La vera storia della ‘Bella e la bestia’ si è svolta sul lago di Bolsena

La vera storia della ‘Bella e la bestia’ si è svolta sul lago di Bolsena

Homepage - STORIE - Per l'inizio delle feste natalizie abbiamo voluto riprendere una delle nostre storie più lette di sempre, quella che racconta il legame di Capodimonte con la storia della Bella e la Bestia.

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STORIE – La celebre fiaba La Bella e la Bestia torna sul grande schermo in una nuova rivisitazione live-action dell’indimenticabile classico d’animazione Disney del 1991.

L’avvincente e romantica storia è tornata nelle sale cinematografiche per la regia di Bill Condon proprio a metà marzo. La Fune aveva scritto, negli scorsi anni, dei legami di questo racconto con una storia vera che ha avuto come sfondo il lago di Bolsena. Migliaia i lettori di quel pezzo, grazie a una frenetica ricerca su Google dell’argomento. Abbiamo deciso quindi di riproporla come storia di questa domenica.

Immaginateli affacciarsi sul lago di Bolsena, dalla loro casa a Capodimonte presso la corte del principe di Parma. ‘La Bella e la bestia’ sembra siano esisti davvero, o almeno da una storia vera sarebbe arrivato il centro, l’asse, di questa famosa favola europea. Ma chi era “la bestia”? Il suo nome è Pedro Gonzales e siamo nel ‘500.

Oggi definiremmo Pedro una persona affetta da ipertricosi, una malattia estremamente rara e che iniziò a essere studiata da un punto di vista scientifico solo nella seconda metà dell’Ottocento. L’ipertricosi comporta la crescita abnorme di peli sull’intero corpo, faccia compresa. Nel Cinquecento una persona con questa malattia era in realtà considerata un selvaggio. La pelosità infatti era il tratto distintivo dei selvaggi di cui aveva favoleggiato l’Ariosto nell’Orlando Furioso, molto letto nelle corti d’Europa e diffuso in forma orale anche presso le classi contadine. Inoltre Pedro aveva anche altre “carte in regola” per poter essere definito in quel tempo un selvaggio.

Fece la sua comparsa in Europa all’interno di una gabbia, portato in dono al matrimonio del re di Francia Enrico II con Caterina dei Medici. Era stato catturato a Tenerife e faceva parte dell’etnia dei Guanci, l’ultima a piegarsi alla colonizzazione spagnola delle Canarie. L’arrivo del selvaggio alla corte di Francia fece rapidamente il giro del continente. Il re decise di educare questo “singolare” essere umano come un cortigiano. In poco tempo Pedro divenne colto, educato e sensibile.

A questo punto entra in scena Caterina de’ Medici, che si mette in testa di trovare una moglie al selvaggio, con l’obiettivo di generare una dinastia di selvaggi al servizio del re di Francia. Caterina scelse di persona la sposa: bella e robusta. Dall’unione nacquero due primi figli che rappresentarono una delusione per la regina: non avevano un pelo. Il terzo e il quarto invece ereditarono l’aspetto del padre. All’epoca le corti si divertivano a competere tra loro anche nella collezione di animali esotici. Avere con sé addirittura dei selvaggi rappresentava elemento di vanto e prestigio. Iniziarono a circolare per l’Europa diversi quadri con raffigurato Pedro e i suoi figli pelosi. Da questa storia avrebbe tratto origine la favola de ‘La Bella e la bestia”, che inizia a circolare in europa proprio nella seconda metà del ‘500.

Ma come arriva sulle sponde del lago di Bolsena questa strana famiglia? Con la rovina della dinastia Valois, venne ceduto dalla corona francese ai principi di Parma. Ranuccio Farnese riconobbe a Pedro dignità e rango di gentiluomo, chiedendo in cambio qualche esibizione pubblica. La famiglia “di mostri” finì quindi sulle sponde del lago di Bolsena, nella Capodimonte che all’epoca era sotto il dominio dei principi di Parma (i Farnese).

Tutta questa storia è stata ricostruita da Roberto Zapperi nel libro ‘L’ incredibile storia di Pedro Gonzales e dei suoi figli’ (Donzelli Editore, pagg. 181, euro 21,50).

Foto Fisioterapy Center

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