà il male, quale che sia l’attrazione che esso esercita su di lui. Giudicherà le cose dal punto di vista delle conseguenze che esse hanno nell’eternità e non si lascerà vincere né dagli impulsi nei dai capricci.

Esiste, dunque, una radicale differenza tra le concezioni che della vita si fanno un credente in un miscredente. L’uno ha del bene un’idea che non esce dal quadro dei benefici immediati che egli possa ricavare in questa vita provvisoria :danaro, beni materiali, celebrità ed altre cose simili che gli danno una posizione, la potenza, la gloria in questo mondo. Queste cose costituiscono il suo unico obiettivo nella vita. La soddisfazione dei desideri e la riuscita personale diventano l’alfa e l’omega della sua esistenza. Egli non esita a ricorrere a mezzi malvagi ed ingiusti per arrivarci.

Il credente concepisce il bene e il male in modo del tutto differente. Per il credente è bene tutto ciò che piace ad Dio ed è male tutto quello che provoca il Suo scontento e la Sua collera. Una buona azione, secondo lui, resterà buona, anche se da essa non ricaverà nulla dei suoi beni terreni o sarà lesiva dei suoi interessi personali. Egli ha la persuasione che il Signore lo ricompenserà nella vita eterna e che quello è il vero successo.

Egli non soccomberà alle cattive azioni semplicemente per trovare un profitto in questa vita, perché sa che se riesce a schivare il castigo in questa sua vita terrena, che è molto breve per quanto possa apparire lunga, sarà perdente alla fine e non sarà capace di evitare il castigo del Tribunale di Dio . Egli non crede nella relatività della morale, ma si attiene alle norme assolute rilevate da Dio e vive in conformità ad esse , senza tenere in considerazione quello che può perdere o guadagnare in questo mondo.

In tal modo è il fatto di credere o di non credere nella vita terrena è eterna che mette l’uomo su strade diverse in questa vita

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