Fiocco Rosa- Federica Salomoni, scegliere di realizzare un progetto di vita a Viterbo

Fiocco Rosa- Federica Salomoni, scegliere di realizzare un progetto di vita a Viterbo

Fiocco Rosa - Federica Salomoni è la protagonista di Fiocco Rosa di oggi: proprietaria del negozio di fiori "Officina dei Fiori", ha scelto di realizzare il proprio progetto di vita e di lavoro in centro, a Viterbo. Ci ha raccontato la sua attività, il familiare affetto per i fiori, la scelta di chiudere un contratto a tempo indeterminato con un prestigioso fiorista romano, la scelta di vivere a Viterbo

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Officina dei Fiori è una piccola oasi profumata e felice in pieno centro storico, in una di quelle viuzze laterali non troppo piccole e forse un po’ troppo trafficate. Federica Salomoni è la proprietaria di questo negozio di fiori che di convenzionale non ha proprio nulla: il cortile antistante il negozio, i mille fiori ricercati al suo interno, gli oggetti di design che diventano parte essenziale, a volte anche piccolo teatro per rappresentazioni teatrali. 

Federica, sceglie anni fa Viterbo, sceglie di vivere in città e di andare a lavorare a Roma. Sceglie la tranquillità e trova il coraggio e l’ispirazione per realizzare quel sogno che “nel cassetto stava facendo la muffa”. Ci siamo fatti raccontare come è nata la sua attività e il suo amore per Viterbo.


Federica Salomoni, fiorista, commerciante, viterbese d’adozione. Ho messo in ordine queste tre affermazioni?

“Mmm vediamo, diciamo che cambierei l’ordine: sono viterbese d’adozione, fiorista e alla fine commerciante; d’altronde “ è successo tutto” a Viterbo in cui sono stata per la prima volta per una gita fuori porta 25 anni fa, per poi trasferirmici per studiare all’università della Tuscia e qui ho scelto di vivere ed è qui che torno quando parto.”

 Ho scritto commerciante perché hai un’attività di fiorista in centro. Ci racconti il perché di questa scelta e da dove ti è arrivata l’idea di aprire “Officina dei Fiori”?

“Officina dei Fiori è nata dopo un lungo percorso lavorativo di quasi 2 decenni che mi ha portata in giro per l’Italia per almeno una dozzina di anni. Gli ultimi facendo la pendolare tra Viterbo e Roma. Di punto in bianco ho detto basta, mi sono licenziata e mi sono presa un anno sabbatico. In piena crisi economica ho stracciato un contratto a tempo indeterminato in un atelier di arte floreale di alto livello e decisamente fuori dall’ordinario. Una follia secondo molti. In quel periodo ho declinato diverse proposte lavorative nel mio settore ed ero decisa a mettere un punto alla vita da fiorista, era come se si fosse rotto qualcosa, ma cosa? Comunque basta fiori. Questo succedeva a marzo. A settembre dello stesso anno ho deciso di aprire il negozio, i sogni nel cassetto si sa fanno la muffa

La scelta di aprire in centro storico è stata quasi naturale, è il cuore della città, ho visto solo un altro locale prima di “fermarmi” qui ed era a ridosso del centro. È stata una scelta istintuale ma non priva di mille perplessità visto che il centro dal centro di vista commerciale presenta mille e mille difficoltà

Il cortiletto in cui si affaccia ora Officina lo conoscevo bene, ci passavo spesso davanti e mi è sempre piaciuto. Sebbene fosse chiuso e spoglio pareva una piccola oasi nel traffico e poi è sotto la Basilica di san Francesco, la prima parte della città che ho visitato anni e anni fa e che in cui ho provato una sorta di déjà-vu

Tra mille composizioni di fiori raggruppate in una stanza, le tue creazioni si notano tra tutte. Ci racconti come è nato il tuo amore per i fiori e la tua esperienza lavorativa passata nella prestigiosa “Tulipani Bianchi” a Roma?

Beh intanto grazie, è bello sapere di avere un tratto così distintivo. “Il mio amore per i fiori viene da lontano, mia nonna aveva ed ha, anche se non riesce più a curarlo, un bellissimo giardino magnificamente fiorito. In casa varcato l’ingresso venivi accolto da un vaso sempre pieno di fiori, mia madre ha ereditato lo stesso gusto unito ad un amore per il design, io di conseguenza non ho potuto amare altro. A dire il vero non avevo mai nemmeno immaginato di fare la fiorista, da ragazzina sognavo di fare l’insegnante di matematica anche se sono da sempre affascinata dall’arte in ogni forma e che sono portata per le materie umanistiche !
È stato assolutamente un caso, ho iniziato da studentessa con un part time fortuito in un negozio di fiori a Viterbo ed è stata passione subito, i primi rudimenti, un pizzico di manualità e poi non lo so, non ho più potuto smettere di farmi inseguire e inseguire a mia volta questo lavoro per quanto fossi determinata a non farne la mia vita
Ho iniziato a seguire corsi professionali catapultandomi da una parte all’altra del centro Italia con due note scuole di arte floreale, ok la teoria ma avevo voglia di mettere le mani in pasta così ho lasciato l’università davvero e ho cominciato a cercare lavoro in negozi di fiori di un certo livello per poter mettere in pratica tutto quello che a livello teorico potevo aver imparato. Milano, Bologna, Roma, una capatina nella mia natia Perugia, la Puglia triangolo delle Bermude dei matrimoni e poi Roma di nuovo ma no, mancava qualcosa

