Under 30 – Soldateschi, diviso tra università e casa dello studente

Under 30 – Soldateschi, diviso tra università e casa dello studente

Homepage - A 26 anni è uno dei tre responsabile della casa dello studente, con tutte le responsabilità che derivano da questo difficile ruolo

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Sergio Soldateschi, 26 anni a giugno, si racconta a Fausto Maria Natali. L’esperienza che vive da anni presso la Casa dello Studente di Via Caldarelli e il suo all’interno.

Sergio, cosa significa per Te essere rappresentante della casa dello studente? Vuoi raccontarci la tua esperienza?

“Buonasera a tutti, ringrazio La Fune per avermi dedicato del tempo prezioso. Certamente. Il mio ruolo non ha niente a che fare con i veri ruoli della vita ma è sempre una posizione importante e ricca di responsabilità. Sono alcuni anni che mi trovo qua a Viterbo e, al momento della mia elezione avvenuta ad inizio Anno Accademico, mi sono sentito responsabile nei confronti di tutti i ragazzi e le ragazze che abitano qua dentro.”

E’ un ruolo difficile che ti prende del tempo o è un qualcosa che puoi gestire con calma?

“Diciamo entrambi, anche perché quando rientro la sera in casa dopo le lezioni universitarie, a volte ci si ritrova ad affrontare tutte le tematiche riguardante l’ambiente insieme agli altri due rappresentanti. Ad esempio ora che ci sono anche gli studenti del progetto Erasmus, il nostro compito è quello di farli sentire a casa e farli conoscere questa città”

Cosa pensi della città di Viterbo che ogni anno ospita studenti provenienti da tutta Italia come Te?

“Al livello storico Viterbo è stupenda, a parte la sporcizia in giro per il centro e che a volte osservo anche nell’acqua delle fontane. A me piace fotografare,la mia grande passione, e questi particolari aimè a volte li noto. Un’altra cosa è la freddezza dei giovani di qui, ora non tutti, ma per me è stato difficle legare con gli abitanti del posto e la sera invece noto la poco sicurezza per le strade del centro storico.”

Cosa vorresti che venga migliorato/a in questa città per voi fuori sede?

“La sicurezza in primis, soprattutto nelle ore notturne del fine settimana e di dare importanza alla città anche attraverso manifestazioni culturali che coinvolgano i giovani, anche noi che proveniamo da lontano, visto che a volte ci sentiamo un po estromessi.”

La tua paura?

“Preferisco non vivere di paure anche perché di ansie come per gli esami ne ho già molte (ride)

In tre parole come definiresti la tua vita?

“Tre parole non basterebbero, ma già che siamo ti direi Forza-Sacrificio e Impegno, quest’ultimo tanto.”

Foto Fisioterapy Center

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