Un caffè insieme – Il profeta Muhammed, chi era?

Un caffè insieme – Il profeta Muhammed, chi era?

Homepage - Carissimi lettori, oggi vi parlerò della vita e della personalità del profeta Muhammed (pace e benedizione su di lui). Muhammed nacque il 21 aprile dell’anno 570 dopo Cristo, alla Mecca, considerata il centro religioso della penisola arabica. Nacque in seno alla tribù di Quraish, per la quale gli arabi avevano molto rispetto e considerazione.

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Carissimi lettori, oggi vi parlerò della vita e della personalità del profeta Muhammed (pace e benedizione su di lui). Muhammed nacque il 21 aprile dell’anno 570 dopo Cristo, alla Mecca, considerata il centro religioso della penisola arabica. Nacque in seno alla tribù di Quraish, per la quale gli arabi avevano molto rispetto e considerazione.

La Mecca era la meta di tutti gli arabi che vi venivano in pellegrinaggio a compiere la circunnambulazione attorno alla Kab’a , costruita da Ibrahim e suo figlio Ismaele. Il padre del Profeta morì prima che egli nascesse e sua madre perse la vita quando aveva 6 anni. Visse così orfano, sotto la protezione del nonno Abdel Muttalib e quando quest’ultimo cessò di vivere lo protesse a suo turno lo zio Abu Talib.

La tribù di Muhammed, come le altre tribù, adorava idoli, che avevano fabbricato dal legno, dalla pietra o dall’oro, i quali venivano collocati intorno alla ka’ba. Le tribù credevano che quelle statue avessero un potere benefico e malefico.

Per tutta la sua vita è stato l’esempio della verità e della lealtà. Non ha mai tradito, né mentito, né mancato ai suoi impegni. Era conosciuto tra la gente come il fido, il degno di fiducia (in arabo al-Aminn). Quando uno viaggiava gli affidava in deposito i suoi beni. Era conosciuto ugualmente come il veridico, per la sua sincerità nel dire e nel fare.

Era di una eccellente educazione, si esprimeva con convenienza ed eloquenza. Era buono con tutti, veniva in aiuto ai poveri e ai deboli. Tutti i suoi, vicini o lontani, lo amavano per le sue qualità fisiche e morali, tutti gli nutrivano affetto, considerazione e rispetto.

Per tutta la vita nessuna menzogna, non ha mai consumato alcolici, mai si prosternò dinnanzi a una statua o un idolo e mai ebbe a offrire sacrifici come era l’uso. Per molto tempo fece il pastore di pecore e disse al riguardo: “Allah inviò Messaggeri che furono sempre pastori”. I compagni gli chiesero: “E lo hai fatto anche tu ?”. Rispose: “Sì ho fatto il pastore di pecore per alcune famiglie di Mecca”.

Prima della Missione era solito passare notti intere e successive in solitudine a meditare nella grotta di Hirà. Fu in quella grotta alla Mecca che ebbe, all’età di quarant’anni, la prima rivelazione. Aesha sua moglie ci riferisce: “All’inizio il Profeta aveva solo alcune pie visioni durante il sonno. Ognuna di quelle visioni si realizzava poi con una chiarezza simile a quella dell’aurora. Dopo che egli amò la solitudine si ritirò nella grotta di Hirà, in cui si dedicò alla contemplazione e all’adorazione per delle giornate e notti intere e successive senza rientrare a casa.

Quando tornava da Khadija si riforniva di provviste per tornare nella grotta in un nuovo ritiro. Finché un giorno venne a trovarlo l’angelo e gli comandò di leggere: “Leggi!”. A cui il Profeta rispose: “Non sono di coloro che leggono”. L’angelo allora lo prese, lo strinse con violenza al punto di fargli perdere ogni energia e lo lasciò comandando: “Leggi!”; il profeta disse nuovamente: “Non sono di coloro che leggono”; l’angelo lo riprese come prima, lo strinse e lo lasciò, comandandogli di nuovo: “Leggi! In nome del tuo Signore che ha creato, ha creato l’uomo da un’aderenza. Leggi, ché il tuo Signore è il Generosissimo, Colui che ha insegnato mediante il calamo, che ha insegnato all’uomo quello che non sapeva. Queste ultime parole sono riportate dal 1° al 5° verso di Sura “L’Aderenza”.

