Monastero di S. Rosa, arrivate le alcantarine. Finiscono qui 700 anni di storia delle clarisse

Monastero di S. Rosa, arrivate le alcantarine. Finiscono qui 700 anni di storia delle clarisse

Homepage - Inizia il cambio della guardia al monastero di Santa Rosa fra Clarisse e Alcantarine, dopo secoli di veglia sul corpo della patrona di Viterbo. A nulla sono servite le iniziative proposte in questi giorni da tantissimi.

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Inizia il cambio della guardia alla monastero di Santa Rosa dove, dopo tanto parlare, le monache Alcantarine prenderanno il posto delle Clarisse, che da secoli vegliano sul corpo della patrona di Viterbo. Le prime due suore dell’ordine francescano sono arrivate questa mattina del monastero per espletare alcune formalità del passaggio, mentre per domani è previsto il trasferimento delle tre Clarisse presenti a Viterbo.

Cambio deciso dai piani alti del Vaticano, anche se a Viterbo non sono mancati i tentativi diplomatici per evitare che l’ordine delle Clarisse lasciasse il monastero, dove risiedono dal tredicesimo secolo. Tante le soluzioni suggerite dalla politica e dalla società civile viterbese, che sembrano però non essere andate a buon fine, mentre in questi giorni si consuma l’atto finale di questa vicenda.

“Ormai da diverso tempo la comunità monastica del monastero di Santa Rosa ha subito una drastica riduzione numerica per una crisi di vocazioni che, nella nostra Diocesi, in questi ultimi anni ha purtroppo portato alla chiusura di altre due comunità di Clarisse, a Vitorchiano e a Tuscania, nonché di diverse altre comunità religiose maschili e femminili”. Sono le parole della curia vescovile di Viterbo, piuttosto dispiaciuta per come sono andate le cose nel monastero di Santa Rosa, ma anche per l’evidente minor numero di ‘chiamate’ che il popolo di fedeli sente.

Secondo la curia, inoltre, per le tre monache Clarisse rimaste a Viterbo, anche a causa dell’avanzare dell’età, la gestione del monastero è piuttosto gravosa. Si è anche cercato nel tempo di portare altre suore dello stesso ordine nella Città dei Papi, ma ogni tentativo è stato vano, visto l’esiguo numero rimasto di Clarisse, ordine monastico di clausura.

“La chiesa di Viterbo – dicono dalla Curia – è grata alle monache Clarisse, che da più di sette secoli sono state presenza discreta e preziosa nella nostra città, punto di riferimento per tante persone, custodi appassionate della nostra Santa Rosa. Peccato, però, che nessuna giovane viterbese, ormai da decenni, abbia sentito il desiderio di seguire il loro esempio! A volte ci si accorge della preziosità di una presenza quando questa viene a mancare. Ma come mai la nostra città, il territorio, le nostre comunità parrocchiali non sono state in grado finora di suscitare vocazioni alla vita monastica? Questo deve far riflettere, tutti!”.

Intanto le Clarisse si preparano al trasferimento con un ultimo atto solenne: la consegna ai Facchini di Santa Rosa e ad altri del sigillo commemorativo realizzato dal Comune, Fondazione Carivit e Banca di Viterbo con il logo e il sigillo del monastero, a memoria dell’opera secolare dell’ordine monastico a Viterbo.

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