Al bar de La Fune

Al bar de La Fune – “Tu la sera del tre che fai?” “Io, l’aspetto”

Al bar de La Fune – “Tu la sera del tre che fai?” “Io, l’aspetto”


Al bar de La Fune, che i viterbesi hanno preso l'abitudine di frequentare ogni santo martedì, i due soliti vecchietti hanno continuato a incontrarsi anche durante l'estate. Sono rimasti in città e affrontano un tema particolarmente sentito: l'arrivo della festa di Santa Rosa.

Al bar de La Fune – “Io l’ho vista la vita. Quella che vale la pena avella vissuta”

Al bar de La Fune – “Io l’ho vista la vita. Quella che vale la pena avella vissuta”


Stessi luoghi, stessi abiti, stesse mani nodose. I soliti due vecchietti si ritrovano. Stavolta c'è nebbia intorno. Intorno al cuore.

Al bar de La Fune – “Dico che se voi ‘l futuro, specie pe sti pori fiji, tocca smette de votalli. Altro che fregne!”

Al bar de La Fune – “Dico che se voi ‘l futuro, specie pe sti pori fiji, tocca smette de votalli. Altro che fregne!”


In un posto qualsiasi di Viterbo. Due signori, le scarpe ordinarie, i passi corti, i berretti di lana, gli occhiali. Una generazione a confronto replicata nei dettagli. Una mattina quegli occhi contornati di rughe profonde si incontrano di nuovo…

Al bar de La Fune – “C’è scappato ‘l morto, era ‘n giovinotto. Ma te pare? A morì così”

Al bar de La Fune – “C’è scappato ‘l morto, era ‘n giovinotto. Ma te pare? A morì così”

A Viterbo non si parla d'altro. Tutti hanno in bocca la brutta storia, la storiaccia, del frontale mortale all'intersezione tra la nuova Strada Ponte Sodo e la Cassia. Se ne parla ovunque e la gente è davvero rimasta colpita, triste nel cuore. Quanto accaduto fa davvero riflettere, su tante questioni. Al bar de La Fune ne parlano i due vecchietti.

Al bar de La Fune – “Sarebbe bello Pratogiardino e basta, senza rota, ma com’era prima”

Al bar de La Fune – “Sarebbe bello Pratogiardino e basta, senza rota, ma com’era prima”

Settimana ricca di avvenimenti e di cose più o meno serie. Al bar de La Fune si parla di tutto, meglio: ne parlano i due soliti vecchietti.

Al bar de La Fune – “Tocca campà quello che rimane sperando che cambi qualcosa”

Al bar de La Fune – “Tocca campà quello che rimane sperando che cambi qualcosa”

Al bar si incontrano i due soliti vecchietti e si raccontano le cose, come sempre. Come accade da anni. Ragionano sulla città, su come è messa. Oggi li abbiamo ascoltati con piacere mentre parlavano, a modo loro (da ignoranti) della questione immondizia a Viterbo.

Al bar de La Fune – “Mò spiegheme che cazzo de futuro c’avemo noialtri a continuà così?”

Al bar de La Fune –  “Mò spiegheme che cazzo de futuro c’avemo noialtri a continuà così?”

Torna, dopo un periodo di assenza, una delle rubriche più lette de La Fune. I due nostri vecchietti tornano a incontrarsi, dopo un periodo di viaggio "pel mondo" di uno di loro. E quando giri "pel mondo" ti accorgi di più di come è il tuo posto d'origine.

Al bar de La Fune – “Oggi la dignità te la leva pure ‘n registratore…”

Al bar de La Fune – “Oggi la dignità te la leva pure ‘n registratore…”

I soliti due vecchietti si trovano alla solita panchina o al solito bar, poco importa. Si salutano, uno è già in posizione, l'altro arriva e si siede.

Al bar de La Fune – “Questòro basta che chiaccorono! E la città s’affuga”

Al bar de La Fune – “Questòro basta che chiaccorono! E la città s’affuga”

Al bar i soliti due vecchietti viterbesi si incontrano e si raccontano quello che gli accade intorno. Quello che accade in giro per la città e in queste ore non si parla d'altro che della pioggia venuta già ieri pomeriggio e degli allagamenti.

AL bar de La Fune – Hà da vede che era a Santa Rosa! Sembrava che ‘l monno era tutto lì

AL bar de La Fune – Hà da vede che era a Santa Rosa! Sembrava che ‘l monno era tutto lì

Questa settimana al Bar de La Fune si parla, ovviamente, della Macchina di Santa Rosa e come poteva essere diversamente?! Ovviamente la conversazione tra gli avventori non può mancare di sollevare alcune criticità e alcuni problemi propri della festa patronale di Viterbo, che inevitabilmente volano di bocca in bocca diventando per un po' un "caso" fra i viterbesi.

