Palazzo dei Priori, parte delle opposizioni prepara una mozione di sfiducia per la sindaca

Palazzo dei Priori, parte delle opposizioni prepara una mozione di sfiducia per la sindaca

Homepage - VITERBO - Il fronte di chi vorrebbe mettere fine all'attuale amministrazione è composto da Lega, Fratelli d'Italia e Bene Comune. Sembrerebbe su posizioni più tiepide il Partito Democratico, che in aula conta quattro consiglieri. 

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VITERBO – Una mozione di sfiducia per la sindaca Chiara Frontini. Ci starebbero lavorando alcune delle forze d’opposizione che siedono a Palazzo dei Priori. La decisione dopo il consiglio comunale di ieri, dove la sindaca ha tenuto un discorso volto a dare un messaggio alla sala d’Ercole e alla città. “La sindaca non pratica il metodo delle minacce, potete stare tranquilli”, questo in sintesi il discorso di Frontini. 

Ma quanto detto dalla prima cittadina non è piaciuto e c’è chi, giocando il gioco della politica, vorrebbe tentare la spallata di una mozione di sfiducia, puntando a picchiettare sulla “questione morale” per terremotare qualche altro pezzo della maggioranza e mandare in crisi numerica il consiglio. 

Il fronte di chi vorrebbe mettere fine all’attuale amministrazione è composto da Lega, Fratelli d’Italia e Bene Comune. Sembrerebbe su posizioni più tiepide il Partito Democratico, che in aula conta quattro consiglieri. 

L’intenzione sembrerebbe quella di costruire un aut – aut: o Frontini prende le distanze dal marito, che avrebbe pronunciato frasi intimidatorie verso il consigliere Bruzziches, oppure compie il tanto atteso (per gli oppositori) passo indietro. 

La mozione, su un piano strettamente di tattica politica, vuole essere per le opposizioni lo strumento con cui tentare di innescare una caduta anticipata del governo della città. Una mossa giocata nella speranza che qualche consigliere di maggioranza possa vacillare sotto i colpi insistenti e incessanti della “questione morale”.

Non a caso da più parti si sta cercando di accreditare un concetto “chi non toglie l’appoggio appoggia i metodi mafiosi”. Metodi la cui esistenza e consistenza non è stata accertata nelle sedi di competenza ma che sono dati per evidenti, in maniera sommaria, in pubblica piazza. 

Ai consiglieri comunali di maggioranza la scelta se consegnare alla storia di Viterbo una pagina di democrazia alla sudamericana o affermare ancora l’esistenza di una città consapevole delle complessità della democrazia e rispettosa della dignità e libertà delle persone (e dei sindaci) anche quando si attraversano momenti più o meno difficili. Intanto assistiamo alla scena della “questione morale” utilizzata come una famosa “pelle elastica”. 

 

Foto Fisioterapy Center

 

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