Vincere la piccolezza della provincia, il dono che Gian Maria Cervo fa da 27 anni a Viterbo

Vincere la piccolezza della provincia, il dono che Gian Maria Cervo fa da 27 anni a Viterbo

Editoriali - VITERBO - QdA è quella cosa fatta da migliaia di ore di lavoro, amicizie, passione, intelligenza, coraggio che vince la piccolezza. E alle latitudini della provincia è proprio la piccolezza il mostro da sconfiggere. Perché la piccolezza è il volto di Medusa che pietrifica sogni, speranze, crescita, economia, lavoro.

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Saggini costruzioniVITERBO – Cosa è Quartieri dell’Arte? Formalmente un festival diretto da Gian Maria Cervo, nella sostanza una galassia con dentro un sacco di soli e pianeti. A cosa serve per Viterbo Quartieri dell’Arte? Ci siamo fatti questa domanda, dopo 27 anni è d’obbligo, nel giorno della conferenza stampa romana della 27esima edizione appunto. La risposta è semplice: “serve a vincere la piccolezza”. 

L’amicizia tra chi scrive e il direttore artistico è da dichiarare per ragioni di trasparenza, ma poco c’entra con quello che abbiamo deciso di scrivere oggi. Un omaggio, non richiesto ovviamente, ma dovuto. Dovuto perché non sempre la portata e il valore del lavoro dei Cervo boys (e girls) è stato compreso fino in fondo da chi ha amministrato Viterbo e dai cittadini stessi. E ci piacerebbe se quest’anno, per la 27esima edizione, quello che è un prodotto straordinario incontri più che un pubblico di massa (che in genere fa piuttosto cagare) una massa di pubblico. 

La foto che abbiamo scelto immortala, perché questa qui è roba davvero immortale, Cervo con Apichatpong Weerasethakul. Stiamo parlando di un regista thailandese Palma d’Oro a Cannes (leggi Wikipedia). L’ha coinvolto dentro questa 27 edizione e facendolo ha coinvolto Viterbo.

QdA è quella cosa fatta da migliaia di ore di lavoro, amicizie, passione, intelligenza, coraggio che vince la piccolezza. E alle latitudini della provincia è proprio la piccolezza il mostro da sconfiggere. Perché la piccolezza è il volto di Medusa che pietrifica sogni, speranze, crescita, economia, lavoro. La provincia di Viterbo muore di piccolezza e Quartieri dell’Arte è qui per dirci, da 27 anni, che se ne può uscire. 

Come? Cercando in maniera ossessiva la bellezza. Guardate le location che il Festival ha scelto in questi quasi tre decenni. Ha portato l’attenzione su luoghi straordinari, ha allestito scenografie intelligenti, eleganti, sofisticate, raffinate. E farlo significa combattere lo schifo della banalità, dello scontato, dell’imbellettato, dell’ipocrisia e doppia morale così perversamente diffusa e ostacolo e barriera della crescita di persone e terre. 

Questi signori che oggi aprono il sipario sulla 27esima fatica raccontano un’incredibile storia di successo, di affermazione di un’identità complessa e non scontata. Hanno vinto, nonostante la piccolezza intorno. Tracciano una strada a cui, ci auguriamo, sapranno unirsi in molti. Per andare oltre e lavorare davvero a una città viva. 

 

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