Rissa di santa Rosa: il maxi buco della prevenzione

Rissa di santa Rosa: il maxi buco della prevenzione

Homepage - Dopo gli scontri dei giorni di santa Rosa la destra torna a parlare di sicurezza, ma scompare la prevenzione sia di breve che di lungo termine. Gli interrogativi sull’efficacia del lavoro svolto da Forze dell’ordine, Prefettura e Comune nella sera del Trasporto

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Sicurezza: tra prevenzione e repressione, si è scelto di aspettare e cercare di reprimere, mettendo a segno un grosso autogol. Dopo gli scontri dei giorni di santa Rosa la destra torna a parlare di sicurezza, ma scompare la prevenzione di breve e lungo termine (sulle prospettive leggi l’editoriale di Roberto Pomi: «il triste errore di prospettiva della politica locale»). Le vicende però impongono degli interrogativi sull’efficacia del lavoro delle Forze dell’ordine nella sera del Trasporto, oltre che di quella del Comune di Viterbo.

Il fumogeno, la rissa, il ragazzo accoltellato, l’aggressione al consigliere Gianluca Grancini sono fenomeni di una violenza incredibile e ingiustificata. Quel che ci domandiamo è come sia potuto accadere tutto ciò senza che le forze dell’ordine si siano accorte di nulla. Eppure nei giorni precedenti al Trasporto si era riunito il comitato di ordine e sicurezza. Di cosa hanno parlato oltre che del cordone di sicurezza intorno alla Macchina e del numero di giornalisti e politici che potevano seguirla passo passo?

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L’organizzazione del concerto in una piazza vicina al percorso della Macchina, in piazza del Gesù a due passi dalla Prefettura, di un gruppo il cui pubblico, almeno una parte, è considerato vicino agli ambienti di estrema destra viterbese è stato posto sotto la dovuta attenzione? La domanda scatta a prescindere da chi siano poi i responsabili della rissa in quella piazza la notte del 3 settembre, che dovranno essere presi e giudicati. Si è pensato che quello potesse essere un punto caldo degno di una attenzione particolare? Ad occhio, diremmo di no, perché se così fosse stato forse la risposta starebbe stata più rapida. Ma come poteva non esserlo?

La destra viterbese, più o meno moderata oggi chiede che si torni a parlare di sicurezza, del progetto Mille occhi sulla città dimenticato dall’amministrazione Michelini che avrebbe messo “in rete tutte le forze di polizia”, come dice il consigliere di Fratelli d’Italia Luigi Buzzi. L’errore allora è di prospettiva, perché non si doveva curare meglio, ma prevenire ad esempio negando il permesso del concerto, negando di fatto l’assembramento in piazza del Gesù oppure controllando da vicino i movimenti intorno a quella piazza che sulla carta si sapeva essere calda.

Vista la gravità della situazione le forze dell’ordine, la Prefettura e il Comune ci dicano se e cosa hanno fatto per prevenire. Perché ad oggi sembra che si siano fatti trovare tutti impreparati: dal Comune alla Prefettura, fino alle forze dell’ordine e la Questura. È inutile girarci intorno.

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