Il Profeta tornò col cuore che gli batteva fortemente da Khadija dicendo “Copritemi , copritemi !”. Lo coprirono fino a quando la sua paura non svanì. In seguito raccontò tutto alla moglie e le disse:” Ho creduto che fosse la mia fine!”. Khadija lo rasserenò dicendogli: “Ma no! Allah non ti vorrà mai male: vuoi bene alla famiglia, ami i tuoi parenti, sei benevolo con i poveri, ospitale e generoso, assistente dei deboli e bisognosi”.

Khadija condusse il Profeta Muhammed (pbsdl) da Waraka Ibn- Naufal Ibn-Assad Ibn-Abd Al-Uzza, un suo cugino paterno, che nei tempi preislamici si era fatto cristiano. Faceva il copista e lo scriba trascrivendo il Vangelo in ebraico. Waraka era di età avanzata e ormai cieco. “Cugino, gli disse Khadija, ascolta quello che ti dirà tuo nipote!”. “O nipote – disse Waraka – di chi si tratta ?”.

Al racconto del Profeta Waraka gli disse: “Questo è il Confidente che prima Allah ha inviato a Mosè. Fossi ancora giovane. Mi piacerebbe tanto che fosse vivo quando i tuoi scacceranno”. Il Profeta (pbsdl) gli fece: “Ma come, loro mi scaccerranno?” , Waraka gli disse: “Sicuro; tutti coloro che ebbero a portare un messaggio come il tuo furono scacciati e perseguitati. Se a quell’ora sarò in vita ti aiuterò per quel che potrò”. Purtroppo Waraka morì poco dopo e anche la rivelazione subì un arresto”. ( Sahih di Bukhari e di Muslim.)

La sua riferita segnò in questo modo l’inizio della sua profezia; poi Allah gli rivelò dal verso 1° al 4° di Sura ”l’Avvolto nel Mantello “ in cui dice , esortandolo: “O tu che sei avvolto nel mantello, alzati e ammonisci, e il tuo Signore magnifica e le tue vesti purifica, allontanati dall’abiezione”.

Questa fu la Sura dell’inizio della sua missione e della sua predicazione. Il Profeta (pbsdl) rese pubblica la sua missione e cominciò a predicare presso i suoi concittadini di Mecca e incontrò un rifiuto netto. Infatti il suo messaggio sembrava loro strano, in quanto si opponeva alla pratica dell’idolatria, che allora era diffusa e radicata da tante generazioni.

L’Islam costituisce un modo di vita completo che non solo richiamava all’abbandono dell’idolatria e dell’adorazione delle statue ma che vietava anche altre attività come la fornicazione, l’usura, i giochi d’azzardo, tutte attività che a quel tempo erano dimostrazioni di ricchezza e piaceri di gente agiata.

L’Islam predicava l’equità e la parità tra gli esseri umani, chiarendo che l’unico criterio di differenza fra di loro è la loro pietà. In queste condizioni era ovvio che Quraish, la tribù che si considerava il fior fiore degli arabi, non accettasse la predicazione del profeta Muhammed, che eguagliava tra i suoi membri signori di signori e la gente comune, perfino gli schiavi.

Tutte queste difficoltà non piegarono la volontà del Messaggero di Allah che continuò la sua predicazione. Esponeva la fede alle tribù, che venivano alla Mecca per il pellegrinaggio.

