Turisti da tutto il mondo al Castello Ruspoli, ma i trasporti sono un pianto: “Servono mezzi funzionanti”

Turisti da tutto il mondo al Castello Ruspoli, ma i trasporti sono un pianto: “Servono mezzi funzionanti”

Primo Piano - Il Castello, ampio 4.000 mq giardino incluso, vive da quasi 1200 anni, e “ha tante storie da raccontare. Storie che devono essere trasformate in cose attuali e così – spiega Giada Ruspoli – abbiamo pensato a varie iniziative. Ci sono ad esempio musicisti da tutto il mondo che vengono da 8 anni per un premio musicale, ci sono partnership internazionali importanti. Lavoriamo in Brasile, a Cuba, a Versailles”.

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Dopo quarant’anni di apertura al pubblico il Castello Ruspoli è un punto di riferimento in Italia e nel mondo per chi è appassionato di giardini all’italiana, ma non solo. La struttura di Vignanello è infatti anche ambita dai cacciatori di fantasmi. Nel frattempo però il luogo è lontano idealmente da Roma più di quanto dovrebbe e l’arrivo in zona è sempre più complesso. “Riceviamo gruppi da tutto il mondo e ogni anno facciamo lavori di restauro. I restauri sono sempre più piccoli perché le risorse non sono tante”.

Il Castello, ampio 4.000 mq giardino incluso, vive da quasi 1200 anni, e “ha tante storie da raccontare. Storie che devono essere trasformate in cose attuali e così – spiega Giada Ruspoli – abbiamo pensato a varie iniziative. Ci sono ad esempio musicisti da tutto il mondo che vengono da 8 anni per un premio musicale, ci sono partnership internazionali importanti. Lavoriamo in Brasile, a Cuba, a Versailles”.

 

Insomma attivate un circuito turistico non da poco..

“Sì, vengono tante associazioni di dimore storiche, appassionati di giardini. Purtroppo non abbiamo molte stanze per ospitare i turisti, ma siamo attivi e cercheremo di ristrutturarle”.

 

Le istituzioni vi aiutano?

“Ci sono delle associazioni che ci stanno vicine, i privati aiutano molto di più, fare rete tramite il pubblico non è facile. Quel che aiuterebbe sarebbe il potenziamento della comunicazione tra Roma e Vignanello, è un’impresa arrivare dalla Capitale con treni e autobus. Sono problemi di tutti non solo nostri, la provincia sarebbe diversa con mezzi che funzionano, sicuramente non con l’aeroporto”.

 

Ci hanno detto che ci sono anche i fantasmi. È vero?

“Tutte le strutture hanno dei fantasmi. C’è una associazione viterbese che vuole sempre venire a visitare il castello per cercare i fantasmi. A loro però (scherza, ndr) non credo che piaccia, quindi io dico sempre di no”.

 

Qual è il visitatore-tipo del Castello?

“Abbiamo anche molti italiani, ma i più appassionati sono gli stranieri”.

 

I cittadini della provincia di Viterbo hanno percezione della ricchezza che custodiscono, secondo lei?

“A Vignanello ci sono dei giovani straordinari che hanno una grande percezione del loro territorio, ma credo che tanti si interessano poco della nostra realtà”.

 

Intervista realizzata all’interno di l’Isola che non c’è, l’iniziativa di Fondazione per la Tuscia che si è svolto 25

 

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