Baby pit stop, comuni della Tuscia e capoluogo non sono “amici del bambino”. La Fune lancia un appello ad Arena e agli altri sindaci

Baby pit stop, comuni della Tuscia e capoluogo non sono “amici del bambino”. La Fune lancia un appello ad Arena e agli altri sindaci

Homepage - VITERBO - Un "baby pit stop" è molto semplicemente un luogo, riservato alle mamme e ai propri cuccioli, dove è possibile cambiare il pannolino e fermarsi per la "poppata". 

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VITERBO – “Baby pit stop”, quando viene tirata in ballo questa parola i più guardano come se fosse una qualche formula magica. La Tuscia è all’anno zero dal punto di vista delle politiche per rendere i comuni “amici del bambino”.

Unica eccellenza la Asl di Viterbo che con l’attività del consultorio e il personale di Ostetricia lavora ogni giorno per promuovere questa mentalità. In più si danno da fare associazioni preziose come Ecococcole. Anche se nei palazzi comunali della provincia e nel capoluogo il seme di questa consapevolezza non attacca. 

Un “baby pit stop” è molto semplicemente un luogo, riservato alle mamme e ai propri cuccioli, dove è possibile cambiare il pannolino e fermarsi per la “poppata”. 

“L’allattamento al seno non ha orari fissi, né un numero definito di poppate nell’arco della giornata – spiegano bene sul sito dell’Unicef -. Esistono molteplici modi di allattare ed è difficile per le mamme prevedere dove e quando il bambino chiederà di nutrirsi. Inoltre, molte mamme prolungano l’allattamento ben oltre i primi mesi di vita dei bambini, ottemperando alle raccomandazioni dell’UNICEF e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
 
Il Baby Pit Stop (BPS) prende il nome dalla nota operazione del “cambio gomme + pieno di benzina” che viene effettuata in tempi rapidissimi durante le gare automobilistiche di Formula Uno. Nei BPS il cambio riguarda il pannolino, e il “pieno” è di sano latte materno, ricco di nutrienti e di anticorpi”.
 
Da qui l’importanza per i comuni di lavorare alla realizzazione di un numero adeguato di baby pit stop in base alla propria dimensione. Sarebbe importante averne in prossimità di luoghi di interesse turistico e nei centri storici. Così come sarebbe prezioso comunicarne l’esistenza in maniera facile e immediata. Magari caricando una mappa bene in evidenza sui siti istituzionali dei comuni e segnalandoli all’interno della cartellonistica urbana. Prezioso sarebbe avere queste strutture anche nei luoghi di mare, che a breve diventeranno molto frequentati per le vacanze. 
 
La Fune lancia un appello ai sindaci della provincia e in modo particolare al sindaco di Viterbo Giovanni Arena affinché accolga questo tipo di iniziativa e la sostenga con le risorse adeguate. Così che Viterbo possa fare da traino anche alle altre realtà più piccole. 

 

Foto Fisioterapy Center

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