Piergiorgio Medori, dal palco della Leopolda al lavoro nella Tuscia per il futuro di Italia Viva

Piergiorgio Medori, dal palco della Leopolda al lavoro nella Tuscia per il futuro di Italia Viva

Homepage - VITERBO - Dal palco della Leopolda ha preso la carica per attraversare il Viterbese in lungo e largo, parlare con consiglieri comunali, assessori, imprenditori e giovani che hanno voglia di rimboccarsi le maniche. Sta in sostanza picchettando il territorio per le tende renziane. Lo abbiamo incontrato per Sbottonati su Tele Lazio Nord e abbiamo raccolto questa intervista.

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VITERBO – Stare sul palco della Leopolda non è cosa da poco per chi crede in Renzi come futuro politico possibile per l’Italia. Un’emozione che in terra di Tuscia è toccata in sorte solo al giovane Piergiogio Medori. Trentenne, bancario, pieno d’energie e voglia di fare. E’ uno dei rappresentanti più interessanti di una nuova generazione politica che il territorio della Tuscia sta esprimendo. 

Dal palco della Leopolda ha preso la carica per attraversare il Viterbese in lungo e largo, parlare con consiglieri comunali, assessori, imprenditori e giovani che hanno voglia di rimboccarsi le maniche. Sta in sostanza picchettando il territorio per le tende renziane. Lo abbiamo incontrato per Sbottonati su Tele Lazio Nord e abbiamo raccolto questa intervista.

Primo viterbese a salire sul palco della Leopolda, che emozione hai provato?

“Una grande emozione e orgoglio per essere stato il primo viterbese a salire sul palco. Brividi perché sono nato politicamente in quella vecchia stazione e perché parlare davanti a 10mila persone non è facile. Anche se devo dire che il mio cuore ha retto bene”.

Quali sono state le reazioni sul territorio della Tuscia a quel discorso e al video che ha girato tantissimo sui social?

“Tante telefonate, molti incontri, parecchi chilometri percorsi in poco tempo in diversi comuni della Tuscia”.

A chi era rivolto quel discorso?

“C’è stato un riferimento al contesto politico che viviamo oggi. Viviamo un periodo in cui la tecnologia ha rivoluzionato la comunicazione politica e non solo. Dobbiamo ricentrare la politica sulle idee e sul merito. Oggi sui social sembra che tutti cercano di risolvere i problemi ma è tutto astratto e non si risolve un bel niente. Tanti annunci e pochi fatti. Bisogna superare, con serietà e impegno, questa fase”.

Che idea c’è del governo Renzi tra le persone?

“Tutte le persone che come noi hanno sostenuto la parabola ascendente di Matteo sono soddisfatte. Però invito a fare un ragionamento lasciando da parte la pancia e lasciando parlare i numeri. I numeri stanno dalla parte del governo Renzi e del successivo di Gentiloni. Ora noi dobbiamo sui territori parlare alla gente e dati alla mano mostrare i risultati che hanno fatto ripartire l’Italia. Quando è arrivato Renzi il Pil era a -1.9, quando Renzi ha lasciato era a +1.7.

Jobs act, tanti l’hanno criticato ma se guardiamo i numeri ha funzionato. Più un milione posti di lavoro e 500mila di questi a tempo indeterminato. Ora serve sgombrare il campo da simpatie e antipatie e guardare i numeri, che sono inconfutabili”.

C’è una classe dirigente possibile nella Tuscia?

“Ci sono diversi sindaci molto giovani che stanno facendo molto bene, ci sono ragazzi preparati interessati alla politica del territorio. Vedo futuro molto roseo per i 35enni e 40enni che si stanno dedicando alla politica. Basta però con le solite liturgie politiche perché in quel meccanismo bruciamo tutti”.

La tua figura è strettamente legata a Renzi?

“Mi sono avvicinato alla politica per Renzi. La sua prospettiva mi ha fatto entrare nel Partito Democratico, di cui conservo un buon ricordo e in cui mantengo buoni amici”.

Non c’è ancora una struttura di questo nuovo partito, sei una delle figure più rappresentative nel Viterbese. Stai funzionando da aggregante?

“Tra qualche settimana inizierà un ragionamento sulla struttura del partito. Su Viterbo c’è tantissimo interesse. Per la mia strada, di renziano del primo momento, è stato naturale entrare in Italia Viva e sul territorio siamo percepiti come figure di riferimento. In tanti mi hanno chiamato e continuano a farlo, andiamo avanti con determinazione”.

 

 

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