Rossi: “Non esiste il delitto di lesa maestà, noi difendiamo gli interessi di Viterbo”

Rossi: “Non esiste il delitto di lesa maestà, noi difendiamo gli interessi di Viterbo”

Homepage - “Non esiste il delitto di lesa maestà”, così risponde il leader della forza civica alle dichiarazioni rilasciate a caldo dal sindaco Leonardo Michelini. Michelini che ha definito l'azione dei “rossiani” un “fatto grave”. Rossi stempera e in sostanza dice una grande verità: è la politica, bellezza!

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“La nostra battaglia è quella di forzare la mano, per quello che ci è possibile, per far crescere in modo fondamentale gli investimenti in cultura e turismo. Almeno in quest’ultimo bilancio del governo Michelini. Nessuna novità, da parte nostra, né nei contenuti né nelle critiche”. Queste le parole scelte da Filippo Rossi per inquadrare lo strappo di giovedì di Viva Viterbo. Il tutto nel quadro di un incontro con la stampa nel pomeriggio. Al suo fianco la collega Maria Rita De Alexandris e l’assessore Giacomo Barelli.

“Non esiste il delitto di lesa maestà”, così risponde il leader della forza civica alle dichiarazioni rilasciate a caldo dal sindaco Leonardo Michelini. Michelini che ha definito l’azione dei “rossiani” un “fatto grave”. Rossi stempera e in sostanza dice una grande verità: è la politica, bellezza!

Viva Viterbo, con il gesto di giovedì, sta portando avanti la propria iniziativa politica. Non ci sta allo spezzatino dei fondi entrati nelle casse di Palazzo dei Priori grazie all’imposta di soggiorno. Non ci sta a vedere in bilancio stanziata la miseria di 100mila euro per il Teatro Unione. “Quella cifra è ridicola – argomenta Rossi -. E’ come ammettere che non si sa di cosa stiamo parlano. Significherebbe aprire una scatola vuota”.

Affonda sulla maggioranza, in modo duro con il Pd. Lo fa non dicendo: “Noi facciamo politica, non molliamo su istanze troppo importanti per uccidere una città in nome di una fedeltà che nessuno ha promesso a nessun altro. Non conoscevo il Pd dall’interno e ne parleremo, finita la consigliatura, del mio giudizio su quel partito a Viterbo”. Prove tecniche di campagna elettorale? Sicuramente, ma oggi non è questo il punto.

Viva Viterbo ha ottenuto il 10% dei consensi e Rossi il 12% come candidato sindaco su un programma chiaro. Al centro la costruzione di una città turistica e di cultura. Hanno portato avanti questi temi nei quattro anni trascorsi, ora accelerano. Spingono forte, sono pronti anche al corpo a corpo.

“Rivendichiamo l’azione politica di ieri – continua Rossi -. Viva Viterbo ha preso questa decisione con tutta la razionalità e soppesando tutto quello che poteva succedere. Decisione estremamente razionale, un’azione politica inserita nella fase di bilancio. Siamo sempre noi, siamo sempre stati così. Quello che è cambiato è lo strumento di battaglia. In questa fase ci sembra giusto non cercare di arrivare a compromessi prima del consiglio, tanto poi alla fine abbiamo visto che non portano a nulla, ma di aprire istanze sui temi della nostra campagna elettorale. Non capisco perché ci sono rappresentanti politici di Viterbo che si scandalizzano, la politica è fatta di queste cose: scontri di idee, di numeri e rappresentanza. Viva Viterbo ha fatto un patto con gli elettori su questi temi.

L’azione di ieri in consiglio è stata la prima di tante altre azioni. Facciamo una guerra sulla strategia di fondo di un’amministrazione”.

Margini di ricucitura ci stanno, ma nel rispetto reciproco. Insomma pace si può fare in maggioranza ma almeno alcune istanze di Viva Viterbo, leggi emendamenti, vanno votati. Poi un messaggio chiaro: “Non chiediamo marchette, ma scelte strategiche per quello che riteniamo essere il bene della città”.

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