Lungolago di Capodimonte, cittadini abbracciano i pioppi per difenderli dal taglio del Comune

Lungolago di Capodimonte, cittadini abbracciano i pioppi per difenderli dal taglio del Comune

Homepage - Un abbraccio per cercare di salvare i pioppi di Capodimonte. A stringerlo famiglie, coppie, anziani, bambini, giovani. Tanti giovani. Hanno dato vita a un flash mob di protesta perché non condividono, anzi proprio non capiscono, la decisione dell'amministrazione comunale.

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I Pioppi del mitico lungolago di Capodimonte destinati a essere tagliati. Così ha deciso l’amministrazione comunale e nella giornata del 25 aprile cittadini e persone amanti della bellezza di questo angolo di lago di Bolsena si sono incontrate per abbracciare questi alberi.

Un abbraccio per cercare di salvare i pioppi di Capodimonte. A stringerlo famiglie, coppie, anziani, bambini, giovani. Tanti giovani. Hanno dato vita a un flash mob di protesta perché non condividono, anzi proprio non capiscono, la decisione dell’amministrazione comunale.

Si tratta di 22 alberi storici. Dicono che sono malati, anche se non pare proprio. Dicono che producono allergie, ma allora dovrebbero essere abbattuti interi parchi e boschi.

Tutto ha avuto inizio in data 10 febbraio 2017, giorno di firma della determina numero 46: “Potatura e abbattimento di pioppi in viale Regina Margherita”. Con la stessa il Comune di Capodimonte affida questi lavori a una ditta di Viterbo per il prezzo di 5.494,43 euro.

In data 6 aprile l’associazione La Porticella, allertata da alcuni capodimontani, con lettera protocollata chiede un incontro urgente con il sindaco Mario Fanelli, per essere informata sui motivi degli interventi e su eventuali perizie, permessi e avvisi a riguardo. Richiede inoltre di sospendere ogni azione di abbattimento.

Il 10 aprile l’Ufficio Tecnico del Comune chiama il segretario dell’associazione, dichiara che in questo caso il Comune può procedere senza particolari permessi e avvisi, e che i motivi per l’abbattimento sono l’età degli alberi e la loro pericolosità, il pericolo di allergie provocate dai pioppi, e soprattutto il fatto che siano già stati messi a dimora giovani platani per sostituire i grandi pioppi i quali impediscono il loro sviluppo. Il segretario insiste comunque sull’incontro e propone come data giovedì 13 aprile.

Nel primo pomeriggio appare un post su facebook: “APPELLO URGENTE. Questi 22 stupendi alberi fanno da cornice al lago di Bolsena nel paese di Capodimonte. Per motivi incomprensibili il comune li vuole abbattere perché secondo questi burocrati provocano l’allergia di alcune persone, forse proprio di qualcuno che lavora nel comune stesso? Cerchiamo di fare il possibile per evitare questo scempio e iniziamo con il condividere questo post il più possibile su Facebook”.

Mille e duecento condivisioni e centinaia di commenti e controcommenti. Intanto, La Porticella interpella il Corpo Forestale e la Soprintendenza che si mostrano molto disponibili.

Il Corpo Forestale dichiara di essere al corrente della vicenda, di avere ricevuto l’anno scorso un’istanza a proposito e che, visto il carattere dell’intervento e nell’assenza di una tutela specifica degli alberi, non ha motivo di intervenire.
La Soprintendenza conferma questo parere, aggiungendo che sembra comunque improbabile che un tale viale alberato non sia tutelato; promette di informarsi in materia.

Senza dubbio, “I Pioppi”, o “Le Pioppe” per i capodimontani, viale alberato unico nel mondo per la sua età (l’impianto risale al 1400 all’incirca, vedi qui per la sua storia) e la sua estensione, avrebbero senza dubbio i crismi per essere posti sotto tutela.

Tutte le fonti storiche descrivono il viale costituito da pioppi (“l’arbuccio”), olmi, ontani, ornelli, anche salici e gelsi nel passato – un impianto misto con piante del posto, impiantate da contadini e pescatori (e parecchi di noi si ricordano ancora …). Il platano fu introdotto nei primi anni del secolo scorso, forse per imitare la scelta della borghesia nella raffinata Bolsena: non è però capodimontano. Una tutela attenta al carattere essenziale del viale nella sua continuità storica, e fiera della sua origine contadina, tenterebbe di conservare e rinforzare questo aspetto.

 

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