Questioni capitali ovvero la doppia faccia dell’amministrazione Michelini

Questioni capitali ovvero la doppia faccia dell’amministrazione Michelini

Editoriali - Michelini ha invitato le associazioni del volontariato a essere libere dalla politica, a non farsi mettere il cappello dalla politica per mantenere la propria credibilità. Discorso sacrosanto, giustissimo. Bravo Michelini. Ci domandiamo se la stessa logica non debba valere anche per i festival. Michelini che ne pensa?

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Due titoli da capitale e due diversi approcci, diametralmente opposti messi in campo dell’amministrazione comunale guidata da Leonardo Michelini. Due mondi: quello della cultura e quello del volontariato che vanno in direzioni opposte nella città di Viterbo. Una schizofrenia di pensiero e di pratiche amministrative.

La candidatura di Viterbo a capitale italiana della cultura è la storia di un misero fallimento. Costruito tutto di corsa, senza condividere niente con la città. Un tavolo di soloni chiamati a elaborare il dossier tra di loro, a suon di email scambiate da un computer all’altro. Anche se essenzialmente hanno viaggiato da quello di ogni solone a quello del coordinatore Claudio Margottini. A quest’ultimo l’ingrato compito di tentare una fusione a freddo, neanche Einstein ci sarebbe riuscito. Una storia da vecchi arnesi, giocata tra “quattro amici al bar”.

Cosa è rimasto? Niente, il deserto, la sterilità del territorio lunare, l’amaro in bocca. Alla fine dei conti l’unica cosa che si ricorderà è il giochetto privatistico delle nomine, l’esclusione di chi la cultura la mastica in questa città ma non è stato chiamato in causa perché macchiato dalla grave colpa, che a Viterbo è tutto, di non fare parte del giro. Il mondo delle associazioni culturali viterbesi è morto. Manca una consulta e manca soprattutto perché l’amministrazione Michelini non la vuole, la osteggia, la vede come il fumo negli occhi. Manca uno spazio di dialogo tra le associazioni tutte e Palazzo dei Priori, si parla solo nel salotto dell’assessore. Si va insomma a “trattativa privata” (tutto regolare per carità, questo ci teniamo a sottolinearlo per evitare cattive interpretazioni), nel rispetto dell’imperativo “è la politica che decide”. Consigliamo all’assessore Delli Iaconi di tatuarselo sul braccio, farebbe molto cool.

La candidatura di Viterbo a capitale europea del volontariato è un altro pianeta. Qui c’è l’intelligenza di Marco Ciorba e dobbiamo dargliene atto. Ha stimolato e curato la costruzione di una candidatura dal basso, coinvolgendo le oltre cento associazioni di volontariato esistenti a Viterbo city. Ha utilizzato l’occasione della candidatura per costruire un sistema, un ambiente condiviso, dei tavoli per fare incontrare le associazioni tutte con gli amministratori di Palazzo dei Priori. Qui l’amministrazione Michelini ha vinto, ha fatto quello che dovrebbe fare un’amministrazione intelligente e degna di guidare un capoluogo di provincia, sebbene nella ritardata Italia, nell’anno di grazia 2015.

Due personalità diverse, in seno alla stessa amministrazione. Due facce mostrate, due volti. E Michelini nella conferenza stampa di presentazione della candidatura europea di questa mattina ha dato il meglio di sé. Ha tessuto le lodi di questo modo di fare le cose. Quindi capisce che questa è la strada giusta. La domanda legittima è perché non si vuole rendere conto che una consulta, dei bandi che possano dare possibilità a tutti e soprattutto uno spazio di dialogo comune con il Palazzo servirebbero oltre che per il mondo del volontariato anche per quello della cultura.

C’è un passaggio del suo discorso a braccio di oggi che ci ha incuriosito. E’ quando Michelini ha invitato le associazioni del volontariato a essere libere dalla politica, a non farsi mettere il cappello dalla politica per mantenere la propria credibilità. Discorso sacrosanto, giustissimo. Bravo Michelini. Ci domandiamo se la stessa logica non debba valere anche per i festival. Michelini che ne pensa?

In attesa che la doppia faccia di Michelini torni a essere una soltanto, e la nostra speranza è che prevalga la faccia che Ciorba ha coltivato nel mondo del volontariato, non possiamo che constatare una doppiezza nei ragionamenti poco rassicurante per la città e per i cittadini liberi che a Viterbo vivono e operano. Certi discorsi, che trovano discordanza nelle azioni, sono un insulto all’intelligenza di tutti. Sono parole vuote e di circostanza, che gettano sale nella ferita del “problema cultura” che è il virus che ha infettato l’amministrazione Michelini dalla sua alba.

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