Furbetti del cartellino, ma possibile che nessuno si sia accorto che in 23 non lavoravano? La riflessione scomoda de La Fune

Furbetti del cartellino, ma possibile che nessuno si sia accorto che in 23 non lavoravano? La riflessione scomoda de La Fune

Editoriali - La cosa su cui invitiamo a riflettere è questa: possibile che nessuno se ne sia accorto? Come è possibile? Non c'è nessuno che monitora l'avanzamento dei lavori? Si potrebbe essere tentati a fare questa valutazione: in 23 sono pagati per fare un determinato lavoro, non lo fanno e non balza all'occhio. Ma non è che queste 23 persone non sono poi così necessarie?

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Gente che timbra il cartellino e poi va a fare la spesa. Altra che passa il badge dei colleghi che se ne sono rimasti comodamente a casa o stanno in qualche parte del mondo a farsi gli affari propri. C’è anche chi ha ben pensato di assistere a una recita di Natale.

La notizia regina di questi giorni mette sotto la lente la Asl di Viterbo. 23 avvisi di conclusione indagini-di garanzia e accuse pesanti per falso e truffa ai danni della sanità pubblica. L’inchiesta della Procura di Viterbo ha fatto emergere uno scandalo pesante, roba indegna. Soprattutto in questi anni difficili per tanti. Anni di disoccupazione, di giovani costretti a quarant’anni a rimanere a casa con mamma e papà, rinunciando all’idea di farsi una famiglia. Vedendosi negata la possibilità di essere indipendenti economicamente.

E mentre una parte della nostra società viaggia su questo triste binario c’è chi ha un lavoro e si permette di non andarci. Un’offesa, uno schiaffo a chi se la passa male. Ma anche chi lavora ha diritto pieno a indignarsi, a saltare dalla sedia a battere i pugni sul tavolo. Chi alla fine dell’anno vede buona parte di quanto incassato svanire in tassazione, con percentuali che richiamano alla mente lo sceriffo di Nottingham.

Tasse pagate anche per garantire lo stipendio ai 23 che timbravano il cartellino e andavano a fare la spesa, alla recita di Natale o rimanevano magari a casa a riscaldare il cuscino. Sogni d’oro, sogni beati per gente garantita e spregiudicata.

Ma quanto accaduto alla Asl, va precisato che l’azienda ha collaborato alle indagini e condannato duramente quanto successo, apre una serie di riflessioni che riteniamo importanti.

Nella Asl di Viterbo, questo hanno accertato le indagini della Procura e il tutto finirà in tribunale (a cui spetta l’ultima parola sul tutto), c’erano 23 persone che non lavoravano. Venivano pagate per non lavorare, almeno non quanto avrebbero dovuto. La cosa su cui invitiamo a riflettere è questa: possibile che nessuno se ne sia accorto? Come è possibile? Non c’è nessuno che monitora l’avanzamento dei lavori? Si potrebbe essere tentati a fare questa valutazione: in 23 sono pagati per fare un determinato lavoro, non lo fanno e non balza all’occhio. Ma non è che queste 23 persone non sono poi così necessarie? Non è che c’è un eccesso di personale. Un eccesso talmente grande che anche se in 23 non lavorano nessuno se ne rende conto?

Questa ci sembra la questione centrale, che suggerisce riflessioni e indagini approfondite su come funziona il lavoro nella Asl di Viterbo. Le persone assunte portano tutte avanti mansioni reali? E’ importante appurarlo perché gli assunti sono pagati con i soldi, sudati, dei cittadini. Perché se fosse possibile risparmiare qualche stipendio magari si avrebbero più soldi per altro, per migliorare servizi ai cittadini carenti e sviluppare azioni più utili.

Foto Fisioterapy Center

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