Palazzo dei Priori e la spallata tanto strombettata che non c’è

Palazzo dei Priori e la spallata tanto strombettata che non c’è

Homepage - VITERBO - Doveva essere la fine del mondo o almeno di quello frontiniano. Questo secondo la sceneggiatura che qualcuno avrebbe deciso di rappresentare a Palazzo dei Priori, sul palcoscenico della Sala d'Ercole, sul finire del 2023. "Niente panettone per Chiara Frontini" sarebbe stato il motto ma poi qualcosa si sarebbe inceppato. 

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VITERBO – Doveva essere la fine del mondo o almeno di quello frontiniano. Questo secondo la sceneggiatura che qualcuno avrebbe deciso di rappresentare a Palazzo dei Priori, sul palcoscenico della Sala d’Ercole, sul finire del 2023. “Niente panettone per Chiara Frontini” sarebbe stato il motto ma poi qualcosa si sarebbe inceppato. 

La fuga in massa dai banchi della maggioranza di consiglieri alle parole di Marco Bruzziches non è scattata. La “questione morale” non si è accesa davanti al riferire dello stesso Bruzziches di minacce arrivate a lui e famiglia. Anche perché se ci sono state minacce, se ci sono stati reati è un qualcosa che va deciso dalla magistratura. Sarebbe grave se la politica si andasse a sostituire all’altro potere democratico incaricato di vigilare sul rispetto delle regole e dei diritti inscenando, magari in un consiglio comunale, una condanna sommaria e poco informata. 

E infatti i politici sono rimasti al loro posto, facendo il proprio lavoro. E la “questione morale” da porre, da usare come leva per cercare di scardinare la maggioranza, è il grande tema di chi auspica la caduta anticipata dell’amministrazione Frontini. Una questione, quella della caduta che in diversi vorrebbero costruire, che non ha a che fare solo con Palazzo dei Priori ma anche e soprattutto in questo momento con Palazzo Gentili. Il 17 marzo infatti si va al rinnovo del consiglio provinciale e il centrodestra ha bisogno di “fare fuori” l’amministrazione Frontini (che ha voti pesanti per il rinnovo del consiglio e che andrà a eleggere almeno un paio di consiglieri con una propria lista che appare scontata) per “buttare giù” Alessandro Romoli e prendere il controllo della Provincia. 

Non potendo smantellare politicamente la maggioranza che ha numeri granitici si cerca un grimaldello per mandare nel panico gli inesperti e senza pelo sullo stomaco consiglieri di maggioranza. E il grimaldello individuato, agli osservatori più attenti non sarà sfuggito, è la “questione morale”. Da porre, da enfatizzare, da costruire e da instillare come dubbio tra gli uomini della maggioranza sperando che funzioni da zizzania. 

E’ questa l’unica arma del centrodestra per prendere la Provincia, altrimenti dovranno assistere a un allargamento di potere del nuovo mondo politico di Chiara Frontini che andrebbe ad aumentare da qui a breve la propria influenza anche in via Saffi. Ragione per cui da qui a marzo ne vedremo delle belle. Intanto il fatto politico che tutti attendono è la costituzione da parte di Marco Bruzziches, alfiere del tentativo di spallata politica in atto, del gruppo Viterbo Cambia. Una volta costituito bisognerà vedere se davvero Letizia Chiatti valicherà anche in sala d’Ercole il Rubicone e se con lei passeranno anche altri. Il confine tra la spallata e la figura barbina è sottile in questo caso. 

Non sappiamo perché ma, per uno strano intreccio del destino, il nome Viterbo Cambia rievoca il motto mariniano usato dal centrodestra nella campagna elettorale che puntava al Marini Bis. Suonava così: “per cambiare non cambiare”. Quando si dice corsi e ricorsi storici. 

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