Giubileo, Cervo: “Un grande festival a tema sacro al colle del duomo”

Giubileo, Cervo: “Un grande festival a tema sacro al colle del duomo”

Homepage - Un festival con grandi registi internazionali e spettacoli a tema sacro da realizzare sul colle del duomo per celebrare in maniera importante il Giubileo a Viterbo. Questa è l idea del drammaturgo Gian Maria Cervo.

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“Penso a un festival di grandi produzioni teatrali, anche con registi internazionali, legate alle grandi figure della letteratura e del teatro italiano che hanno scritto opere a tema sacro”, questa l’idea del drammaturgo Gian Maria Cervo per il Giubileo a Viterbo.

Mancato veramente una manciata di settimane all’inizio dell’Anno Santo, che apre l’8 dicembre. Nella città dei papi ancora non c’è stato un tavolo, una cabina di regia, un niente di niente su come pensare questo grande appuntamento nel luogo che ospitò il primo conclave della storia e fu residenza papale. Il tutto ad appena 80 chilometri da Roma.

A rompere il silenzio con un’idea ha voluto pensarci il direttore artistico di Quartieri dell’Arte. Soddisfatto dei recenti successi ottenuti con il festival e sicuramente ispirato dal grande riscontro di pubblico degli spettacoli che hanno rappresentato la parte “medicea” dell’edizione 2015, Cervo pensa a un colle del duomo come luogo teatrale d’eccellenza.

Non a caso gli spettacoli su Giovanni delle Bande Nere e Cosimo dei Medici si sono svolti tra il Museo del Colle del Duomo e palazzo papale.

“Innanzitutto ci tengo a sottolineare che si tratta di una decisione consapevole. Abbiamo voluto celebrare una grande dello spettacolo e del cinema italiano come Suso Cecchi d’Amico, e la scelta della location è stata importante. Posso dire che il Teatro dell’Unione impallidisce nei confronti del colle del duomo dal punto di vista della tradizione e della storia teatrale. In questa parte di Viterbo ci sono state rappresentazioni teatrali dal ‘400 al ventunesimo secolo, il che la rende un luogo teatrale ineguagliabile.

Abbiamo scelto di celebrare qui il lavoro di Suso Cecchi d’Amico perché ha significato riconnettere il tutto al grande spettacolo dello scorso anno, di Aretino, con Giancarlo Giannini e il maestro Zeffirelli. Ma si tratta di un posto legato anche alle imprese di Orson Welles, che scelse palazzo papale per il suo Otello, e a tantissimi altri capolavori. E’ una realtà importante, ancora oggi centro religioso di Viterbo. Forse queste due dimensioni, di luogo teatrale e religioso, si potrebbero intersecare per dare vita a un grande festival del teatro sacro in occasione del prossimo Giubileo”, è il suo ragionamento.

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