Fiocco Rosa, Laura Belli, dalla parte delle donne e del territorio

Fiocco Rosa, Laura Belli, dalla parte delle donne e del territorio

Fiocco Rosa - Regina di Ararat nel piatto e nella musica, oggi incontriamo Laura Belli. Proprietaria dell'agriturismo "I Giardini di Ararat", imprenditrice amante del territorio, perfetta conoscitrice delle bellezze della nostra terra

ADimensione Font+- Stampa

Tutti conoscono il Regno di Ararat e tutti ne conoscono la Regina. Oggi incontriamo Laura Belli, imprenditrice viterbese devota al territorio e alla salvaguardia delle sue bellezze. La sua cucina è conosciuta anche oltre la Tuscia, l’amore per questa terra anche di più. 

Laura Belli, nei giorni scorsi, ha consegnato le chiavi della sua attività al Sindaco Arena durante la protesta “RisorgiItalia”. Ha spento le luci del suo bellissimo regno, ha chiuso la porta, girato la chiave nella toppa e, a testa alta, ha deciso di aderire ad una protesta che si spera arrivi fino al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. L’abbiamo incontrata per sentire dalla sua voce, cosa sta accadendo.

 Laura Belli, imprenditrice istrionica, creativa, fervente bagnaiola. Ti ho descritta nel modo giusto?

” Sì dai mi hai descritto nel modo, ma ti sei dimenticata la mia mezza parte inglese. Mia madre è londinese e io incarno perfettamente la mia stirpe anglosassone. E ci tengo molto”

“I giardini di Ararat” sono il tuo regno, dedichi tutte le tue energie a promuovere i prodotti del territorio e le sue ricchezze. Che background c’è dietro questa scelta?

” Sono figlia di ristoratori da cinque generazioni e sinonimo di ristorazione, commercio al dettaglio in chiave enogastronomica è anche il turismo e tutto quello che si può fare per il turismo. Nella mia famiglia abbiamo sempre “fatto per casa e fatto per il territorio”, ci siamo sempre interfacciati con le amministrazioni comunali e fatto la nostra parte. Questa è assolutamente l’educazione che ho ricevuto da mio padre che come si è fortemente nazionalista e patriottico, questo è il background più importante. E’chiaro poi che studiando agraria che purtroppo non ho mai concluso, mi ha dato una preparazione dal punto di vista tecnico sui prodotti del territorio e ha contribuito a formare la mia piccola esperienza professionale”

Quando hai capito che avevi scelto la strada giusta?

“L’ho capito quest’anno perché sono rimasta sola per la prima volta in agriturismo. Prima c’erano i miei genitori, poi c’era la mia compagna, adesso sono qui da sola, tutto quello che faccio e tocco è mio, fatto da me, con le mie mani, mi rappresenta. Sono felice di fare quello che faccio”

 

 Parliamo dell’emergenza Covid19 che si è abbattuta sulle nostre teste e che sta mettendo tutti a dura prova. Ieri c’è stata la consegna simbolica delle chiavi delle attività al Sindaco Arena. Raccontaci, intimamente, quanto è dura dover fare un atto del genere?

“Ti racconto questa cosa: eravamo lì, con Paolo Bianchini, ci conosciamo da piccoli, lo stimo moltissimo per il coraggio che ha nel portare avanti le sue battaglie e con lui siamo anche uniti dalla storia delle nostre vite, Paolo conosce bene me e la mia famiglia. Quando eravamo davanti al Sindaco, erano con noi anche giornalisti che riprendevano la scena, Paolo ha consegnato la chiave di polistirolo e ha iniziato a fare il suo discorso in modo formale come il momento richiedeva di fare, un giornalista ha interrotto la scena per chiedere di ricominciare il discorso per scattare delle foto. Paolo si è alterato, io ero vicina a lui e mi sono commossa perché Paolo si è rivolto al Sindaco dicendo ” questa è la chiave della mia vita, questa è la chiave della vita di Laura, dei suoi genitori”. E’ stato un momento commovente perché la mia piccola storia rappresenta quella di mille imprenditori italiani, di tutti coloro che hanno superato momenti brutti, la depressione economica, l’arrivo dell’euro… Non essere presi in considerazione è un macigno”

 

 Le ultime decisioni del Presidente del Consiglio Conte, sono state durissime per voi ristoratori e per altre attività che ormai sono diventate necessarie. Tu credi che si potrà aprire un dialogo e magari riuscire ad aprire prima della stagione estiva?

” Il punto non è aprire prima della stagione estiva. Secondo me non si può aprire prima della stagione estiva perchè c’è ancora il forte pericolo del contagio. La salute degli italiani viene prima di tutto per cui questa data che viene rimandata per l’apertura va più che bene però nel mentre mi devono dire cosa devo fare nel mentre, come devo vivere. Come fare a sfamare i miei dipendenti, questo è il punto. Io spero che non ci sia una riapertura prima dell’estate e spero che lo Stato mi aiuti ad essere la cittadina responsabile che voglio essere”

 Quali sono stati i tuoi sentimenti al momento dell’ascolto della conferenza stampa del 26 aprile? Cosa in realtà pensavi accadesse?

