Tassa di soggiorno, Palazzo dei Priori decide l’aumento. Parte il tip tap della polemica

Tassa di soggiorno, Palazzo dei Priori decide l’aumento. Parte il tip tap della polemica

Homepage - VITERBO - Tassa di soggiorno nella città dei papi, in principio fu l'introduzione e ora scatta l'aumento. Tutto, sia il primo che il secondo atto, in salsa di polemica. Tanto prima quanto ora. La decisione è arrivata in una modalità definita da più parti, opposizioni ad Arena e associazioni degli operatori come Federalberghi, come un vero e proprio blitz. 

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VITERBO – Tassa di soggiorno nella città dei papi, in principio fu l’introduzione e ora scatta l’aumento. Tutto, sia il primo che il secondo atto, in salsa di polemica. Tanto prima quanto ora. La decisione è arrivata in una modalità definita da più parti, opposizioni ad Arena e associazioni degli operatori come Federalberghi, come un vero e proprio blitz. 

Consumato a fine anno, tra le lenticchie e lo zampone. Piombato su un sistema, quello dell’accoglienza ricettiva, che nel Viterbese non è proprio dei più solidi. Nonostante le potenzialità. Si tira su la tariffa minima da un euro a un euro e 80 al giorno. Decisione che l’attuale amministrazione ha preso in maniera maldestra dal punto di vista delle tempistiche e della comunicazione, come spesso accade a queste latitudini. Decisione contestata però anche nel merito da Federalberghi che subito tuona: “Non accettabile nella forma e nel contenuto”.

Se sulla forma gli operatori del settore possono dire, perché oggettivamente ci sono delle pecche, sul contenuto (leggi aumento) la loro suona solo come una “crociata di parte” ma soprattutto di retroguardia. Si accoderanno in tanti e per questo abbiamo intenzione di dare anche la nostra visione sull’affare aumento dell’imposta. 

Viterbo aveva una tassa di soggiorno tra le più basse d’Italia e pensare che l’aumento possa penalizzare lo sviluppo turistico e avere ripercussioni sulle prenotazioni è razionalmente non sostenibile. Chi ha mai scelto una meta dove andare a trascorrere qualche giorno in base al costo dell’imposta di soggiorno? 

L’aumento quindi può essere interessante al fine da reperire risorse. Altrettanto sensato sarebbe che questi soldi venissero impegnato per il miglioramento della città: tanto dal punto di vista della qualità dell’accoglienza (pulizia, decoro urbano, arredo urbano) quanto da quello della comunicazione del territorio (ancora scarso e non sufficiente per piazzare il brand Viterbo sul mercato dell’offerta turistica).

Chi offre ricettività non ha competenze, oltre a non avere titolo, a comprendere le scelte maturate a livello politico anche su temi come l’imposta di soggiorno. Lamentarsi su questo, costo scaricato sui clienti, è una posizione sterile. Soprattutto se accompagnata dal silenzio tombale, da parte della categoria, sulla richiesta di miglioramento del decoro cittadino e della comunicazione territoriale.  Un conto è ricevere turismo, altro costruire turismo ma almeno anche i legittimi interessi di parte sarebbe bene coltivarli zappando i giusti terreni.

Il protestare sul merito dell’aumento della tassa di soggiorno somiglia tanto a uno strillo fatto per paura dell’ombra, piuttosto che fondato su ragioni di altro tipo. All’amministrazione Arena chiediamo, come giornale del territorio, la messa a punto di una vera visione turistica della città con la messa in agenda e lo sviluppo delle azioni necessarie. Il turismo non arriva attendendo ma costruendo strategie e posizionamenti. 

 

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