Federlazio, da Manzella poche novità positive per le aziende

Federlazio, da Manzella poche novità positive per le aziende

prima - VITERBO - Il tradizionale incontro di fine anno di Federlazio è l'occasione per fare il punto, in virtù della presenza di Gian Paolo Manzella, sottosegretario al ministero della Sviluppo economico.

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VITERBO – Che c’è di nuovo sotto il cielo delle imprese della Tuscia? A dire il vero, poco. Il tradizionale incontro di fine anno di Federlazio è l’occasione per fare il punto, in virtù della presenza di Gian Paolo Manzella, sottosegretario al ministero della Sviluppo economico. L’esponente del governo giallo-rosso elenca gli interventi presenti nella manovra economica  (sarà approvata nei primissimi giorni della prossima settimana), ma il succo è che gli elementi veramente innovativi e capaci di dare una svolta significativa sono scarsi. Tanto che nell’intervento di saluto, il presidente dell’associazione delle piccole e medie imprese Giovanni Calisti non può proprio fare a meno di segnalare che le attese sono sempre le solite e mai davvero portate a termine.

L’elenco delle doglianze è lungo e circostanziato, ma Calisti evita di ripeterlo. Basta andare a rileggersi le dichiarazioni rese in occasione dei rapporti semestrali stilati sulla base delle risposte date dagli imprenditori laziali: infrastrutture, banda larga, snellimento burocratico, innovazione, sgravi fiscali…

Manzella, nonostante i pochi mesi di lavoro al Mise, conosce molto bene la situazione del Lazio e del Viterbese vista la sua precedente esperienza come assessore nella giunta Zingaretti. Quelle richieste le conosce bene, avendole ascoltate in ripetute circostanze come un mantra. Risposte non ce ne sono: meglio soffermarsi su quanto presente nella Finanziaria. Innanzitutto i 6 miliardi contenuti nel cosiddetto Impresa 4.0 che va a sostituire il precedente Industria 4.0. “Abbiamo calcolato – spiega – che questi provvedimenti potranno essere utilizzati dal 40% di aziende in più rispetto al passato. E non va neppure trascurato il fatto che entrano pure le imprese agricole, numerose e qualificate in questa regione e in questa provincia”. E ancora il credito di imposta legato alle innovazioni tecnologiche, gli aiuti per le start up soprattutto se gestite da giovani. “Mi è dispiaciuto – aggiunge il sottosegretario – che un mio emendamento, legato alla necessità di introdurre l’educazione finanziaria e imprenditoriale nell’ambito più vasto dell’educazione civica, sia stato tagliato”. D’altronde, il governo aveva la necessità di fare presto e di chiudere la questione entro fine anno, altrimenti sarebbe scattato il nefasto esercizio provvisorio. A proposito di date, nel 2020 è previsto il rinnovo delle cariche nell’ambito di Federlazio. Lo ricorda il direttore Giuseppe Crea che da 12 anni guida l’associazione viterbese.

Sollecitato dal giornalista Simone Cosimi, Manzella si sofferma pure su due vicende che hanno caratterizzato gli ultimi giorni: “Finalmente buone notizie. Dopo l’accordo Fca – Peugeot circolava una certa preoccupazione su quello che sarebbe successo in Italia e invece la Fiat ha confermato investimenti per 5 miliardi nei prossimi anni. Inoltre sula questione Ilva, ci siamo presi insieme ad ArchelorMittal un paio di mesi di riflessione prima di tornare a sederci al tavolo delle trattative per chiudere nel miglior modo possibile la vertenza. Non è risultato di poco conto se si pensa che la multinazionale franco-indiana aveva dall’oggi al domani annunciato di vole mollare. Insomma ci davano le chiavi e se ne andavano”.  “In questo caso – aggiunge Manzella – ha saputo reagire in modo corale l’intero sistema Paese: sindacati, istituzioni locali e nazionali, parlamento, magistratura”.

Magari sarebbe stato opportuno anche parlare degli improcrastinabili interventi per rendere quella fabbrica (circa diecimila dipendenti diretti e altre migliaia nell’indotto) non più portatrice di fumi velenosi che hanno provocato centinaia di vittime. E’ vero, Manzella parla di “svolta green”, ma non approfondisce e dunque la sua appare più come una dichiarazione di principio che come un vero e proprio impegno (prioritario) nella politica industriale dell’Italia. L’ultima battuta è un elogio al presidente Calisti: “Un uomo che si è fatto da solo, che ha cominciato dal basso e che oggi guida un’azienda leader nel settore della ceramica”. Chapeau.

La seconda parte della serata è decisamente più leggera. Federico Palmaroli (ospite fisso di Medioera e del suo direttore Massimiliano Capo) propone un po’ delle sue vignette. Sotto i suoi colpi cadono tutti: dal papa a Mattarella, da Conte a Di Maio, Salvini, Renzi. In pratica una carrellata che parte dagli ultimi mesi del governo giallo-verde ai giorni nostri, passando attraverso le elezioni europee e la successiva caduta dell’esecutivo durante l’estate. Vale la pena ricordare solo l’ultima, in tema natalizio: i tre Re Magi si apprestano a portare i doni al Bambino Gesù, ma si fermano e riflettono ad alta: “Ao’, ma je portamo sempre le stesse cose”.

 

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