Viterbo città di performer, il misterioso “artista” in Questura ha raccontato la sua verità

Viterbo città di performer, il misterioso “artista” in Questura ha raccontato la sua verità

Homepage - EDITORIALE - Al momento non si sa nulla su di lui. Forse è uno di quelli alla Banksy che vuole nascondere la propria identità reale, anche se nel caso Banksy l'identità artistica risulta sempre evidente e in qualche modo le opere rivendicate pubblicamente. Il performer viterbese è diverso anche in questo.

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EDITORIALE – Ti risvegli una mattina e scopri che il capoluogo della Tuscia è una città di performer. Fino al giorno prima mai un’installazione, niente di confezionato per colpire e stimolare la sensibilità altrui, magari anche provocarla. Niente, calma piatta. Poi all’improvviso “il miracolo”, spunta fuori dal nulla il performer. 

Al momento non si sa nulla su di lui. Forse è uno di quelli alla Banksy che vuole nascondere la propria identità reale, anche se nel caso Banksy l’identità artistica risulta sempre evidente e in qualche modo le opere rivendicate pubblicamente. Il performer viterbese è diverso anche in questo. La sua identità è sconosciuta, si sa solo il nome del suo legale. 

Sì perché il performer viterbese già all’inizio della sua carriera (non conoscendone l’identità né la firma artistica non siamo in grado di capire se abbia un curriculum di performer o meno ma a giudicare dal risultato deve essere stato quello di via Garibaldi il debutto) è destinato a diventare più famoso per la sua “sfiga intergalattica” che per la capacità di emozionare gli animi di chi assiste alle sue performance. 

Infatti nel suo intento dichiarato ai giornali (tramite il legale) e in Questura di portare al centro una riflessione sul corteggiamento nell’era dei social eccetera … è andato a performare proprio sulla macchina del primo cittadino Chiara Frontini. Una sfiga pazzesca che ha generato un vero e proprio “casino”, con tanto di preoccupazione della diretta interessata e onda di solidarietà da parte di tutti. In molti casi c’è stato anche sdegno per un’azione ritenuta sessista. 

Ora il performer ha dichiarato che vorrebbe, per scusarsi, regalare una sua opera alla sindaca. Quello che non capiamo è perché non uscire allo scoperto. Un artista avrebbe mostrato il suo volto, avrebbe reso pubblico il proprio nome. Non avrebbe avuto, in qualche modo, il bisogno di nascondersi. 

Comunque gli inquirenti stanno indagando e hanno acquisito le dichiarazioni del performer. Da quello che abbiamo letto su altri giornali cittadini e dichiarato dall’avvocato di quello che si dichiara un’artista ci sarebbe stato uno scambio di macchina e la performance nelle intenzioni dell’uomo avrebbe dovuto avere come base l’auto di un’amica con “cui il giorno dopo si sarebbe fatto una risata”. 

Ovviamente questi sono i primi riscontri da fare, seguendo semplicemente la logica. Il performer deve avere un’amica che vive nei pressi di via Garibaldi e ha una macchina dello stesso modello e colore di quella della sindaca. Fatto questo che già aiuterebbe a convincersi dello scambio d’auto. Poi se un qualcuno si dichiara performer dovrebbe avere uno storico, in assenza del quale diventa difficile accettare la definizione. 

Tutti aspetti e sfaccettature che sono al centro delle indagini e che avranno il loro peso nelle valutazioni che sarà chiamato a fare chi sta trattando il caso. Tutti comunque, a questo punto, hanno una curiosità, vogliono sapere chi è il performer e non capiscono perché un artista non voglia rendere pubblica la propria identità dopo un fatto che intende derubricare come performance. 

Per qualsiasi cosa invitiamo il performer a contattarci all’indirizzo email lafune.giornale.viterbo@gmail.com

Foto Fisioterapy Center

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