Nel 2007 ho avuto la folgorazione al cinema guardando “Saturno contro” di Ferzan Ozpetek. Allora lavoravo in un piccolo negozio della capitale ma era lontano anni luce dall’atmosfera che si percepiva dalle scene con Isabella Ferrari. Sono rimasta fino all’ultimo dei titoli di coda ma nessun indizio su quel negozio.
Poi di punto in bianco mi sono dovuta fermare per una sindrome demielinizzante. Ho passato quasi un anno tra fisioterapia e attimi di paura e sconforto, mi sono rimessa in piedi e dopo qualche mese ho avuto voglia e necessità di tornare alla mia vita e alla mia passione per i fiori così ho risposto inviando il mio curriculum ad un anonimo annuncio online in cui si cercava un/a fiorista. Faccio una prova colloquio di qualche ora affaticata ma felice, il giorno dopo mi offrono un contratto. Negozio meraviglioso con un so che di familiare in una centralissima via romana. Il primo giorno di lavoro di punto in bianco ho un’epifania attraversando Piazza di Pietra per andare a prendere delle rose Avalance nel magazzino che si affacciava sulla piazza: Tulipani Bianchi era il negozio che mi aveva incantata al cinema ed io facevo parte del team. A distanza di anni penso ancora che se avessi saputo che era “quel” negozio non avrei mai inviato il curriculum

Franz Steiner, il titolare, è il mio mentore oltre che un buon amico, professionista di altissimo livello e uomo di grande sensibilità e gusto, umile come poche persone dotate di un talento smisurato e decisamente lontano dal gusto italiano; da lui ho imparato a guardare alla Natura come unico modello, a lavorare in modo semplice ma estremamente raffinato secondo il principio per cui “less is more”
Mi ha insegnato l’importanza nella scelta delle materie prime per qualità e stagionalità, laddove sia possibile seguirla.”

 Come vedi la “situazione centro storico” a Viterbo?

“Domanda da un milione di euro. Premetto che non ho soluzioni altrimenti avrei fatto in modo concretamente di far qualcosa ma vivo il centro 6 giorni la settimana per un numero impressionante di ore. Trovo che il centro storico sia in genere il salotto buono di una città questo purtroppo non accade a Viterbo, che ha come tutti sappiamo, uno dei quartieri medievali meglio conservati, ma Viterbo non è solo san Pellegrino.
Possiamo incolpare la crisi di questi anni per lo spopolamento dei negozi del centro? Forse in parte, di certo affitti smodatamente alti, scarsa pulizia di strade e piazze, viabilità incomprensibile, un uso smodato dell’auto con sempre più problemi di parcheggio, pochi parcheggi a ridosso delle mura – anche se apprezzo molto quello di Valle Faul che trovo un ottimo inizio- poca partecipazione alle poche attività che in pochi cercano di portare avanti secondo me sono i reali problemi. O almeno quelli che mi vengono in mente ora a caldo

Dopo qualche anno di attività, consiglieresti a qualcuno di aprire un negozio, anche diverso dal tuo, in centro?

“Assolutamente sì. Le difficoltà non mancano ma Viterbo è una bella città di provincia, con tante potenzialità non messe a frutto, piena di angoli caratteristici da scoprire o riscoprire. Non ho nulla contro chi decide di aprire altrove ma onestamente trovo freddi, impersonali e tutti drammaticamente uguali i centri commerciali che negli ultimi decenni stanno popolando periferie più o meno vicine
Lasciare in un parcheggio a ridosso delle mura l’auto, passeggiare per le vie del centro e non parlo solo di corso Italia, ha a mio avviso un gusto completamente diverso dalla innegabile comodità di un parcheggio coperto ma dalla inevitabile omologazione di ogni centro commerciale.”

 Raccontaci la richiesta più strana mai ricevuta in fatto di fiori.
“Se per strana intendi fuori dal comune ce ne sono tante e sono abbastanza frequenti da accostamenti cromatici a dir poco azzardati, alla richiesta di un punto di colore preciso, come se Madre Natura avesse un pantone per ogni nuance, dagli orari di consegna improbabili agli
Di certo quella che mi strappa ancora un sorriso è stata la richiesta di creare un bouquet di fiori basato sul significato dei fiori stessi composto di rami di Corniolo, Opuntia e chiodi di garofano. Definirlo un mix improbabile a livello fattivo ed estetico è un eufemismo di sicuro voleva trasmettere un significato davvero profondo ma non credo che la fortunata avrebbe voluto le mani piene delle spine dell’opuntia legata a dei rami marroni spogli ma profumati dal persistente odore dei chiodi di garofano che di solito impreziosiscono piatti in cucina. Per fortuna sono riuscita a consigliare dei tulipani che sono nel linguaggio dei fiori la dichiarazione d’amore per eccellenza .”

