Referendum, l’ultimo treno del centrodestra per non morire. Nella Tuscia prove tecniche di ricucitura

Referendum, l’ultimo treno del centrodestra per non morire. Nella Tuscia prove tecniche di ricucitura

Homepage - Dopo l'ennesima Caporetto delle recenti amministrative di giugno il popolo del centrodestra potrebbe trovare proprio nella partita referendaria l'occasione per non scomparire, insomma l'occasione per ritornare coalizione.

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Centrodestra viterbese pronto a giocarsi la battaglia della vita sul referendum costituzionale. E’ iniziato in questi giorni il lavoro di costituzione anche nella Tuscia del maxi comitato unitario provinciale per il No più i comitati delle singole forze della compagine di centrodestra.

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Il tutto in vista del delicato passaggio politico del 2 ottobre, dove i cittadini saranno chiamati a esprimersi sulla riforma costituzionale sviluppata dal governo Renzi e trasformata dal premier stesso in una sorta di plebiscito sulla sua persona. Un’accelerazione che si è spinta fino al punto che lo stesso è arrivato ad annunciare le dimissioni in caso di sconfitta.

Qualsiasi cosa accadrà il 2 ottobre segna quindi uno spartiacque importantissimi, a tutti i livelli. Inevitabilmente la partita da giocare è importante anche nei singoli territori, dove le varie forze in campo di giocano tutto. In particolare si giocano il diritto a esistere o qualcosa del genere.

Ed è proprio questa situazione a rappresentare una grande occasione per il centrodestra, anche quello viterbese che per venti anni, l’intero ciclo berlusconiano, è stato signore e padrone del capoluogo e di buona parte della provincia. Un centrodestra oggi frammentato e sbandato ma che in questa sorta di crociata per il No potrebbe trovare il collante di una riunificazione. E così le truppe sbandate, illuminate da questa verità, si stanno riprendendo nell’animo e hanno ripreso a dialogare. Dialogare per capire se oltre a questa battaglia cruciale è possibile tornare a pensare un domani insieme, una strada questa che gli permetterebbe di ritornare nel paradiso del governo territoriale.

In buona sostanza la partita referendaria potrebbe rappresentare la grande occasione del centrodestra per rimettersi in carreggiata. Aiutati nell’obiettivo anche dal fatto che anche un altro dei tre poli oggi esistenti nello scenario italiano: i Cinque Stelle; si trova dalla stessa parte della barricata: il fronte del No.

Negli ambienti nazionali, ma anche a livello locale è viva la consapevolezza che la vittoria del No azzopperebbe Renzi, rimettendolo in pasto ai suoi, e aprirebbe una fase delicatissima all’interno dell’unico partito che in questi anni è riuscito ad avere l’occasione e la tenuta di governo. Dopo l’ennesima Caporetto delle recenti amministrative di giugno il popolo del centrodestra potrebbe trovare proprio nella partita referendaria l’occasione per non scomparire, insomma l’occasione per ritornare coalizione. Sempre che ancora una volta non abbiano la meglio i personalismi e i dispetti reciproci.

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