Una preghiera per Viterbo, perché domani tornerà a essere una città

Una preghiera per Viterbo, perché domani tornerà a essere una città

Editoriali - Vale la pena andare via e poi tornare. Non per quelli che ci sono. Per quelli che c'erano e per quelli che ci saranno. La preghiera di Bruno Pagnanelli ai giovani viterbesi.

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Il mestiere del giornalista porta a incontrare persone, tante persone. Da quelle che stanno più in alto, si dice così, a quelle più comuni. Si ascoltano tante storie, si imparano a scrutare tanti occhi. Questo è un mestiere di ricerca, che ti entra dentro dagli sbagli, dalle ferite che si aprono, dagli incontri. Si dovrebbe leggere molto e cercare di avere una visione delle cose il più semplice possibile e quanto più centrata possibile sulla realtà.

Fare il giornalista in un luogo significa incazzarsi da morire per le mille storture, per le arroganze, le ruberie mascherate e tanto altro. Significa amare il posto dove si lavora. Sfrugugliando nel web abbiamo trovato una preghiera. L’ha scritta un viterbese, Bruno Pagnanelli, ai giovani viterbesi. Abbiamo deciso di dare forza a questa preghiera, leggete e capirete il perché. 

Una preghiera.
Mi inginocchio, di fronte a tutti voi e Vi prego/ Dal più piccolo dei bambini al più alto dei ragazzi./
Ho una cosa da chiedervi, dal profondo del cuore. / Una preghiera. / Vi prego, accendete la curiosità, fatela ardere, / tenetela viva, alimentatela con le storie che raccoglierete / servirà per un viaggio, quello di ritorno. / E poi… / Poi scappate. Voi che potete, scappate./ Fuggite da questo posto che oggi è solo cancrena, / scappate dalla città che muore o dallo stato che non funziona,
scappate./ Siamo ostaggi di pochi, di un giardino al Vaticano, /di promesse da marinaio, di miserabili infami/e di mazzette per avere ciò che è un diritto. / Ostaggi, senza alcuna possibilità di pagare riscatti. / E poi… / Leggete, viaggiate, confrontatevi col mondo, con altre intelligenze. Usate la curiosità, / non fidatevi, mai, / né di quello che leggete o che vi dicono o che v’insegnano. / Confrontate e verificate le informazioni. Non subitele. / E quando avrete finalmente imparato,
che non c’è una fine per smettere di imparare, / quando capirete come sostenere l’unica terra che possediamo / a quel punto, tornate a casa. / Tornateci. / Perché solo voi potrete. / Solo voi potrete cambiare le generazioni che verranno. / Solo voi. / Altrimenti saremo destinati a finire dietro marchette e contratti / dietro promesse e ricatti. A finire. / E questo posto ahimè, merita ancora di esser vissuto. / Ancora. / Lo merita. Non per quelli che ci sono. / Per quelli che c’erano e per quelli che ci saranno.

Foto Fisioterapy Center

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