Pagelle di fine anno: i voti alla Giunta

Pagelle di fine anno: i voti alla Giunta

Homepage - Ecco il tradizionale pagellone di fine anno de La Fune. Iniziamo dalla Giunta del Comune di Viterbo, che è giunta (scusate il gioco di parole) agli ultimi mesi di vita. Il voto si riferisce a quanto fatto (o non fatto) nel 2017. 

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Ecco il tradizionale pagellone di fine anno de La Fune. Iniziamo dalla Giunta del Comune di Viterbo, che è giunta (scusate il gioco di parole) agli ultimi mesi di vita. Il voto si riferisce a quanto fatto (o non fatto) nel 2017. 

 

Maurizio Tofani, ambiente. Pare abbia tenuto pulita la propria immagine cercando di tenere pulita la città. Non essendoci riuscito troppo bene, ha deciso di tenere pulita la propria immagine cercando di ripulire le cronache dal proprio nome. Scherzi a parte, doveva partire prima della fine dell’Estate, al massimo dopo Santa Rosa, con un lavoro sul nuovo contratto di gestione della raccolta dei rifiuti e con un dibattito pubblico su cosa fosse necessario aggiustare rispetto al contratto in vigore per evitare di ripetere le difficoltà (per usare un eufemismo) e le incomprensioni avute con Viterbo Ambiente in questi anni. Non ci pare l’abbia fatto. Voto 5.

Alessandra Troncarelli, politiche sociali. Di Alessandra Troncarelli ricordiamo solo qualche battibecco in Consiglio comunale e poco di più (ma forse questo risale addirittura agli anni passati), ma si sa che il lavoro di assessore alle Politiche Sociali non è di certo un lavoro “visibile”. Ha gestito in maniera poco aggressiva situazioni emergenziali che secondo noi avrebbero dovuto avere lei come paladina. Senza Voto.

Luisa Ciambella, bilancio e patrimonio. Dell’assessore con le deleghe più delicate della Giunta Michelini ricordiamo benissimo quando sostenne che il progetto del Sito del Comune di Viterbo, fosse innovativo e preposto ad ospitare tanti servizi on-line al cittadino. Insomma questo sito sembrava che avrebbe rivoluzionato il rapporto dei viterbesi con gli uffici comunali, ma passato un intero anno oggi possiamo dire che è stata una delle peggiori figure fatte da questa amministrazione (anche perché reiterata per ogni volta che qualcuno entra su quel benedetto sito). Il Bilancio del Comune invece, alla fine nonostante le tante critiche, rimane in piedi e sembra piuttosto stabile. L’operazione di Esattorie è acqua passata, il caso Rsa idem e ad ora, almeno per quanto riguarda la gestione delle risorse, non pare ci siano emergenze palpabili. Insomma tutto sembra filare abbastanza liscio, senza infamia e senza lode. Se saranno trucchi, come qualcuno insinua, sarà la storia a raccontarcelo. Voto 5,5.

Sonia Perà, sviluppo economico e servizi demografici. È la donna dello spostamento degli uffici demografici a piazza Fontana Grande. Un’operazione che riguarda anche il Patrimonio (Luisa Ciambella) e i Lavori Pubblici (Alvero Ricci) e per questo è di per sé una grande operazione… Riuscite ad immaginare tre persone dello stesso partito che invece di scannarsi portano a casa un risultato? Incredibile, vero? È andata così. Peccato per lo Sviluppo Economico e per le festività natalizie che però sembrano anche una lotta “contro”, oltre che una costruzione “per”. È un assessore che ha cercato spesso il confronto con gli operatori economici, e fosse solo per queste due voci il voto sarebbe abbastanza alto. Purtroppo però contano anche i risultati, condizionati anche da una certa apatia cittadina e dal congresso permanente e distraente del Pd del quale è stata in parte protagonista. Tutto sommato, dunque, voto 6. Ma per chi deve contribuire a Sviluppare l’economia della città, avremmo voluto spendere un 8.

