Backstage – Le “stranezze” di Viterbo e dei viterbesi

Backstage – Le “stranezze” di Viterbo e dei viterbesi

Homepage - Viterbo è una città davvero strana. E i viterbesi lo sono ancora di più. Purtroppo, la verità è questa: per quanto amara possa essere. Un esempio, fra i tanti possibili? La gestione dei rifiuti urbani. Montagne di immondizia dappertutto, in particolare nelle cosiddette isole di prossimità

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Viterbo è una città davvero strana. E i viterbesi lo sono ancora di più. Purtroppo, la verità è questa: per quanto amara possa essere. Un esempio, fra i tanti possibili? La gestione dei rifiuti urbani. Montagne di immondizia dappertutto, in particolare nelle cosiddette isole di prossimità. L’amministrazione comunale e Viterbo Ambiente hanno colpe? Sicuramente sì. Ma non si parla mai delle colpe dei cittadini o delle imprese d’ogni genere che scaricano a tutte le ore. Le vere responsabilità sono di chi non rispetta le disposizioni vigenti: è lampante, ma molto più semplice e comodo accusare sindaco, assessore e azienda incaricata della raccolta. Invece di invocare interventi severi e drastici contro i trasgressori (che magari sono anche tra quelli che si lamentano inviando ai giornali foto della vergogna), si preferisce prendersela con il bersaglio più facile da colpire. Magari, bisognerebbe spingere l’amministrazione comunale ad adottare tutte le misure repressive possibili, colpendo senza pietà e senza sconti chi infrange la legge.

Il fatto è che essere all’opposizione è molto più semplice (e per certi versi produttivo): basta dire no. Tanto c’è sempre un motivo più o meno valido per opporsi. Tanto poi alla fine è la maggioranza che deve prendere e approvare le decisioni. Giuste o sbagliate che siano. Si dimentica oggi che nella passata consigliatura comunale, il sindaco Giulio Marini fu costretto a dimettersi 2 o 3 volte per cercare di mettere un freno alle smanie di consiglieri e assessori del centrodestra; e Marcello Meroi (ultimo presidente della Provincia ad essere eletto dai cittadini) ad un certo punto fu costretto a nominare una giunta di soli tecnici per far decantare una situazione che rischiava di esplodere in ogni momento. Per carità, Michelini non è affatto esente da colpe, tutt’altro. Anzi continua a perseverare in un errore di fondo quando dichiara pubblicamente in ogni circostanza che lui non fa politica, ma amministra. Il dato di fatto oggettivo è che il sindaco guida e coordina una maggioranza politica. Se, nel corso degli anni, ben 5 consiglieri (Insogna, Moltoni, Taborri, Rossi e De Alexandris) gli hanno tolto l’appoggio ed oggi sono fra i più critici oppositori, qualche motivo deve pur esserci. Ed è bene chiedersi se si è fatto tutto per evitare tali ripetuti allontanamenti, invece di prendersela soltanto con il destino cinico e baro.

Allo stato dell’arte, la maggioranza a Palazzo dei Priori può contare su numeri risicatissimi che consentono di andare in Consiglio comunale solo in seconda convocazione con la speranza che i consiglieri residui stiano tutti bene e non abbiano impegni tali da impedire la partecipazione alle riunioni. Si naviga, quindi, a vista cercando di evitare gli scogli più perigliosi. Ma ciò non impedisce di prendere decisioni abbastanza contraddittorie. Tipo spendere 17mila euro per il concerto della Banda della Marina che, come si sa, si esibisce gratis dappertutto; riducendo in tal modo ancora di più il già risicato budget (50mila euro) messo a bilancio per la stagione teatrale 2017. O tipo un trenino che passa per le vie di Viterbo e che non si sa ancora bene a che cosa servirà in futuro.

Per fortuna ci sono Caffeina (estiva e natalizia), Ombre Festival, Ludika, Tuscia Film Fest a rendere vive le serate di giugno e luglio, altrimenti bisognerebbe aspettare soltanto settembre e Santa Rosa per riaccendere il centro storico. Così vanno le cose a Viterbo, ma i viterbesi (compreso chi scrive: che non lo è per nascita, ma che ci vive da vent’anni) non sono affatto esenti da colpe e non possono sempre scaricare la colpa sugli altri. Cominciamo tutti a farci un esame di coscienza, prima di criticare.

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