La cena del centrodestra viterbese: dalla panzanella al clima, passando per la strategia

La cena del centrodestra viterbese: dalla panzanella al clima, passando per la strategia

Homepage - Il centrodestra viterbese lavora sul clima e apre il cantiere per la costruzione di una possibile coalizione partendo da queste direttrici. Tutto comincia dal Richiastro, ristorante cittadino, lunedì sera. “Una cena per gli uomini, un grande passo per la politica locale”; si potrebbe sintetizzare parafrasando lo sbarco sulla Luna.

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“Basta attacchi a Michelini, la sua è esperienza finita”; “Solo interventi costruttivi, dobbiamo mettere al centro la città”; “Lavorare a un progetto vero e non da campagna elettorale per Viterbo”; “Andare verso la gente”.

Il centrodestra viterbese lavora sul clima e apre il cantiere per la costruzione di una possibile coalizione partendo da queste direttrici. Tutto comincia dal Richiastro, ristorante cittadino, lunedì sera. “Una cena per gli uomini, un grande passo per la politica locale”; si potrebbe sintetizzare parafrasando lo sbarco sulla Luna.

Si mangia “la canata”, la panzanella della Tuscia, e ci si “annusa”. Politicamente parlando, naturalmente. Seduti, l’uno al fianco dell’altro, i rappresentanti di due partiti: Forza Italia e Fratelli d’Italia; e due civiche: Fondazione e Viva Viterbo. La tavola tiene insieme gli azzurri Dario Bacocco, Giovanni Arena e Francesco Ciarlanti; i “fratellini” Mauro Rotelli Giuseppe Peruzzi, Gianluca Grancini, Luigi Buzzi e Claudio Ubertini; Gianmaria Santucci, Paolo Barbieri e Paolo Zappi per Fondazione e per Viva Viterbo Filippo Rossi, Giacomo Barelli, Maria Rita De Alexandris e Andrea Moretti.

Essere lì insieme è già un segnale. Non ci sono tutti i pezzi, è vero; ma da qui al voto c’è ancora un anno circa. Manca all’appello Chiara Frontini e il suo movimento civico Viterbo2020. Grande assente Giulio Marini e anche Daniele Sabatini, molto vicini tra loro in questi ultimi tempi.

“Mi sembra ci sia un giusto clima”, ci racconta un commensale. “Iniziare a mettersi intorno a un tavolo è importante – continua -. Non abbiamo in mente un club, un gruppo chiuso. Immaginiamo che altri si aggiugeranno e lo faranno magari vedendo quello che stiamo iniziando a mettere al centro: un progetto vero, e non da campagna elettorale, per la città. Oggi i viterbesi sono smarriti, cercano qualcuno capace di indicare una strada dopo il disastro dell’amministrazione Michelini. Abbiamo deciso di evitare interventi critici, ormai quella è un’esperienza conclusa. C’è bisogno di parlare di Viterbo e di pensare per Viterbo”.

“Quello che conta per adesso – parere di altro commensale – è il clima. Tutto il resto verrà e ci sarà spazio per tutti”.

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