“Due più due non fa cinque”, il Comitato contro il nuovo metodo di bilancio della Talete

“Due più due non fa cinque”, il Comitato contro il nuovo metodo di bilancio della Talete

Homepage - "Non ce la beviamo" invita i cittadini alla mobilitazione a partire dal 7 aprile alla sala del consiglio comunale di Viterbo, dove si discuterà di gestione dell'acqua

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Il nuovo bilancio della Talete, la società che gestisce la rete idrica di alcuni comuni della Tuscia, è passato da un buco di quattro milioni di euro a uno di appena 21mila euro in un battito di ciglia. La cosa ha sorpreso molti, fra semplici cittadini e politici locali, che hanno subito chiesto spiegazioni al nuovo cda sulla questione. Dopo settimane di domande e interrogazioni, però, ieri finalmente è arrivata la risposta: si tratta semplicemente di un diverso criterio adottato per quanto riguarda la messa in bilancio degli investimenti e della spesa corrente.

Il vecchio bilancio, infatti, determinava un criterio in base al quale veniva considerata ‘spesa corrente’ tutte le azioni di spesa sotto i 5mila euro, investimenti quello sopra la stessa cifra. La nuova dirigenza ha invece tolto di mezzo questo criterio, riuscendo quindi a ridurre il passivo e spalmando tutto sulle bollette, perché gli investimenti possono essere spalmati sulle tasche degli utenti.

Ecco spiegato l’arcano. Ma a qualcuno questa cosa non è proprio andata giù, come al comitato ‘Non ce la beviamo’, promotore nei mesi scorsi del referendum cittadino sull’acqua pubblica, che ora arriva a commentare il bilancio Talete etichettandolo come pura “Aritmetica viterbese, dove 2+2 fa 5. Che ne direbbe proprio lui, il matematico Talete?”.

“Tutto chiaro sul bilancio Talete e di conseguenza sui bilanci dei comuni di Viterbo e Civita Castellana …. però noi, riteniamo che questo modo di far quadrare i conti, fortemente promosso dalla politica antidemocratica del PD, si scontra con quello più semplice di noi comuni mortali abituati a credere che due più due faccia quattro”.

“Il bilancio in questione – sottolineano dal Comitato – è il consuntivo dell’anno 2014 che, solo per il ritardo con cui è stato approvato, imporrebbe la ricerca delle responsabilità. Le “manovre” per fornirlo di decenza contabile, che non significa attendibilità o veridicità, sono state rocambolesche, si è arrivati a cambiare il nome delle voci di spesa, facendo passare i debiti della Società per investimenti. In questo modo possono essere ammortizzati e spalmati nell’arco di decine di anni”.

“Un piattino molto appetibile a chi verrà dopo (forse ACEA?), che si vedrà sgravato di tutti quei milioni di debito in capo alla Società grazie alle fantomatiche operazioni dei Comuni che, attraverso la revisione dei residui attivi, recupereranno i crediti nei confronti della Società rivalendosi sui cittadini attraverso tagli di servizi e aumenti dei tributi comunali. I conti reali e lo stato patrimoniale e debitorio di Talete rimangono oscuri e soddisfano solo chi vuole credere, forse per altri scopi, che i problemi si stiano risolvendo o si risolvano attraverso l’entrata dei privati”.

“Dulcis in fundo, il Cda di Talete ha palesemente dichiarato l’annuncio di nuovi aumenti tariffari. Solo una forte mobilitazione dei cittadini – conclude il Comitato – può frenare questa deriva: organizziamoci per far valere gli strumenti democratici che ancora ci restano, organizziamo la nostra presenza e partecipiamo alle iniziative che i comitati per l’acqua e i comitati di cittadini stanno portando avanti con sacrificio: primo appuntamento il 7 aprile alle 15,30 presso la Sala del Consiglio comunale di Viterbo, dove si discuterà di gestione dell’acqua. Aspettiamo la partecipazione di tutti i cittadini”.

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