La politica viterbese e quei “desaparesidos” chiamati giovani

La politica viterbese e quei “desaparesidos” chiamati giovani

Editoriali - Questo non può che essere un problema serio. Anche perché una volta che gli attuali "senior" non saranno più in condizione di riempire le sale per questioni di deambulazione e stordimento senile chi si piazzerà in platea a fare numero?

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Chi frequenta l’ambiente degli incontri organizzati dalla politica locale non avrà difficoltà ad ammettere un dato: non sono pervenuti under 30. Non è possibile trovarli in alcun modo, come se fossero lontani anni luce da questi mondi. E nella realtà sono proprio lontanissimi. A volte animati da apatia, altre da sfiducia e in ulteriori casi assenti per “risentimento” conclamato.

Risentimento verso un ceto politico che di fatto, discorso valido per i più “dinosauri” del mestiere, con le proprie lungimiranti politiche di gestione del territorio gli ha apparecchiato un futuro per il quale non “incazzarsi” (ci sia perdonato il termine) sarebbe poco intelligente.

Così nessuna realtà politica tradizionale mostra appeal di qualche tipo per le nuove generazioni. Se per certe sale si vede aggirarsi qualcuno della “generazione boh” è magari perché hanno deciso di pagarlo per spostare le sedie. Questo non può che essere un problema serio. Anche perché una volta che gli attuali “senior” non saranno più in condizione di riempire le sale per questioni di deambulazione e stordimento senile chi si piazzerà in platea a fare numero? Ai posteri l’ardua sentenza.

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