Backstage – Povera Italia, destinata all’ingovernabilità
Homepage - Ora che non sarà più possibile divulgare gli esiti dei sondaggi (anomalia tutta italiana, visto che solo qui da noi si può pensare di influenzare i cittadini con semplici rilevazioni statistiche), appare chiarissimo un evento che anche su queste umili colonne era stato segnalato in epoca assolutamente non sospetta. Il riferimento è alla più che probabile evenienza che il nostro Paese sembra destinato a non avere una maggioranza in grado di governare.
Ora che non sarà più possibile divulgare gli esiti dei sondaggi (anomalia tutta italiana, visto che solo qui da noi si può pensare di influenzare i cittadini con semplici rilevazioni statistiche), appare chiarissimo un evento che anche su queste umili colonne era stato segnalato in epoca assolutamente non sospetta. Il riferimento è alla più che probabile evenienza che il nostro Paese sembra destinato a non avere una maggioranza in grado di governare. D’accordo c’è ancora una larga fetta di elettori (almeno il 30%) che per ora ha deciso di disertare le urne (ma che potrebbe pure cambiare idea) e che anche tra coloro che hanno deciso di esprimere il loro voto, c’è una non trascurabile fetta di indecisi (circa il 15%). Insomma dalla combinazione di questi due fattori potrebbero scaturire novità pure sostanziali, Ciò che unanimemente i sondaggi segnalano è che all’attuale stato del’arte nessuna forza politica in campo sarà in grado di arrivare alla maggioranza del 40% per avere quindi diritto al premio di maggioranza che permetterebbe di avere il numero di seggi necessario.
Insomma, il voto non risolverà nulla con i tre principali schieramenti (centrosinistra, centrodestra, Cinquestelle) abbastanza lontani dalla quantità di consensi utili a governare. Non solo, ma l’ipotetica distribuzione di deputati e senatori non permetterebbe neppure di arrivare a quel governo di larghe (molto larghe…) intese formato da Pd, Forza Italia e centristi di varia estrazione che era stato indicato come possibile soluzione alla futura impasse. Un’eventualità comunque decisamente e ripetutamente smentita sia da Berlusconi che Renzi. E allora? Come se ne uscirà? Nessuno è in grado di dirlo, se non evocare a breve (circa sei mesi) nuove elezioni politiche, il cui esito comunque assai difficilmente potrebbe discostarsi di molto dal voto che si va prefigurando nell’appuntamento del 4 marzo.
Inutile girarci intorno: la colpa è di una legge elettorale profondamente sbagliata nella sua filosofia di fondo. Né totalmente proporzionale, né completamente uninominale; ma un po’ dell’una e un po’ dell’altra. Una legge, il famigerato “Rosatellum”, figlia di troppi compromessi (tutti naturalmente al ribasso) in cui si è dovuto tener conto di mille esigenze differenti e contrastanti, per non dire opposte. Alla fine, è venuto fuori un pateracchio all’italiana: né carne, né pesce, né qualsiasi altra pietanza commestibile. Nella sostanza, un’autentica porcata. Alla faccia del cittadino (presunto) sovrano. Ma anche questa è una baggianata che va una volta per tutte categoricamente smentita: in Italia vige un sistema in base al quale non si elegge direttamente il governo, ma si mandano in Parlamento 630 deputati e 315 senatori che poi concedono o meno la fiducia al presidente del Consiglio incaricato dal presidente della Repubblica. In teoria, quindi, ognuno di noi può diventare premier anche senza essere stato eletto e senza che il suo nome compaia in alcun modo sulla scheda elettorale: basta avere comunque la maggioranza nei due rami del Parlamento.
Povera Italia destinata all’ingovernabilità e nelle mani di un manipolo di fatiscenti “padri della Patria” che in realtà pensano solo a se stessi e a perpetuare il più possibile il loro personale potere. E questo discorso riguarda tutti, ma proprio tutti.