Al bar de La Fune – “Aspettalla significa ridivintà de stò posto, magari pè ‘n par de settimane”

Al bar de La Fune – “Aspettalla significa ridivintà de stò posto, magari pè ‘n par de settimane”

Al bar de La Fune, che i viterbesi hanno preso l'abitudine di frequentare ogni santo martedì, i due soliti vecchietti hanno continuato a incontrarsi anche durante l'estate. Sono rimasti in città e affrontano un tema particolarmente sentito: l'arrivo della festa di Santa Rosa.

Al bar de La Fune – “Te farebbe piacere uno che te chiede come te senti dopo che capisci che c’hai dù fiji sotto casa tua?”

Al bar de La Fune – “Te farebbe piacere uno che te chiede come te senti dopo che capisci che c’hai dù fiji sotto casa tua?”

Il terremoto che ha colpito il Centro Italia sta facendo piangere l'intero Paese. A Viterbo il coinvolgimento è tanto, anche perché in pratica il sisma è alle porte. A un tiro di fucile. Al bar de La Fune non si parla d'altro, sotto tutte le sfaccettature possibili.

Al bar de La Fune – “Due de Viterbo che presentono ‘n concerto al Commune e cantono a Caprarola?”

Al bar de La Fune – “Due de Viterbo che presentono ‘n concerto al Commune e cantono a Caprarola?”

In questi giorni è successo un fatto strano: due artisti di Viterbo hanno presentato un loro concerto a Palazzo dei Priori, poi hanno contato a Caprarola. L'argomento è diventato questione da bar, così i due soliti vecchietti cercano di ragionarci sopra.

Al bar de La Fune – “Voi ce fate magnà ‘l fritto? E noi ‘l fritto lo magnamo pè davero!”

Al bar de La Fune – “Voi ce fate magnà ‘l fritto? E noi ‘l fritto lo magnamo pè davero!”

Il bar de La Fune è spesso uno "sfogatoio" per quello che ai due nostri vecchietti succede dentro casa. Così si sono ritrovati seduti a parlare della festa del 15 agosto e di quello che faranno.

Al Bar de La Fune – “Come s’io facessi guvernà la mì scrofa a uno che ‘n sé mai sporcato le mano de merda”

Al Bar de La Fune – “Come s’io facessi guvernà la mì scrofa a uno che ‘n sé mai sporcato le mano de merda”

Fa caldo anche al Bar de La Fune e i nostri vecchietti passano le giornate sui tavolini all'ombra, tra un caffè e una partitella a carte. Condiscono il tutto con le solite discussioni e ogni tanto calano giù le loro perle.

Al Bar de La Fune – “Eh le femmine… tocca fa ’l zamaritane cò questòro”

Al Bar de La Fune – “Eh le femmine… tocca fa ’l zamaritane cò questòro”

Oggi i nostri due vecchietti, viterbesi al cento per cento, si sono incontrati. Non hanno parlato di Viterbo, né di chi l'amministra. L'estate produce allergia a questo genere di questioni, che già tormentano le altre stagioni dell'anno. Hanno parlato di donne, anzi di mogli.

Al bar de La Fune – “Semo noialtri che non sentimo più.. nze risolve gnente a stà zitti pè ‘n minuto”

Al bar de La Fune – “Semo noialtri che non sentimo più.. nze risolve gnente a stà zitti pè ‘n minuto”

Questa settimana gli avventori del nostro bar sono impelagati in un discorso che esce fuori dalla sfera cittadina e va a toccare i fatti internazionali dell'ultimo periodo: incidenti, attentati, colpi di stato. La ricerca di un senso ad azioni e cose che spesso un senso non lo hanno, almeno per il nostro modo di vedere al mondo e di confrontarci con gli altri.

Speciale ‘Al bar de La Fune’ – “Ma la corpa è la nostra”

Speciale ‘Al bar de La Fune’ – “Ma la corpa è la nostra”

I fatti del mondo, quando sono belli grossi entrano e fanno breccia anche al Bar de La Fune. Così i due soliti vecchietti si scambiano pensieri e riflessioni sulle notizie della settimana: la strage di Puglia e la morte di Berbardo Provenzano.

Al bar de La Fune – “‘L quatrine, robba che ‘n vale gnente, carta straccia che parecchie vorte è solo su li compiute e su li teliggiornali”

Al bar de La Fune – “‘L quatrine, robba che ‘n vale gnente, carta straccia che parecchie vorte è solo su li compiute e su li teliggiornali”

In quest'appuntamento i nostri protagonisti del Bar de La Fune si addentrano nello strano mondo dell'economia, fra ricchezze paventate e ricchezze autentiche, nascoste anche dietro il denaro.

Al bar de La Fune – “pare de stà a casamicciola e tu me murti pè sta fregnaccia?”

