Alta Tuscia, migranti al 3%. La rivolta dei sindaci contro il Prefetto: “In spregio alla collaborazione”

Alta Tuscia, migranti al 3%. La rivolta dei sindaci contro il Prefetto: “In spregio alla collaborazione”

Homepage - A finire nel mirino anche il tipo di sistemazione dei richiedenti asilo. Spesso sono “gestiti da società private con evidenti finalità di lucro il più delle volte in strutture inadeguate, con caratteristiche molto al di sotto degli standard di abitabilità”.

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Tre migranti ogni cento abitanti anziché ogni mille. La Comunità Montana Alta Tuscia protesta con il Prefetto: “Da luglio migranti inviati in questo territorio senza la minima informativa e concertazione con i Sindaci, in spregio alle più elementari regole di leale collaborazione”. L’attività del Prefetto Rita Piermatti e del vice Salvatore Grillo è nel mirino dei sindaci della comunità montana in merito alle vicende dell’arrivo di migranti sul territorio, allocali in alberghi abbandonati, in piccolo borghi come a Trevinano e a Civitella Cesi, in numero sovradimensionato rispetto alla capacità delle strutture, e senza concertazione e collaborazione con i comuni. Ne hanno parlato lunedì in una durissima conferenza stampa i deputati e il segretario provinciale del Pd Alessandro Mazzoli, Alessandra Terrosi e Andrea Egidi. “Da Luglio 2016 – scrivono i sindaci della Comunità montana – è infatti ininterrotto il flusso di migranti che vengono inviati in questo territorio senza la minima informativa e concertazione con i Sindaci, in spregio alle più elementari regole di leale collaborazione.

Risultato di questo modus operandi è l’assoluta incongruità del numero di migranti (oltre 350) rispetto alla popolazione residente dei comuni interessati, con una percentuale di circa il 3%, superiore di dieci volte il limite individuato nel protocollo d’intesa tra Governo e ANCI, presentato dal Sottosegretario Domenico Manzione durante l’incontro di Viterbo del 4 ottobre scorso”. A finire nel mirino anche il tipo di sistemazione dei richiedenti asilo. Spesso sono “gestiti da società private con evidenti finalità di lucro il più delle volte in strutture inadeguate, con caratteristiche molto al di sotto degli standard di abitabilità”.

La Comunità Montana prosegue richiedendo sistemazioni dignitose per i migranti e per i cittadini locali: “Si ritiene che la modalità sin qui utilizzata non sia rispettosa delle comunità di quest’area, già provata dagli eventi sismici di questi ultimi mesi e da anni impegnata in un lento e difficile cammino verso un modello di sviluppo che vede nel turismo il perno fondamentale. Per altro verso, la stessa modalità non consente di garantire sistemazioni dignitose a questi migranti, letteralmente stipati in fabbricati quantomeno inadeguati”.

Il presidente della Comunità montana “chiede che si attuino immediati correttivi alle procedure utilizzate da codesta Prefettura, a partire da una distribuzione più equa sul territorio provinciale” e chiede che siano attivati controlli sulle strutture proposte dai privati “circa il rispetto dei normali parametri di sicurezza e delle condizioni igienico-sanitarie con cui i cittadini stranieri vengono ospitati”. Atteso un duro confronto nell’incontro di oggi in Prefettura convocato per un confronto con i Comuni.

La comunità montana Alta Tuscia include i comuni di Acquapendente, Proceno, San Lorenzo Nuovo, Onano, Grotte di Castro, Gradoli, Latera e Valentano.

Nella foto: Trevinano, frazione di Acquapendente

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