” Io mi sono sentita presa in giro perché non è una data di riapertura che voglio, ma voglio capire quale è il programma, vorrei avere delle direttive. Noi siamo abituati a lavorare 18 ore al giorno, io sono abituata a svegliarmi la mattina, capire quale è il problema, organizzarmi e cercare di fare il massimo. E invece dopo il discorso di Conte mi sono sentita ancora di più buttata nel buio totale perché no so dove devo andare. Scelgo una direzione, ma il giorno dopo devo già cambiarla perché cambia tutto. Speravo di non avere una totale incertezza del futuro, non solo professionale ma anche privato”

 Le istituzioni locali come stanno aiutando la vostra categoria? C’è possibilità di dialogo con gli amministratori locali?

” Arena ha preso in carico la chiave, Confartigianato ha appoggiato la richiesta, quindi hanno risposto bene. Anche perché diciamocelo, noi lavoriamo per noi stessi ma anche per il Comune, io sono sempre a disposizione, ci sarei rimasta male se la nostra piccola rivolta non fosse stata appoggiata”

 Diverse dichiarazioni dicono che con asporto e delivery non si coprono le spese dei ristoranti. Sei d’accordo?

” Sono assolutamente d’accordo, Il delivery non copre le spese del ristorante, non è renumerativo. Si investono soldi che adesso non abbiamo con il rischio di non averli indietro. E’ chiaro poi che la storia di ogni luogo è diversa: nel mio caso, è stato chiuso il rubinetto delle entrare, ma il mio lavoro va avanti perchè la natura va avanti, i miei conigli mangiano e quindi anche € 100 giornaliere mi fanno la differenza. Mangio, pago le bollette, ma non quelle del mio ristorante”

E la gente? Come vi sta vicino?

” In questi giorni sto pensando molto all’affetto delle persone, mi sento fortunata perché la mia azienda entra nel cuore delle persone, mi commuovono i loro gesti. L’altra sera ero sul divano, avevano acceso per l’ultima volta le insegne e i commenti dei cittadini e di altre realtà come la mia mi hanno commosso perchè in Italia la gastronomia è una cosa importante, non siamo semplicemente “un posto dove andare a mangiare”, è sintomo di convivialità, fa parte della nostra formazione”

 Parliamo di progetti belli, parliamo di “Fucina Creativa”. Raccontaci come è nato questo progetto?

“Io sono felicissima di essermi sposata artisticamente con Simone Gamberi. Un giorno una nostra amica, Roberta Sperduri è venuta qui a prendere un aperitivo e ci siamo ubriacati e insieme ad altri amici, abbiamo fatto sentire a Simone un jingle che avevamo nella testa. Uscendo Simone mi guarda negli occhi e mi dice – non mi farai dormire neanche questa notte-. Io tra me e me ho pensato quanto fosse strana questa persona e invece la mattina dopo alle 7, mi sono svegliata con una traccia audio. Simone aveva scritto tutta una canzone proprio con quel jingle che stavamo cantando la sera prima. L’aveva intitolata “Regina di Ararat”. La cosa incredibile era il testo di questa canzone, Simone in due secondi aveva capito come sono. Da quel giorno non siamo riusciti a separarci. Simone ha un grande cuore, è un grande sognatore e questo ci unisce più di qualsiasi altra cosa. Da questa unione, insieme ad altre persone che gravitano intorno ai Giardini di Ararat, abbiamo iniziato a mettere in piedi delle attività artistiche un po’ più serie, cercando di allargare il giro non soltanto sul territorio, ma anche ricercando persone che la pensassero come noi a livello nazionale. Abbiamo fatto così tutta la stagione teatrale del Teatro dei Castagni nel castagneto dove celebriamo anche le cerimonie civili, abbiamo reso i Giardini di Ararat un regno vero e proprio. I contatti e le collaborazioni che dovevano essere protagoniste questa estate, sono diventante idee nuove come quella della Mascherina Artistica”

Mascherine fatte con fiori e piante, idea fantastica. Tua l’idea? Quasi quasi faccio la sfacciata e te ne chiedo una in regalo…..

” Si l’idea è mia e la rivendico con orgoglio! Siamo uno dei punti scuola in Italia per la Scuola Internazionale di Floral Design per cui almeno 5 volte l’anno, ospito qui persone che vengono da tutta Italia e da tutto il mondo e ho l’opportunità di stare con loro, guardare la tecnica che usano sui fiori che fanno parte della mia vita da sempre, mia madre è esperta di giardini all’inglese per cui io ho sempre pranzato con dei fiori freschi a tavola anche quando non avevamo le possibilità erano ristrette. Vedo fare delle cose meravigliose, guardo i fiori con un occhio diverso. E’ stato semplice unire la decorazione floreale alla mascherina. La mia attitudine pratica è pari a zero quindi con l’aiuto di Alessia Taurchini, diplomata a Basilea alla Scuola Internazionale di Floral Design, abbiamo costruito questa linea di mascherine artistiche: la Floreale è nata per San Pellegrino in Fiore per un’edizione che purtroppo non c’è, ma nata per festeggiare comunque la tradizione”

 Questa rubrica si chiama Fiocco Rosa, può lasciarci tre parole simbolo che le vengono in mente se si parla di una donna?

“Bellezza, famiglia e libertà”

 

 

 

Foto Fisioterapy Center

Jooble La Fune