 Chi ti conosce e apprezza il tuo lavoro, sa che nel tuo negozio non troverai mai (o in rarissime occasioni) fiori comuni come gerbere, girasoli e anche, azzardando, rose rosse. Qual è la “politica” di Officina di Fiori?

“Chi mi conosce sa che amo i fiori in genere ma come tutti ho le mie preferenze, adoro i fiori semplici e oramai desueti, le zinnie, i gladioli elegantissimi nella loro forma svettante, i garofani d’importazione che hanno colori meravigliosi e una durata lunghissima, i papaveri islandesi di San Remo, i ranuncoli cappuccino e i cloni di San Remo e potrei continuare per ore
In Officina ho fatto una scelta stilistica precisa nel guardare alla natura come modello quindi cerco di seguire la stagionalità laddove sia possibile, le rose ad esempio si trovano tutto l’anno oramai ma quelle profumatissime “da giardino” ci sono a maggio non le troverete mai in Officina a settembre o a gennaio. Stesso discorso per le “stagionalissime” peonie che fioriscono a seconda della stagione tra aprile e maggio con strascichi fino a giugno luglio per alcune varietà.
Per i girasoli che sono richiestissimi tutto l’anno mi appello allo stesso principio: nulla mi fa pensare di più all’estate che un campo di girasoli maturi, non li troverete che a luglio e per un periodo molto limitato, a mio avviso sono magnifici nei campi e terribili quando le foglie si accartocciano in vaso a tempo di record. Cerco di proporre ai miei clienti dei fiori che durino almeno 5-7 gg i girasoli non rispondono a questo criterio ahimè per finire raramente si possono accostare ad altri fiori per una coerenza botanica.
Sulle rose rosse mi pare doveroso aprire una parentesi da fiorista donna, di solito sono gli uomini a chiedere rose rosse come unico omaggio possibile ad una partner; signori ci sono centinaia di varietà di fiori che si possono regalare.
In realtà la maggior parte delle mie clienti preferisce altri fiori e mi limito a consigliare altro, tulipani per un anniversario per esempio o accostamenti più azzardati ma di sicuro effetto se non si può prescindere dalle rose rosse accostate a nuance di rosa più o meno accesi o magari nella versione “a grappolo”
Se rose rosse devono essere allora propongo e ordino appositamente varietà di qualità superiore come Red Naomi, Rhodos che hanno petali di velluto e si aprono rivelando una notevole bellezza
Le gerbere sono oramai molto comuni, un po’ troppo così ne cerco di particolari come le varietà Pompomii o le dimensioni micro – grandi come una moneta da 50 cent – o dal bottone nero.”

 Quest’anno hai partecipato con un addobbo sulla fontana di Piazza Fontana Grande a San Pellegrino in Fiore. Quell’addobbo è stato rovinato da qualche simpaticone poco rispettoso del lavoro altrui. Hai mai pensato “adesso basta, lascio perdere tutto?

“L’episodio che hai citato mi suscita ancora una profonda irritazione per la mancanza di rispetto per il mio lavoro e per i soldi di chi lo ha commissionato – in questo caso una rete d’imprese della città che si sta sforzando di valorizzare il centro storico – , mi sfugge il senso per cui si debbano calpestare letteralmente e portar via fiori smontando composizioni pensate per durare giorni ed abbellire una piazza e una fontana già belle ma spesso luogo di bivacco e parcheggio selvaggio malgrado numerosi divieti di sosta, m questo è un altro discorso.
Sì in situazioni simili a caldo penso che non serva a nulla fare questo tipo di lavoro e di lasciar perdere. Per fortuna dura pochi minuti, poi subentra il dispiacere, un attimo di sconforto e subito l’entusiasmo per il prossimo progetto.”

 Questa rubrica si chiama “Fiocco Rosa”. Dicci tre aggettivi che non devono proprio mancare nella personalità di una donna

“Solo 3? Credo che una donna oggi debba essere determinata. Nello specifico mi riferisco all’ambito lavorativo in cui a parità di requisiti un uomo viene ancora pagato di più e ahimè troppo spesso si deve scegliere tra lavoro e famiglia. Positiva perché ora come non mai in un momento di profonda sofferenza a livello socioeconomica è necessario avere un pensiero costruttivo e ultimo ma non ultimo solidale, troppo spesso siamo in competizione con le altre donne, troppo spesso cattivelle e pronte a giudizi davvero poco lusinghieri ed io credo infinitamente nelle potenzialità delle donne specie quando fanno team.”

 

 

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