Attacco sessista a Chiara Frontini, un episodio inquietante con una regia curata nel dettaglio

Attacco sessista a Chiara Frontini, un episodio inquietante con una regia curata nel dettaglio

Editoriali - EDITORIALE - La prima cosa che salta all'occhio, perché evidente, è che l'atto "vandalico" rivolto alla macchina della sindaca di Viterbo Chiara Frontini è un qualcosa di curato nei dettagli. 

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EDITORIALE – La prima cosa che salta all’occhio, perché evidente, è che l’atto “vandalico” rivolto alla macchina della sindaca di Viterbo Chiara Frontini è un qualcosa di curato nei dettagli. 

C’è una regia che ha prima immaginato tutto e poi l’ha realizzato. Tutti quegli elementi e la riproduzione di una scena di sesso in macchina non è infatti una goliardata che improvvisi sulla prima auto che trovi durante una sera di “bisboccia”. No. 

Così come non può essere stata casualità la scelta della macchina. Con una città intera a disposizione, tra l’altro una città piena di veicoli, come fai per caso a “beccare” proprio l’auto del sindaco? Più probabile vincere la lotteria Italia. 

Quindi chi ha realizzato questo gesto sapeva esattamente che quella è la macchina di Chiara Frontini, sapeva che l’avrebbe trovata lì dove era e che avrebbe avuto il tempo per applicare fogli di giornale sui vetri, cartellino “non disturbare” sulle portiere e poi aggiungere le scarpe col tacco lato guidatore (dove appunto si trova la Frontini quando usa l’auto) con tanto di perizoma rosso e scarpe da ginnastica da uomo lato passeggero. 

L’episodio, se ci si sofferma bene a ragionare, ha diversi aspetti inquietanti. La domanda regina è: quali intenzioni ha l’autore del gesto?

Mettere paura alla sindaca dicendo che possono raggiungerla nella sua intimità? Insultarla e cercare di renderla “uno zimbello” con un vecchio trucchetto troppo spesso utilizzato da “talebani” senza scrupoli quando a esercitare un ruolo o un potere è una donna? Colpirla semplicemente con un qualcosa di forte e di piuttosto inquietante per intimorirla, minarne la sicurezza, riempirla di paura e magari indebolirla nell’esercizio delle sue funzioni danneggiandola psicologicamente?

Una cosa, seguendo la logica e l’intelligenza pratica, è evidente. Chi ha realizzato quella messa in scena è qualcuno che ha un obiettivo. Che ha una mentalità che funziona su logiche mafiose e subdole, che ha agito sapendo esattamente chi andava a colpire e non lo ha fatto per farsi una risata. La questione insomma è piuttosto seria, tanto che le forze di polizia hanno chiesto anche l’intervento della scientifica. 

Una cosa è certa e probabilmente chi ha agito ha sottovalutato questo aspetto: la città e in modo particolare il centro storico sono pieni di telecamere. Quindi è altamente probabile che nel giro di qualche giorno l’autore del gesto avrà un nome e un cognome. 

Foto Fisioterapy Center

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