La violenze sulle donne è una montagna di letame, il territorio fa muro e lancia ‘Non avere paura’

La violenze sulle donne è una montagna di letame, il territorio fa muro e lancia ‘Non avere paura’

Editoriali - Nel 2016, e siamo a metà anno, 41 casi di stalking segnalati e 51 di maltrattamenti tra le mura domestiche. A marzo l'apertura di uno sportello apposito al pronto soccorso di Belcolle, a cui hanno già bussato 21 donne. Il 2015 si era chiuso con 151 atti persecutori registrati, 130 casi di maltrattamento, 200 di lesioni volontarie in famiglia. Numeri che effettivamente gelano il sangue.

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Un’alleanza delle istituzioni, che mette in prima fila i sindaci della Tuscia, per contrastare e punire la violenza sulle donne. Oggi a Viterbo una giornata importante, un segnale forte, con la firma del protocollo d’intesa ‘Non avere paura’. Sono passati ormai diversi anni da quando ho avuto la possibilità, grazie a questo lavoro, di mettere piedi in un centro antiviolenza, una casa rifugio per donne maltrattate fisicamente e psicologicamente. Ricordo che in una stanza le volontarie avevano anche un burqua, simbolo di oppressione e sottomissione.

Le storie che mi raccontarono mi echeggiano nella mente ogni volta che sui tg nazionali girano le notizie dell’ennesimo caso di femminicidio. Il fenomeno è sommerso, si registra anche là dove non ti immagini di trovarlo. Colpisce trasversalmente, senza fare distinzioni di censo. Una vergogna umana, un malapianta che cresce nelle case, magari a due passi da dove stiamo camminando o prendendo un caffè. Ricordo la storia di una giovane privata di qualsiasi libertà economica, anche quella stupida di prendere un cappuccino al bar. Il marito ogni giorno le dava i soldi per la spesa, controllando maniacalmente poi la sera gli scontrini, per verificare che nessun centesimo fosse fuori posto. Mi sembrò impossibile, eppure così era.

Allarmanti i dati snocciolati durante l’incontro in prefettura, nella sala Coronas. A sottolineare la forza del gesto la presenza del sottosegretario all’Interno Giampiero Bocci e dell’assessore regionale Lucia Valente. Presenti i sostituti procuratori Paola Conti e Franco Pacifici, il direttore Asl Daniela Donetti, autorità, rappresentanti delle forze dell’ordine operanti sul territorio e sindaci.

Un muro, ma anche un avamposto. Contro le violenze di genere di ogni tipo, che purtroppo fanno registrare un crescendo. Cresce il numero delle vittime, ma c’è una parte del dato reale che non entra nelle statistiche. Per paura, appunto.

Nel 2016, e siamo a metà anno, 41 casi di stalking segnalati e 51 di maltrattamenti tra le mura domestiche. A marzo l’apertura di uno sportello apposito al pronto soccorso di Belcolle, a cui hanno già bussato 21 donne. Il 2015 si era chiuso con 151 atti persecutori registrati, 130 casi di maltrattamento, 200 di lesioni volontarie in famiglia. Numeri che effettivamente gelano il sangue.

La violenza spesso è subdola, non denunciata. Anche perché le donne spesso risultano fragili sul piano economico, per questioni legate alla mancanza di lavoro. E’ attiva sul territorio anche la rete delle associazioni, che fanno tanto. E la questura, negli ultimi due anni, ha avviato un progetto nelle scuole. Per portare la cultura del rispetto e della legalità.

La situazione nel Viterbese è preoccupante e il dato nazionale spaventa: ogni tre giorni una donna uccisa.

Foto Fisioterapy Center

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