Cartellonistica per turisti a Viterbo, Buzzi: “E’ uno scempio”
Homepage - “Va bene che siamo la città dei papi ma costringere i turisti in visita a Viterbo a genuflettersi per poter leggere i cartelli turistici sembra un po' esagerato”. Commenta così Luigi Buzzi, consigliere comunale d'opposizione per Fratelli d'Italia, il ragionamento aperto da La Fune sulla segnaletica turistica viterbese.
“Va bene che siamo la città dei papi ma costringere i turisti in visita a Viterbo a genuflettersi per poter leggere i cartelli turistici sembra un po’ esagerato”. Commenta così Luigi Buzzi, consigliere comunale d’opposizione per Fratelli d’Italia, il ragionamento aperto da La Fune sulla segnaletica turistica viterbese.
Poi aggiunge: “A distanza di un anno non è stato fatto niente per migliorare la situazione. Il Comune ha pagato una nuova cartellonistica inefficace, che aggiunge ulteriori problemi invece di rappresentare una soluzione. Siamo al paradosso. Pensate che circa un anno fa, quando ci fu il problema delle traduzioni maccheroniche dall’inglese, sollevammo il problema dell’altezza delle scritte in consiglio comunale. All’epoca l’assessore competente Alvaro Ricci disse che avrebbero provveduto a correggere la criticità. Ancora una volta non ci resta che constatare il fatto che gli impegni presi da questa amministrazione non vengono rispettati”.
Buzzi ironizza sulla propria statura: “Non sono certo un gigante eppure anche io devo abbassarmi. La segnaletica turistica della città, già carente, è stata ulteriormente aggravata da altri problemi. Siamo di fronte a uno scempio. Anche la scelta dei cartelli che indicano percorsi è, a mio avviso, discutibile. Manca una narrazione vera della città e si genera grande confusione nel visitatore”.
- Turista a Viterbo, possibile solo se si è alti un metro e venti (forse)
- Nuova cartellonistica turistica, Viterbo è già la barzelletta d’Italia
- Rossi sui cartelloni sbagliati: “Alvaro Ricci e Leonardo Michelini chiedano scusa”
- Ricci a Rossi: “chiedo scusa, ma anche lui dovrebbe farlo. Forse anche di più”