Caso San Pellegrino, il quartiere storico su cui Palazzo dei Priori non ha mai investito davvero

Caso San Pellegrino, il quartiere storico su cui Palazzo dei Priori non ha mai investito davvero

Homepage - VITERBO - Ci si riempiono la bocca in tanti raccontandolo come "il quartiere medievale più grande e meglio conservato d'Europa" ma da Palazzo dei Priori non è mai arrivato un segnale vero di attenzione e valorizzazione. 

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VITERBO – Ci si riempiono la bocca in tanti raccontandolo come “il quartiere medievale più grande e meglio conservato d’Europa” ma da Palazzo dei Priori non è mai arrivato un segnale vero di attenzione e valorizzazione. 

Sono passati sugli scranni del Comune diversi assessori al centro storico, diversi sindaci, diverse maggioranze ma mai nessuno ha stanziato fondi veri per dare un verso a San Pellegrino. Nemmeno l’attuale amministrazione, guidata da Chiara Frontini, sta dimostrando una diversa sensibilità. E questo lo riteniamo grave. 

Il cuore della zona monumentale del centro storico sembra non interessare dalle parti di via Ascenzi. Come se nessuno avesse mai compreso davvero il valore e il suo ruolo di simbolo necessario della città turistica. Anche sulla comunicazione, debole e bislacca, il quartiere medievale è quasi sempre dimenticato, preferendogli palazzo papale. 

Se negli ultimi anni qualcosa è migliorato è solo grazie all’attività dei privati: da chi ha aperto negozi artigiani, spazi per l’esposizione di arte, ristoranti e locali. Tutti imprenditori che, diciamolo francamente, sono stati sempre lasciati soli. 

Eppure ogni anno la città turistica “frutta” alle casse del Comune denari sonanti. Nel 2023, anno di crescita rispetto al passato delle presenze che rimangono almeno una notte, parliamo di circa 500mila euro. Cifra che permetterebbe, se destinata a San Pellegrino, di organizzare lavori di manutenzione e riqualificazione milionari attraverso l’accensione di un mutuo dedicato al quartiere. Ma passano i bilanci e di questa idea, possiamo chiamarla anche visione, non c’è traccia. Anche nell’ultimo non si muove un dito per questo angolo preziosissimo di città.

San Pellegrino ha bisogno di un piano straordinario di pulizia, diverso da quello del resto della città. Necessita di un piano dell’ornato che venga fatto rispettare, con la rimozione di tutti i fili, i discendenti in plastica o pornografie simili. Ha bisogno di un piano di alienazione da parte del Comune delle proprietà abbandonate e fatiscenti o di solleciti ai proprietari affinché provvedano a sistemare il degrado dei propri edifici. 

C’è bisogno di sistemare in maniera decorosa la pavimentazione, che oggi presenta lastroni disconnessi, rotti o comunque da sistemare. Servono telecamere e capacità sanzionatorie per scongiurare che angoli di questo attrattore vengano utilizzati come latrine. Occorrono telecamere per stroncare fenomeni di spaccio o comunque comportamenti contrari alla legge. 

Occorre una cartellonistica turistica che renda “leggibile”, “comprensibile” e interessante la visita al quartiere. E non sarebbe male prevedere una presenza fissa di una pattuglia di vigili urbani in servizio a piedi sull’intera area monumentale del centro storico, con base proprio a San Pellegrino. 

Così come sarebbe opportuna un’azione di comunicazione di questo bene, un’incentivazione delle attività con valore di artigianato o similari e misure di incoraggiamento all’apertura anche diurna dei bar presenti. Se si vuole parlare davvero di città turistica insomma occorre fare un lavoro su San Pellegrino. Un lavoro importante, con milioni di euro investiti per compensare i troppi decenni di nulla. 

Foto Fisioterapy Center

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