MoRi in assemblea: “Con il Pd un rapporto occasionale: dialoghiamo con tutti e Mazzola si ravveda”

MoRi in assemblea: “Con il Pd un rapporto occasionale: dialoghiamo con tutti e Mazzola si ravveda”

Homepage - Il puzzle ricomposto delle dichiarazioni: “Siamo la prima forza della provincia e con il Pd abbiamo un rapporto occasionale: speriamo che Mazzola si ravveda. Possiamo allearci con chiunque, ma ci vuole dignità”.

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Un monito al Pd, uno a Mazzola e una apertura al centrodestra: ecco l’incontro dei Moderati e Riformisti. “Siamo la prima forza della provincia e con il Pd abbiamo un rapporto occasionale: speriamo che Mazzola si ravveda. Possiamo allearci con chiunque, ma ci vuole dignità”. Il puzzle delle dichiarazioni rilasciate durante l’assemblea dei MoRi potrebbe essere ricomposto dunque così con un messaggio netto al Partito Democratico: “esistiamo, fatevene una ragione”.

I Mori fanno la voce grossa, lanciano un monito al Pd e al presidente della provincia Mauro Mazzola, in realtà quasi mai citato direttamente, e parlano dei 21 comuni che andranno al voto nella Tuscia in primavera. L’appuntamento, ufficialmente, serve per rassicurare coloro che dai comuni della provincia di Viterbo hanno scelto di aderire a Moderati e Riformisti e che non sanno come comportarsi, a causa dell’embrionalità del movimento appena nato, in vista proprio dell’appuntamento elettorale.

L’appuntamento però, sostanzialmente, serve per strigliare il Partito Democratico e di fatto per mostrare i muscoli al Partito Democratico “che non ha ancora risposto alla nostra richiesta di un incontro in vista delle elezioni”, stigmatizza il sindaco di Bassano in Teverina Alessandro Romoli, lì nelle vesti di moderatore.

Prima però il modello “che ci ha permesso di vincere nel Capoluogo dopo 20 anni di centrodestra – ha spiegato Giacomo Barelli – e che poi è stato replicato anche a livello nazionale: la prova che è un modello che funziona ed è esportabile anche con altri tipi di alleanze”. Un modello che a Viterbo però scricchiola, ma nel ragionamento questo passaggio si perde.

Il tema del Capoluogo è sempre dietro l’angolo, anche se trattato con apparente distacco, e si lega mani e piedi (non esplicitamente ma tra le righe) alle vicende della Provincia, guidata da una alleanza Pd+MoRi. A far capire che le due esperienze possano essere legate sono Livio Treta e Maurizio Tofani, consiglieri sia in Comune che in Provincia: “In provincia siamo sopportati – dice il primo – ma voglio ricordare che senza il nostro 22% il presidente non sarebbe lì”. Ancora più duro Tofani: “Se pensano di essere autosufficienti e far a meno di noi – dice – fanno un errore clamoroso. Spero che Mazzola se ne renda conto presto”. La spiegazione più efficace dell’alleanza con i democratici però la fornisce Giancarlo Capitani: “Con il Pd abbiamo un rapporto occasionale. Un partito che a Viterbo non è autosufficiente, così come a Tarquinia dove siamo stati determinanti per l’Università Agraria”.

L’obiettivo è raggiunto e sottolineato da un commento dal pubblico di Marco Ciorba, presidente del Consiglio comunale di Viterbo: “Siamo la prima forza della provincia” e insomma fatevene una ragione: “Infastidiamo – aggiunge Treta – perché hanno paura del nostro peso”. Ecco dunque che i muscoli sono stati mostrati e le potenziali conseguenze di una crisi nel Capoluogo anche, ma sempre tra le righe, certamente.

Di fatto l’incontro, al quale la stampa è stata invitata non a caso, è servito ai MoRi per mandare questi messaggi. Il primo tra tutti al Partito Democratico in vista delle amministrative. “In ogni realtà potremmo fare una alleanza diversa – dice chiaramente l’ex Sinistra Ecologia e Libertà, ora Moderato e Riformista, Paolo Moricoli – abbiamo l’aspirazione di essere noi a essere ricercati. Vogliamo vedere chi sta con noi e non viceversa”. “Sono disposto – conclude Maurizio Tofani – a fare un’alleanza se c’è il rispetto dell’altro, se no no”. Un alleanza che però può essere con chiunque, ma bisogna aspettare perché sia a destra che a sinistra i partiti non sanno ancora che fare. Il secondo messaggio invece è per il presidente della provincia Mauro Mazzola, che potrebbe risentire della crisi nel Comune di Viterbo perché i MoRi “sono stati determinanti per la sua elezione”, viene ripetuto spesso.

C’è tempo anche per una supercazzola che gira in sala tra qualche ghigno: ovvero il rinvio dell’assemblea provinciale del Partito Democratico, uno degli appuntamenti più attesi per la risoluzione o la definitiva consacrazione della crisi in Comune.  L’incontro è servito poi per presentare il coordinamento provinciale nominato in emergenza viste le elezioni a breve termine. Ne fanno parte: Francesco Biancucci, Giancarlo Capitani, Alessandro Romoli, Filippo Rossi e Luigi Tizi. Grande assente, con una piccola polemica da parte di un aderente, il sindaco di Viterbo nonché presidente dell’associazione Moderati e Riformisti Leonardo Michelini.

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