Alvaro Ricci, lavori pubblici. Si lascia troppo andare promettendo scadenze che poi non vengono rispettate. Dalle torri alle rotatorie, ma alla fine i risultati arrivano. Non è lui che deve decidere come spendere i soldi per far rivivere la città, lui deve solo provare a spendere al meglio quelli che gli danno per le infrastrutture. Alla fine le sue scelte non ci dispiacciono, ma paga in negativo le tante bbbuche delle strade, ma ci vorrebbe una pioggia di milioni per riparare tutto. Di chi è la colpa se questi soldi non ci sono? La rotatoria di via Genova ci piace, il lavoro di ristrutturazione della Torre di via Capocci pure, anche se tardivo. Voto 6.

Raffaella Saraconi, urbanistica e verde pubblico. Aveva promesso l’arrivo dei fondi dal Governo per le periferie e poche settimane fa si è vista firmare l’accordo dal presidente del Consiglio Gentiloni in persona. Dovrebbero arrivare così circa 20 milioni di euro per il Poggino e Santa Barbara: una marea di soldi che in parte saranno gestiti dalla prossima amministrazione comunale. Un regalo enorme per la città, del quale il merito va in buona parte al Governo che ha esteso i fondi a disposizione coprendo i progetti di tutti i Comuni partecipanti al bando di fine 2016. I maligni dicono che sia un fake e noi speriamo per la città che il fake siano queste malignità. Il lavoro sul centro storico è una ventata di aria fresca, peccato però per l’apatia con cui la cittadinanza ha partecipato al dibattito avviato lo scorso anno. Il voto sarebbe stato ancora più alto se su Prato Giardino e il verde pubblico fosse riuscita a portare a casa alcuni risultati, primariamente portando soldi su quei capitoli. Non è tutta colpa sua, ma se i risultati mancano qualcuno deve pur “pagare”. Voto 7.

Antonio Delli Iaconi, cultura e terme. Sulla cultura ha completato il proprio progetto di imbustare il dibattito culturale attraverso le famigerate convenzioni, prima “regalate” a 5 grandi attori cittadini scelti arbitrariamente, poi estese (con qualche “regalo” fuori norma, ma vabbè) ad un’altra decina di realtà che così potranno bypassare completamente il Regolamento sui contributi comunali fagocitando la gran parte delle risorse destinate alla cultura. Spazio per emergere per i nuovi in questo contesto ce n’è davvero poco, tanto che per tutti gli altri è stato fatto un bando (uscito a ottobre…) valido tutto l’anno per appena 15 mila euro. Totali. Ha poi riaperto il Teatro dell’Unione, iniziando a preoccuparsi troppo tardi di come sarebbe dovuto essere gestito, rendendosi pure protagonista di quell’ingarbugliato passaggio del Teatro dell’Augusteo. Sulle Terme non è pervenuto e un altro mandato a Palazzo dei Priori è passato senza grandi passi in avanti, se non per l’iniziativa privata delle Terme del Paliano. Chi vivrà, vedrà. Qualcuno lo ha soprannominato il Cardinale Richelieu dell’amministrazione. Voto 4.

Leonardo Michelini. È il leader dell’amministrazione comunale e dopo aver subito per i primi anni del proprio mandato la litigiosità interna della coalizione alla fine è rimasto quasi solo. I consiglieri di maggioranza sono rimasti pochini ed è questo uno dei principali motivi della ritrovata serenità della coalizione. Per quanto riguarda i risultati, un anno fa Giuseppe Fioroni auspicava che l’amministrazione comunale nel 2017 portasse a casa qualche risultato significativo e si battesse contro la povertà. Noi abbiamo visti pochi risultati per una città così distante dal resto del Centro Nord e pochissima lotta alla povertà (fatta più che altro con l’assistenzialismo). Fanno male all’immagine del Sindaco i battibecchi con Caffeina, nati dopo l’uscita di Viva Viterbo dalla maggioranza. Voto 5.

 

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Giacomo Barelli. Menzione speciale per lui che è stato assessore per pochi mesi nel 2017 prima delle dimissioni date per coerenza con il proprio movimento politico di Viva Viterbo, del quale è diventato poi portavoce. Ci colpisce però la precisione delle sue critiche all’amministrazione dopo essere passato all’opposizione. Precise e argomentate tanto quanto le arringhe in difesa dall’attività della Giunta, quando stava dall’altra parte. Oltre questo però di più è difficile dire. Senza voto.

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