Un allevamento da 40mila galline ovaiole a Montefiascone, Lav chiede di bloccarne la costruzione

Un allevamento da 40mila galline ovaiole a Montefiascone, Lav chiede di bloccarne la costruzione

Homepage - MONTEFIASCONE - Il progetto prevede un impianto in grado di ospitare circa 40000 galline ovaiole. "La preoccupazione dei cittadini è alta, poiché questo nuovo allevamento andrebbe ad incidere su un territorio già caratterizzato da alta densità zootecnica, ponendo una grave minaccia alla salute pubblica e all’ambiente - scrive Lav in una nota stampa -. 

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MONTEFIASCONE – Un nuovo allevamento intensivo di galline ovaiole in arrivo nel Montefiasconese, Lav a sostegno dell’azione del Comitato per la tutela del Paesaggio, dell’Ambiente, del Turismo, e delle Tradizioni Rurali di Montefiascone (COPATTRIM) e chiede ai giudici del TAR, di sospenderne la costruzione.

Il progetto prevede un impianto in grado di ospitare circa 40000 galline ovaiole. “La preoccupazione dei cittadini è alta, poiché questo nuovo allevamento andrebbe ad incidere su un territorio già caratterizzato da alta densità zootecnica, ponendo una grave minaccia alla salute pubblica e all’ambiente – scrive Lav in una nota stampa -. 

Gli allevamenti avicoli sono responsabili di elevate emissioni di ammoniaca, causa principale della formazione di PM2,5 e PM10, polveri sottili con un accertato effetto cancerogeno sull’apparato respiratorio, che si cerca di contrastare in ogni maniera con politiche di contenimento. Non trascurabile è anche l’odore pungente, che ricade pesantemente sull’ambiente circostante, peggiorando la salubrità dell’aria e danneggiando la salute pubblica.

Oltre ai rischi per persone e ambiente, non dobbiamo dimenticare che gli allevamenti sono vere e proprie fabbriche animali dove gli individui non sono altro che numeri, costretti in spazi angusti e senza possibilità di mettere in atto i propri comportamenti naturali. Le condizioni di sovraffollamento, poi, impongono un massiccio utilizzo di antibiotici, pratica pericolosamente associata al fenomeno dell’antibiotico-resistenza, che è responsabile della morte di migliaia di persone all’anno in Italia, con un’incidenza più elevata rispetto alla media Europea.

Gli animali confinati nei capannoni sono stati selezionati per essere dei cloni caratterizzati da identico patrimonio genetico che li rende fortemente esposti alla contrazione di zoonosi. Prima tra tutte è l’influenza aviaria, in particolar modo il virus H5N1, già osservato speciale e causa di abbattimenti in tutto il Mondo visto l’elevato rischio di passaggio dagli animali all’uomo e la potenzialità di originare una nuova pandemia.

Nel caso del nuovo allevamento di Montefiascone, questo rischio è ancora più grave, poiché l’area identificata per la costruzione è molto vicina al lago di Bolsena, habitat di molte specie di volatili, inclusi uccelli migratori e “specie bersaglio”, come il Germano Reale, con conseguente aumento della probabilità di diffusione del virus dagli animali selvatici a quelli confinati negli allevamenti.

Altre amministrazioni in Italia hanno già affrontato le problematiche legate alla proliferazione degli impianti di allevamento e, consapevoli delle gravi ricadute per l’ambiente, il territorio, e la salute dei cittadini, hanno deciso di non autorizzare ampliamenti o costruzione di nuovi impianti dove la presenza è già importante, al fine di non peggiorare il quadro delle emissioni e della salute dei cittadini.

Rinnoviamo il nostro sostegno a COPATTRIM, chiedendo ai giudici del TAR la sospensione della costruzione dell’allevamento di Montefiascone come atto di sostenibilità e nell’interesse della collettività tutta”

Foto Fisioterapy Center

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