Al bar de La Fune – “pare de stà a casamicciola e tu me murti pè sta fregnaccia?”

Questa settimana gli avventori del Bar de La Fune discutono dell'osservanza delle regole, stradali o meno, e di come sembra che ognuno abbia una sua precisione visione di ciò che è giusto e sbagliato. Qual è quindi il confine tra il rispetto o meno delle regole? Quale regola può essere infranta e quale è intoccabile? Ma soprattutto, le regole valgono per tutti?

Al bar de La Fune – “Semo diventati illegali dentro. Hà capito come?”

Al bar de La Fune – “Semo diventati illegali dentro. Hà capito come?”

Al bar de La Fune questa settimana si parla di educazione civica e di come mano mano a Viterbo e nel mondo si vadano perdendo di vista le importanti lezioni imparate nella vita. Dal semplice cittadino, che non sembra capace di rispettare un posto per disabili, al politico locale, che sempre più spesso sembra disinteressato alla vera materia del suo lavoro.

Al bar de La Fune – “ma l’hae ntesa de la sinnaca nova de Roma? e quella pure de Torino?”

Al bar de La Fune – “ma l’hae ntesa de la sinnaca nova de Roma? e quella pure de Torino?”

Questa settimana al Bar de La Fune si torna a parlare di politica, uscendo un po' dagli schemi di Viterbo e volgendo lo sguardo verso la vicina Capitale, conquistata dopo il ballottaggio dal Movimento 5 Stelle e dal primo sindaco donna di Roma, Virginia Raggi. La preoccupazione dei clienti, però, è che Roma rimanga ingestibile. I pentastellati dovranno applicarsi anima e cuore per avere dei risultati e dimostrare di non essere come tutti gli altri.

Al bar de La Fune – “Che differenza c’è fra quelli che se menono pè ‘l pallone e quelli che mazzono pè la fede?”

Al bar de La Fune – “Che differenza c’è fra quelli che se menono pè ‘l pallone e quelli che mazzono pè la fede?”

Questa settimana al bar de La Fune si tenta di uscire fuori dai soliti schemi e dalle lamentele sulla città, si parla di Europei, del grande evento calcistico dell'estate, ma un occhio a Viterbo lo si deve gettare sempre.

Al bar de La Fune – “Più cresci e più capisci che le cose piccole sò più mportanti de quelle grosse”

Al bar de La Fune –  “Più cresci e più capisci che le cose piccole sò più mportanti de quelle grosse”

Da qualche settimana a questa parte al bar de La Fune i discorsi si sono fatti più esistenzialisti. Anche perché tutti sono stanchi di lamentarsi sempre di chi governa la città. E' una cosa stupida, perché di fondo inutile.

Al Bar de La Fune – “Vò a casa.. vò a ribraccicà la mi moje.. pure se me fa ncazzà…”

Al Bar de La Fune – “Vò a casa.. vò a ribraccicà la mi moje.. pure se me fa ncazzà…”

I due soliti amici si incontrano al bar, ma questa volta non hanno voglia di parlare del Comune, delle cose che non vanno. Rimangono sul loro, dialogano del loro su cose della vita.

Al bar de La Fune – “Semo diventati più zuccaroni dell’abboriggeni”

Al bar de La Fune – “Semo diventati più zuccaroni dell’abboriggeni”

Si incontrano sempre i due soliti vecchietti, questa volta di passaggio fuori al bar. Inizia a essere caldo, anche se piove, e il barista ha messo le sedie e i tavoli fuori. Uno dei due deve andare a comprare i pomodori per la moglie e già tribola.

Al bar de La Fune – “Stà città sembra sempre ppiù na fogna pure se fanno de tutto pè ddì che so bravi”

Al bar de La Fune –  “Stà città sembra sempre ppiù na fogna pure se fanno de tutto pè ddì che so bravi”

Al Bar de La Fune – “Ce dovrebbero empì le buche”

Al Bar de La Fune – “Ce dovrebbero empì le buche”

Anche al baretto de La Fune si parla solo del sito del Comune finito al Tg5. Il barista ha provato a dire che è tutta una chiacchiera e che ci so cose più serie su cui sarebbe bene tenere alta l'attenzione.

Al bar de La Fune – ”Li commannano li partiti! E li partiti vonno solo ‘l potere”

Al bar de La Fune – ”Li commannano li partiti! E li partiti vonno solo ‘l potere”

Fine settimana ricco di cose per la gente comune. Dalla tradizionale festa del primo maggio alla trentesima edizione di San Pellegrino in Fiore. C'è stato chi s'è divertito ma anche chi è un pochino indisposto di come vanno le cose. Allora parla e ragiona, racconta. Se la racconta e tra una "viterbesata" e l'altra fa passare anche qualche concetto su cui varrebbe la pena fermarsi un momento.

Foto Fisioterapy Center

Jooble La Fune