Fiocco Rosa- L’essere libere secondo Antonella Sberna

Fiocco Rosa- L’essere libere secondo Antonella Sberna

Fiocco Rosa - Fiocco Rosa- Incontriamo una delle donne più conosciute in città, Antonella Sberna. La politica, l'amore per Viterbo, la famiglia, la maternità, il voler essere libere e volitive. Femminili sempre.

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Antonella Sberna è una delle donne più conosciute in città, volto impegnato e importante dell’ultima amministrazione comunale, moglie, madre, sorella, figlia. Assessore alle politiche sociali, giovanili e della famiglia del Comune di Viterbo con delega all’Università e alle politiche europee, donna più votata alle ultime elezioni comunali, ma soprattutto innamorata della sua città e dei suoi cittadini. L’abbiamo incontrata e abbiamo conosciuto il volto più intimo di Antonella. 

Antonella Sberna, donna, mamma, moglie, personaggio politico. Ho messo nell’ordine giusto queste tre parole?

“Dopo che si diventa mamma tutto il resto è sempre al secondo posto. Detto questo non posso dire di non avere una vita piena ma sicuramente molto soddisfacente. Conciliare famiglia, lavoro e politica credo non sia semplice per nessuno ma, personalmente, sono anni che mi impegno ed ora con una bimba piccola ed una in arrivo il tema della conciliazione dei tempi lavoro-famiglia è più che mai attuale. Ma con una buona organizzazione e la consapevolezza dei propri limiti si può fare tutto, e anche bene.”

Sei una delle donne più conosciute nella nostra città, cosa vuol dire lavorare e rappresentare sui banchi del Consiglio comunale una città come Viterbo?

“Sicuramente un onore, e non lo dico tanto per dire, ma perché anche in virtù del mio passato ho imparato da molto giovane a conoscere le istituzioni democratiche e a rispettarle. Essere eletta e sedere su quei banchi, prima come consigliere comunale ed ora in Giunta, mi riempie di responsabilità e di voglia di fare. Ogni giorno si esce di casa sapendo che quello che farai non è per te ma per tutta la comunità. Come è facile immaginare è tutta un’altra prospettiva.”

Come è nata la passione per la politica?

“Inizialmente sono finita a Bruxelles per fare un progetto di ricerca tesi, avevo 22 anni,  e da li ho iniziato a frequentare un movimento giovanile di centrodestra europeo che poi mi ha fatto entrare in contatto con la realtà giovanile del mio attuale partito e da li è iniziata la passione prima e l’impegno fattivo nelle istituzioni poi. E da quel lontano 2005 oggi mi ritrovo assessore nel mio comune, una grande soddisfazione a coronamento di un lungo percorso di studio, formazione e impegno.”

C’è stato un momento in cui hai pensato che “lavorare per Viterbo non valeva la pena”? Il classico momento di sconforto per capirci…

“Beh nei 5 anni in qualità di consigliere comunale e con il lavoro a Roma, il treno, la macchina, la sveglia alle 6 e le mille esigenze dei cittadini che ti chiamano a tutte le ore non è stato sempre facile conciliare tutto ed ottimizzare tempi e impegni. Specialmente nella dinamica del consiglio comunale che spesso è gestito con tempi e modalità tutt’altro che razionali. Ma se come detto prima si interpreta il ruolo politico come missione bisogna superare i momenti di sconforto in nome del bene comune.”

Quali sono stati i momenti salienti della tua vita che ti hanno fatto diventare la donna che sei oggi?

“Sicuramente la presenza della mia famiglia, costante e sempre un punto di riferimento ha accompagnato gli avvenimenti più importanti della mia vita. Poi la mia formazione e le esperienze lavorative all’estero (Bruxelles, Los Angeles e Montecarlo) e quelle in Italia prima nel mondo delle multinazionali, poi al Senato per tanti anni e poi nelle relazioni istituzionali. E ultimo solo perché più importante il momento in cui ho conosciuto Daniele Sabatini, mio marito, col quale ho condiviso, dapprima un percorso politico e istituzionale, e poi l’intera vita insieme, gettando solide basi per costruire una famiglia. Questo credo che sia stato, indiscutibilmente, il momento che ha reso Antonella la donna che è oggi.”

Il tuo cognome ricorda a tutti noi viterbesi un indimenticabile Maurizio Sberna, padre e medico amorevole scomparso qualche anno fa. Quanto è stata importante la sua figura nel tuo diventare donna?

“Non ci metto una lacrimuccia solo perché faccio la dura. Lui è stato quello che mi ha sempre incoraggiato e spronato ma mai senza farmi sudare ogni singola scelta. Ogni volta che si doveva prendere una decisione lui c’era ma ero io che dovevo decidere e fare la scelta migliore. Mi ha seguito soprattutto quando “abbiamo” deciso di candidarci la prima volta, dico abbiamo perché da quel giorno non mi ha mai lasciato sola. Ha seguito ogni campagna elettorale, ogni consiglio comunale, ogni nottata di bilancio ma sempre richiamandomi ai valori di onestà e buon senso che hanno ispirato la sua vita. Non posso che esserne orgogliosa e cercare di portare avanti i suoi insegnamenti in ogni atto e in ogni azione politica che mi trovo a portare avanti ogni giorno. E’ un obbligo morale al quale non potrò mai venir meno.”

Antonella Sberna mamma raccontaci la prima emozione da donna.

“Guardare in faccia una cucciola che appena nata ti fissa con gli occhi spalancati credo sia una emozione che non si possa spiegare. È sicuro che da quel momento non si è più soli al mondo, che quell’esserino tutto rannicchiato e dolcissimo è una parte di te e da quel momento è una persona a sé. Con Daniele a volte ancora non ce ne capacitiamo…e per questo, per rivivere insieme quei momenti, ne abbiamo fatta un’altra che arriva a Natale!”

Quando Clarissa sarà grande, quale sarà la prima cosa che le insegnerai da donna?

“A non avere mai paura, a sapere che dietro le sue spalle ci sarà sempre una mamma e un papà che la proteggeranno ma che la lasceranno libera di scegliere, di capire e di crescere. Dovrà sempre guardare avanti libera, serena e decisa forte dei suoi affetti e della sua famiglia che mai le farà mancare sostegno. Come il mio papà e la mia mamma hanno sempre fatto con me.”

Quanto è importante la presenza delle donne nel panorama politico viterbese al giorno d’oggi?

“Non voglio peccare di femminismo, ma sicuramente il senso pratico e la reattività delle donne specialmente in politica non possono che essere un elemento qualificante della vita amministrativa di una città. Una buona presenza di donne sicuramente fa bene alla politica, all’amministrazione e al futuro di una realtà come la nostra che per tanti anni ha visto poche se non pochissime donne impegnate nel contesto civico della nostra amata Viterbo.”

Questa rubrica si chiama “Fiocco Rosa”, regalaci tre parole da donna per tutte le donne che ci leggono

“Siate sempre Libere, Volitive e non rinunciate mai alla vostra Femminilità.”

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