Alcuni uomini di Yathrib (oggi meglio conosciuta con Madina Al-Munauara) furono convinti e si impegnarono di proteggerlo e di sostenerlo e vollero che si trasferisse nella loro città. Mandò con loro un suo compagno, Musa’ab IBN- Umair , a apprendere loro i precetti e gli insegnamenti dell’Islam. In seguito alle innumerevoli sofferenze, dolori e persecuzioni inflitti ai musulmani della Mecca dai loro fratelli Allah permise al Profeta (pbsdl) di emigrare verso Medina, che divenne così il punto di partenza della predicazione e la capitale dello Stato islamico.

Il Messaggero (pbsdl) si stabilì a Medina insegnando ai suoi abitanti il Corano. Tutti rimasero affascinati dalla sua nobiltà d’animo, dalle sue qualità e lo amarono più di loro stessi. Facevano a gara per servirlo e sacrificavano tutto per l’Islam. Vissero in una società spirituale piena di serenità e di felicità, in cui i rapporti d’amore e d’affetto tra tutti i membri erano molto stretti: tra il ricco e il povero, il nobile e l’umile, il bianco e il nero, l’arabo e lo straniero. Non c’erano differenze o disuguaglianze se non riguardo alla pietà.

Un anno dopo non mancarono gli scontri tra i musulmani e gli infedeli meccani, in particolare di Quraish. Quest’ultimi non vedevano di buon occhio l’espansione e la diffusione dell’Islam. La prima grande battaglia avvenne a Badr, in cui le due parti erano disuguali dal punto di vista numerico e degli attrezzi. I musulmani disponevano di 314 combattenti mentre gli altri ne dispiegavano mille.

Gli scontri tra i fedeli e gli infedeli divennero sempre più frequenti. Dopo 8 anni il Profeta (pbsdl) riuscì a mettere in piedi un esercito di 10.000 guerrieri a capo dei quali marciò sulla Mecca: la sua tribù fu sconfitta.

Quell’annofu chiamato “l’anno della conquista”, di cui Allah dice nel santo Corano: “Quando verrà l’ausilio di Allah e la vittoria e vedrai le genti entrare in massa nella religione di Allah glorifica il tuo Signore lodandolo e chiedigli perdon : in verità Egli è Colui che accetta il pentimento”.

A testimoniare ciò sono i versi 1,2,3 di Sura “L’Ausilio”. Il profeta Muhammed (pbsdl) tornò a Medina e dopo un breve periodo decise di andare in pellegrinaggio alla Mecca. Si diresse verso la città santa a capo di 114000 musulmani. Fu l’unico pellegrinaggio che compì ed è conosciuto come il pellegrinaggio dell’addio. Difatti il Profeta (pbsdl) morì a Medina il lunedì 12 del mese di Rabi Althani dell’anno 11° dell’Egira ( il 6 giugno del 632 D.C.) ed ivi fu sepolto. I musulmani furono sorpresi dalla sua morte al punto che alcuni suoi compagni non credettero nella sua morte. Infatti, al titolo di esempio Umar Al-Khattab, un suo compagno di lunga data, ebbe a dire incredulo: “Chi dirà che Muhammed è morto lo decapiterò”. Abu Bakr allora si alzò e recitò iL 144° verso di Sura”La famiglia Imran”: “Muhammed non è altro che un messaggero, altri ne vennero prima di lui; se morisse o se fosse ucciso, ritornereste sui vostri passi? Chi ritornerà sui suoi passi, non danneggerà Allah in nulla e, ben presto, Allah compenserà i riconoscenti”. Appena sentito questo verso Umar che venerava e rispettava più di ogni altro la parola di Allah si rassegnò al fatto e riprese la sua calma.

Il Profeta (pbsdl) aveva 63 anni quando morì; trascorse 40 anni alla Mecca prima della sua profezia. Dopo la rivelazione vi rimase 13 anni a predicare l’unicità di Allah per poi emigrare a Medina dove visse per 10 anni durante i quali, ricevette ininterrottamente la rivelazione completa del Corano e perfezionò le leggi e i principi dell’Islam.

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