Perché continuare a chiamarle “Minimacchine”?

Perché continuare a chiamarle “Minimacchine”?

Homepage - SPECIALE SANTA ROSA - Confessiamo di essere imbarazzati, ogni anno, a dovere utilizzare per raccontare quello che accade tra fine agosto e il primo settembre a Viterbo termini come "Minimacchina" e "minifacchini". Cosa c'è di mini in questa tradizione? 

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Saggini costruzioniSPECIALE SANTA ROSA – Minimacchina. Un termine che i viterbesi utilizzano ogni anno per raccontare la bellezza e il gesto di devozione di tre quartieri della città: Centro Storico, Pilastro e Santa Barbara. Minifacchini. Bambini e ragazzi che vivono, in scala, le stesse emozioni dei cavalieri di Rosa il tre settembre. Ne ripropongono i gesti, ne condividono la dimensione della fatica, dell’impegno, della preparazione, della risposta all’unisono al comando del capofacchino. 

Confessiamo di essere imbarazzati, ogni anno, a dovere utilizzare per raccontare quello che accade tra fine agosto e il primo settembre a Viterbo termini come “Minimacchina” e “minifacchini”. Cosa c’è di mini in questa tradizione? 

Sì è vero la Macchina è più piccola rispetto ai 28 metri di quella del tre settembre. Sì è vero i facchini hanno un’età ridotta rispetto a quelli che stanno sotto alla Macchina di Santa Rosa. Ma la santa è la stessa, la “liturgia” del Trasporto è la medesima. Uguale la divisa, quella divisa tanto amata da Nello Celestini. 

Allora, ci domandiamo, non è forse il caso di superare queste definizioni liberando questi tre gioielli della tradizione dal prefisso “mini”? Sentite come suonerebbe tutto meglio: la Macchina del Centro Storico, la Macchina del Pilastro e la Macchina di Santa Barbara. E tutti quelli che vivono l’emozione dei trasporti sono semplicemente facchini. Perché quello del Centro, del Pilastro e di Santa Barbara è il vivaio naturale del Sodalizio. Crediamo che i tempi siano maturi per fare questo salto e, con umiltà, ci permettiamo di sottoporre il tema al Sodalizio, custode della tradizione nella città. 

Riteniamo che il Sodalizio possa lavorare nella direzione di indirizzo di questa operazione e trovare il giusto modo per contribuire a valorizzare al meglio tutto questo patrimonio. Così come crediamo che il Sodalizio dovrebbe essere l’unica realtà a parlare ufficialmente della tradizione della Macchina e che andrebbe chiarito questo aspetto per evitare il nascere di altre e troppe realtà che rischiano solo di fare confusione ed essere megafoni di personalismi che poco sono utili alla città e alla sua principale tradizione. 

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