Pedonalizzazione del centro storico: fermare gli agitatori, salvare Viterbo

Pedonalizzazione del centro storico: fermare gli agitatori, salvare Viterbo

Editoriali - EDITORIALE - Tutto va fatto con sale in zucca, non potrà essere diversamente per la pedonalizzazione del centro storico. Un passo che arriva con decenni di ritardo e che probabilmente è una delle cause dello sprofondo in cui è finita la parte di città dentro le mura. Palazzo dei Priori, questa volta, è deciso a non rimanere fermo. 

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Saggini costruzioniEDITORIALE – Tutto va fatto con sale in zucca, non potrà essere diversamente per la pedonalizzazione del centro storico. Un passo che arriva con decenni di ritardo, che probabilmente è una delle cause dello sprofondo in cui è finita la parte di città dentro le mura. Palazzo dei Priori, questa volta, è deciso a non rimanere fermo. 

Il sindaco Frontini ha dato incarico ai suoi tecnici di studiare un progetto, di immaginare un’infrastruttura di varchi pronti a entrare in funzione a seconda di quelle che saranno individuate come le esigenze. Ci saranno, come nelle altre città, ore in cui sarà possibile circolare e altre in cui il traffico veicolare verrà interrotto perché utile alla circolazione delle persone. E diamo una notizia: sono le persone a spendere e no le auto. E la gente spende se vive una situazione positiva e non una realtà stressante e degradata. Anche perché ambienti curati e attraenti richiamano portafogli più pieni di posti abbandonati a se stessi dove tutto è permesso, anche parcheggiare in doppia fila davanti a un negozio. 

Per troppo tempo il tema della chiusura del centro è stato rinviato a data da destinarsi. Troppe le pressioni, le lamentele, le visioni arretrate. Se tutte le principali città del mondo occidentale sono andate in questa precisa direzione dovrà esserci una ragione e saranno pure stati ottenuti risultati positivi se nessuno è mai tornato indietro. 

Servirà tatto, fare attenzione, aiutare chi ha interesse nella partita come i commercianti. Chi amministra dovrà ascoltare la loro voce e prendere le idee buone. Dovrà anche tapparsi le orecchie e lasciare cadere le posizioni ideologiche sull’argomento, sfidando chi vuole imporre a Viterbo di vivere nella palude in cui si trova. Una melma prodotta da decenni di decisioni non prese. 

Chi scrive era presente in consiglio comunale quando più volte è andato in scena il teatrino di chi si oppone alla pedonalizzazione. Ha ascoltato urla, insulti, minacce tra i corridoi del Palazzo. Comportamenti terribili che hanno spinto sempre i sindaci di Viterbo a fermarsi, a fare marcia indietro. Un pugno di persone, con delle visioni obsolete, hanno più volte puntato talmente tanto i piedi da fermare tutto. E la cosa paradossale è che questo fermarsi non ha reso migliore la città ma l’ha peggiorata, degradata, fatta piegare sul proprio ombelico. 

Quando Frontini iniziò il suo mandato scrivemmo una lettera aperta dove le auguravamo di avere il coraggio di “governare contro la città” su temi chiave. Rinnoviamo quest’invito perché il “modello Viterbo” di centro storico non pedonalizzato ha fallito. Non ha prodotto niente ed è ora di cambiare strada. Con buona pace di chi vorrà strillare, aizzare, fare demagogia e altro. Un invito lo rivolgiamo anche alle opposizioni affinché sappiano resistere alla tentazione di diventare dei Masaniello agita-popolo. Non serve a niente quel tipo di politica, le elezioni sono lontane. Lavorino tutti per dare il progetto migliore possibile alla città, così che possa riuscire a vivere meglio come da decenni fanno tutte le altre. 

Foto Fisioterapy Center

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