Pd provinciale spaccato, Benedetti: “Come pensano di tenere fuori più del 40% e poi appassionarci alle prossime elezioni?”

Pd provinciale spaccato, Benedetti: “Come pensano di tenere fuori più del 40% e poi appassionarci alle prossime elezioni?”

Elezioni 2018 - "A distanza di qualche giorno dalla nomina della segreteria provinciale, non essendoci stato seguito a quanto letto e riportato dai giornali, vorrei chiarire alcune cose. Dalle parole del segretario provinciale Egidi e del presidente Ciambella sono emersi dei particolari per noi del tutto nuovi". Così Manuela Benedetti, sfidante di Egidi per la carica di segretario provinciale".

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“A distanza di qualche giorno dalla nomina della segreteria provinciale, non essendoci stato seguito a quanto letto e riportato dai giornali, vorrei chiarire alcune cose. Dalle parole del segretario provinciale Egidi e del presidente Ciambella sono emersi dei particolari per noi del tutto nuovi”. Così Manuela Benedetti, sfidante di Egidi per la carica di segretario provinciale.

“In sede di assemblea provinciale, cercando di lavorare per unire ciò che una sfida comunque in parte allontana, abbiamo deciso di astenerci nell’elezione del tesoriere e del presidente, nonostante non fosse stato riconosciuto ad una parte ampia di partito (il 44%) alcun ruolo di garanzia, come in questi casi si è soliti fare. Questo atteggiamento non era né scontato, né dovuto per le modalità che avevano portato a quelle scelte: nessuna condivisione, nessun confronto, nessun contatto – continua Benedetti -.

Abbiamo comunque deciso che andava mantenuta la linea che avevamo deciso in fase congressuale: lavorare per ricucire, anche dove dall’altra parte, si tentava di strappare a colpi di maggioranza”.

“A seguito di ciò – entra nel vivo del ragionamento -, abbiamo ascoltato dal segretario e dal presidente parole di apprezzamento per il nostro atteggiamento che, a detta loro, avrebbe aiutato in un percorso unitario. Dall’assemblea alla nomina della segreteria nessuna parola, nessun incontro, nessun colloquio.

Il segretario convoca una conferenza stampa e noi scopriamo il giorno stesso, in tarda mattinata, che avrebbe presentato ai giornalisti la sua squadra.

Leggiamo che a parlare sono il segretario e il presidente, che oltre a presentare ciò che la federazione si appresta a mettere in atto nei prossimi mesi, si fa di nuovo riferimento a un percorso di avvicinamento con la minoranza, alla necessità di un lavoro condiviso con tutti, di una unità che si deve ritrovare nei prossimi impegni, di un successivo coinvolgimento nella segreteria di chi è rimasto fuori, di spazi lasciati vuoti, ecc. ecc.

A questo punto, passato ancora qualche giorno e non avendo ricevuto segnali di nessun tipo, ci nascono delle domande.

Se quanto viene ripetuto sempre pubblicamente è vero, perché poi non trova riscontro nelle azioni? Non sarebbe il caso, prima di tutto, di cercare un’unità e poi insieme impostare il lavoro? Non è un po’ inusuale ribaltare il processo per cui prima si decide cosa fare e poi se quanto deciso va bene anche agli altri, allora gli si consente di partecipare? Ricordando tra l’altro che ad oggi, nessuna proposta è arrivata in tal senso.

La scorsa segreteria provinciale, unitaria, era composta da 12 figure. Ad oggi ci si vuole convincere che ci siano posti riservati alla minoranza in una segreteria di maggioranza già composta da 12 persone e con tutte le deleghe assegnate. Cosa sarebbe rimasto fuori che a noi sfugge?

Il partito regionale e quello nazionale stanno lavorando in un’ottica d’inclusione, nei giorni scorsi la segreteria del Pd Lazio è stata allargata cercando un maggiore coinvolgimento di tutti e lo stesso segretario Renzi, ribadisce ormai senza posa, la necessaria unità del partito. Possibile che solo in provincia di Viterbo non ci si renda conto che lo sforzo da fare è quello di tenere tutti insieme?

Si avvicinano appuntamenti difficili, è importante l’impegno di tutti”.

“Siamo preoccupati per questo clima – conclude Manuela Benedetti -, un partito che non riconosce una parte importante, quasi la metà, dei suoi iscritti e non li coinvolge, come pensa di appassionarli tra qualche mese nelle sfide più complicate?

Inoltre, ci fa piacere che comunque si parli di percorsi unitari, ma prima di mettere in piedi qualsiasi cosa, non sarebbe il caso di riunire almeno gli organi eletti e discutere un po’ di più al loro interno invece di lasciare che le cose si apprendano per casualità?”.

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