Babele, tanti spacciatori per tanti consumatori. Chi usa quel mare di droga?

Babele, tanti spacciatori per tanti consumatori. Chi usa quel mare di droga?

Editoriali - In città sono stati arrestati più di trenta spacciatori. Un bel numero che dice molte cose. Innanzitutto dice che a Viterbo di roba ne gira. Ma chi sono i consumatori? La Fune lancia una provocazione al consiglio comunale e provinciale, per dare la certezza e il bel segnale ai cittadini che almeno questi spazi sono liberi dalla droga.

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Negli ultimi giorni la città capoluogo è stata interessata da una maxioperazione antidroga.
Nome in codice “Babele”, perché coinvolte persone di diversa provenienza geografica: dal sud America al Nord Africa. Nella rete sono finiti anche viterbesi, per un totale di 32 individui raggiunti da ordinanza di custodia cautelare.

Gestivano lo spaccio nel centro storico, un fiume di roba. Soprattutto cocaina. A Viterbo non si parla d’altro. Tutti a spulciare le foto degli arrestati, a scambiarsi notizie e pettegolezzi. Tanta droga spacciata, questo l’hanno capito tutti. Forse il passaggio logico che in pochi hanno fatto è questo: “tanta droga spacciata, tanta droga consumata”. E chi sono i consumatori di quello che una parte della stampa cittadina ha definito un “fiume di coca”? Già, chi sono?

Per colpire il traffico di droga esistono solo gli arresti? Solo le retate delle forze dell’ordine? Ci avete mai pensato? C’è solo una strada per contrastare il fenomeno, ossia arrestare chi spaccia? Forse no, anzi sicuramente no. Per ogni spacciatore ci sono più acquirenti. Basterebbe mettere tutta una serie di limiti a chi consuma droga per farne crollare il mercato. Forse sarebbe tutto molto più efficace delle stesse retate. Come? Introducendo droga test per i lavoratori, per esempio. Un Comune, una Provincia, decide che ogni anno ogni proprio dipendente deve presentare un certificato che attesti il non utilizzo di sostanze stupefacenti. Sicuramente un qualcosa di molto complicato. O di fantascientifico. Si potrebbe, intanto, iniziare anche dal consiglio comunale e provinciale, così per dare almeno l’esempio. Per dare un segnale e per rasserenare i cittadini che almeno questi luoghi, dove viene deciso il bene pubblico, sono “puliti” e liberi da certa merda.

Ricordate il servizio delle Iene, che fecero il droga-test ai parlamentari? Non andò mai in onda, perché bloccato dal garante sulla privacy. “Roba” incredibile… Lanciamo la sfida: qualche forza politica o qualche consigliere convinca tutti i propri omologhi a sottoporsi al droga test. Potrebbe essere un bel segnale contro la droga da parte della politica locale.

 

 

 

 

 

 

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