Isole ecologiche da incubo – Freddano, qui è tutto un fiorire di materassi e schifo

Isole ecologiche da incubo – Freddano, qui è tutto un fiorire di materassi e schifo

Cronaca - Strada Freddano. Un paio di chilometri da Porta Faul, pochi passi e si arriva a Viterbo. Viene quasi da sperare di arrivare in città dalla porta di servizio e non da quella principale.

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Strada Freddano. Un paio di chilometri da Porta Faul, pochi passi e si arriva a Viterbo. Viene quasi da sperare di arrivare in città dalla porta di servizio e non da quella principale.

L’aria è buona, frizzantina, grandi spazi verdi (la maggior parte incolti), le auto sfrecciano indisturbate lambendo le abitazioni signorili lungo la strada. Mica male si potrebbe pensare, ma gli abitanti di quella zona non sono dello stesso avviso. Gli unici colori di Strada Freddano non arrivano dagli alberi in fiore che si affacciano alla primavera, ma provengono dalla sostanziosa quantità di sacchetti dell’immondizia sparsi lungo la strada, ma soprattutto dall’isola ecologica che troneggia a metà percorso.

E’ tutto un fiorire di materassi, cassetti, comodini, pezzi di mobilio vario quasi da mercatino delle pulci, materiale elettrico di ogni forma e dimensione, abiti, coperte e lenzuola impigliate tra i rami degli alberi brulli, ma soprattutto metri e metri di immondizia che macera almeno da venti giorni ai bordi dei cassonetti che traboccano come mostri ributtanti.

La voglia (e il dovere) di tornare a parlare di decoro pubblico dopo ‘Marciapiedi da Incubo’ ci arriva direttamente dalla voce di una cittadina viterbese che vive da quelle parti e che ogni volta che deve gettare la spazzatura, deve fare lo slalom tra ogni genere di rifiuto ingombrante lasciato a morire ai bordi dell’isola ecologica.

L’isola ecologica di Strada Freddano è talmente fornita di elettrodomestici abbandonati da far invidia al centro commerciale più moderno, un’ampia scelta di televisori e lavatrici quasi da lista di nozze. Come un gruppo di speleologi armati di torcia e piccone per farci largo tra la monnezza imperante dell’isola ecologica, scopriamo che la situazione è invariata lungo tutta Strada Freddano. Nessun luogo, nessun angolo si salva dall’inciviltà e
incuria.

Forse i traboccanti cassonetti fanno così paura da non riuscire ad avvicinarcisi per evitare di lasciare il proprio sacchetto nell’area dell’isola? E’ così complicato riuscire a capire il meccanismo della raccolta differenziata? Sacchetto dentro cassonetto con simbolo apposito, facile no?

Vicino all’inciviltà umana però, c’è anche la trascuratezza di chi dovrebbe pulire quella strada e quell’isola che invece sembra essere dimenticata almeno da mesi. Si scorgono in un angolo anche delle decorazioni natalizie, siamo a febbraio inoltrato. Ci risiamo. Inizia così il nostro viaggio nell’orrore delle isole ecologiche viterbesi.

Foto Fisioterapy Center

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