I diari della motocicletta – Stavanger la città che scatena l’euforia

I diari della motocicletta – Stavanger la città che scatena l’euforia

Homepage - Stavanger ci stava aspettando per vivere quattro giorni di relax e un'escursione adrenalinica sul suo fiordo già programmata da gennaio riportata in cima alle cose imperdibili da fare in questo viaggio.

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Giorno 26, 27, 28

Stavanger ci stava aspettando per vivere quattro giorni di relax e un’escursione adrenalinica sul suo fiordo già programmata da gennaio riportata in cima alle cose imperdibili da fare in questo viaggio.

Ci accoglie la parte moderna della città, quella in collina, dinamica e rapida, tra gli alti palazzi finanziari. Il porto, quello dove attraccano le imponenti navi da crociera è ai nostri piedi, un colpo d’occhio dalla finestra è già le vedi arrivare.

Dopo Ålesund e Bergen anche Stavanger ci mostra uno storico nucleo abitato fatto di casette lignee preservate dal passare del tempo in cui perdersi tra le viuzze. Vernice bianca e fiori colorati dominano la scena, le stradine di pietra da percorrere rigorosamente a piedi ci conducono in un’altra dimensione temporale fatta di pace e di ritmi lenti, quelli dettati dalla natura.

Sulla parte opposta della baia scopriamo invece il quartiere Ovre Holmegate, dove un’esplosione di colori cattura subito la nostra attenzione e induce in noi un profondo senso di meraviglia. Con il naso all’insù girovaghiamo tra le case e i bar, stupiti da tutti questi colori accesi e contrastanti che nei paesi scandinavi rappresentano un qualcosa più unico che raro.

Per ammirare al meglio il Lysefjord a Stavanger abbiamo scelto di farlo dall’alto e così dopo un traghetto di 20 minuti e altrettanti chilometri su strada abbiamo raggiunto il punto base per l’escursione alla spettacolare formazione rocciosa del Preikestolen.

Una falesia di granito che termina a strapiombo sul mare, un gigante sul fiordo di Stavanger. Salire sù è stata davvero una scommessa vinta contro la pioggia, il vento, la nebbia e sopratutto con la nostra resistenza alle difficoltà. Un sentiero molto battuto dai turisti sprezzanti del pericolo che si destreggiano da bipedi scalatori a volte aiutandosi anche con le braccia su scalini e scaloni rocciosi, passerelle di legno e salti tra sassi (quando emergono) nelle acque correnti o, all’occorrenza, camminando direttamente nei ruscelli.

Conosciuto anche come la roccia del “Pulpito”, la scalata al Preikestolen è stata per noi un’esperienza epica, assolutamente indimenticabile.

Questo viaggio attraverso la Norvegia si sta rivelando un percorso capace di scuotere i nostri confini mentali e innescare esperienze emotive capaci di definire una nuova immagine di noi stessi e di ciò che siamo veramente in grado di fare.

 

Foto Fisioterapy Center

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