I medici di medicina generale: “Ci sentiamo però come si sentivano i soldati in trincea nella prima guerra mondiale”

I medici di medicina generale: “Ci sentiamo però come si sentivano i soldati in trincea nella prima guerra mondiale”

Homepage - VITERBO - Il referente dell’unità di crisi della Asl Michele Fiore: “I medici di medicina generale stanno pagando un notevole tributo al Coronavirus perché hanno lavorato a mani nude, senza Dpi, senza mascherine”.

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VITERBO – Gentilissima redazione,

chi scrive è il segretario provinciale di Fimmg Vt, il sindacato dei medici di medicina generale maggiormente rappresentativo.

Non abbiamo mai parlato, non abbiamo mai scritto, non abbiamo mai denunciato e abbiamo continuato a lavorare nei nostri studi medici con consapevolezza e buon senso.

Sappiamo che i medici di medicina generale stanno pagando un notevole tributo, anche nella nostra Asl, al Coronavirus e lo stanno facendo in silenzio, alcuni anche in quarantena, perché hanno lavorato a mani nude, senza Dpi, senza mascherine.

E anche oggi continuiamo a lavorare così senza protezioni materiali ma con l’unica vera protezione che ci contraddistingue: il buon senso -principalmente – unito al rispetto dei decreti e delle ordinanze cercando inoltre di informare con correttezza chi telefona o viene in studio.

Siamo una categoria che continua ad andare nel suo posto di lavoro a visitare pazienti cercando di far capire loro quanto sia importante il rispetto delle norme elementari di igiene, l’importanza della distanza sociale, l’evitamento delle sale d’attesa e dei luoghi affollati.

Noi ci sentiamo però come si sentivano i soldati in trincea nella prima guerra mondiale: prima linea.

Prima linea esposta, senza protezioni e senza armi efficienti, ma convinta della sua missione guidata dal giuramento che abbiamo fatto di curare chi si rivolge a noi.

Testardi come pochi continuiamo nella nostra opera allo stesso modo ma con buon senso e consapevolezza.

Ovviamente chiediamo che ci vengano forniti i Dpi e lo facciamo a gran voce ma senza minacce: se non ci sono non denunciamo nessuno, non diffidiamo nessuno, non mettiamo in croce Asl e Regione.

Ad impossibilia nemo tenetur, dicevano i latini.

Siamo consapevoli del momento difficile, unico dal dopo guerra ad oggi.

Se i Dpi nella Asl di VIterbo, in Regione, in tutta Italia non si trovano non cerchiamo un capro espiatorio ma ci diamo da fare con quello che abbiamo nella speranza che le protezioni individuali arriveranno anche per noi, speriamo non troppo tardi.

Non denunciamo nessuno perché siamo consapevoli che una denuncia o una diffida non farebbero altro che aumentare carte e burocrazia di cui noi abbiamo bisogno.

In questa fase di emergenza una bella denuncia gratificherebbe solo l’ego di chi la fa, aumenterebbe il lavoro delle autorità giudiziarie, prenderebbe qualche applauso ma non otterrebbe nulla.

Noi non obblighiamo il direttore generale a fare magie che non sa e che non può fare ma siamo al suo fianco per combattere questa emergenza.

Noi facciamo richieste, anche pressanti, perché se noi siamo protetti lo saranno anche i nostri assistiti.

Noi siamo seri.

E la serietà è la nostra forza e ci nutriamo di buon senso e consapevolezza certi con queste armi di contagiare i nostri pazienti.

Siamo convinti che ce la faremo.

Michele Fiore
Referente per i medici di medicina generale dell’unità di crisi coronavirus della Asl Vt

 

Foto Fisioterapy Center

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