Il “mostro” Cavini, la “sugosità” dello scandalo e il sonno della ragione

Il “mostro” Cavini, la “sugosità” dello scandalo e il sonno della ragione

Homepage - Esiste una registrazione, che nessuno ha ascoltato davvero, fatta durante una cena a casa del consigliere uscito dalla maggioranza. Esiste un'indagine della Procura, che tutti sono tenuti a rispettare, non ancora chiusa.

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EDITORIALE – Un consigliere comunale dichiara metodi minacciosi-intimidatori nella compagine politica di appartenenza e ne esce. Anche un altro consigliere esce dalla maggioranza, ma per diverse visioni politiche e non fa menzione dell’esistenza di metodi minacciosi-intimidatori. Altri 18 consiglieri di maggioranza non dicono nulla, qualcuno parla e dice di non averli riscontrati. Otto assessori (facciamo sette visto che Sgarbi non c’è mai), che poi gestiscono un discreto potere, non fanno menzione dell’esistenza di metodi minacciosi-intimidatori. 

I giornali, facendo il loro lavoro, raccontano il fatto. Qualcuno, cercando probabilmente i clic e nuovi seguaci, ricama un po’ sopra (ci sta). Rifacciamo i conti: un consigliere parla di metodi minacciosi-intimidatori dentro la maggioranza Frontini mentre una consigliera (anche lei in disaccordo politico e uscita dalla maggioranza) parla solo di divergenze politiche e non di metodi minacciosi-intimidatori e 18 consiglieri di maggioranza non dicono nulla o se si esprimono dicono di non poterne, nel loro vissuto, constatarne l’esistenza. Aggiungiamo che nessuno degli 8-7 assessori riscontra l’esistenza di metodi minacciosi-intimidatori. 

Esiste una registrazione, che nessuno ha ascoltato davvero, fatta durante una cena a casa del consigliere uscito dalla maggioranza. Esiste un’indagine della Procura, che tutti sono tenuti a rispettare, non ancora chiusa. Esiste un comunicato stampa dove il consigliere, che ha giustamente denunciato perché si è sentito minacciato, rivela poche righe di un incontro che si è ragionevolmente svolto in due-tre ore.

Esiste un’opportunità politica per chi magari immagina di mettere fine all’amministrazione Frontini per legittimo tornaconto politico-personale (l’astinenza da potere non è una roba che tutti tollerano senza metadone). Esiste la conseguente opportunità tattica di montare un caso, di sbattere in prima pagina “il mostro” e di spingere sull’acceleratore per costruire l’identicità “mostro”-“mostra” (sull’onda del popolare “chi si somiglia si piglia”). Esistono un po’ di truppe cammellate per fomentare la faccenda. Esiste una certa dose di ignoranza generale su cui si è sicuri di poter contare per fare leva. Affinché tutto questo diventi la verità però deve esistere un altro fondamentale ingrediente: il sonno della ragione. 

Foto Fisioterapy Center

 

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