La partita di Chiara Frontini dentro l’era Arena

La partita di Chiara Frontini dentro l’era Arena

Homepage - Sindaco mancato per 530 voti, ferma a un capello dal mettere nel sacco Giovanni Arena e tre quarti di classe dirigente tradizionale viterbese. Chiara Frontini e quello che riuscirà a fare in questa consiliatura è forse uno dei temi più interessanti della politica viterbese attuale.

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Sindaco mancato per 530 voti, ferma a un capello dal mettere nel sacco Giovanni Arena e tre quarti di classe dirigente tradizionale viterbese. Chiara Frontini e quello che riuscirà a fare in questa consiliatura è forse uno dei temi più interessanti della politica viterbese attuale.

Ieri l’esordio, il sedersi alla sinistra della presidenza del Consiglio. Insieme agli altri pezzi dell’opposizione, le minoranze. Una galassia composita di mondi e visioni della città. Subito una “grana” piantata: il caso Muroni. Remake del caso Moltoni dell’era Michelini. Lei, manuale del consiglio alla mano, ha in qualche modo guidato il balletto della minoranza sul problema annunciato. Questione destinata a risolversi in tempi rapidi, ma antipasto di una volontà di andare dritta e non risparmiarne una ad Arena & Co.

Frontini gioca all’interno dell’amministrazione Arena una partita fondamentale. Dovrà lavorare e mantenere vivo il fuoco che è riuscita ad accendere col voto del 10 giugno e seguente ballottaggio, soprattutto nei quindici giorni che hanno separato il secondo dal primo evento. Scontato vederla, alla fine di questo governo cittadini di centrodestra, di nuovo candidata a sindaco. Riuscirà a costruire un allargamento del consenso, a coltivarlo, ad accreditarsi come leader credibile e forte o finirà per perdere terreno, farsi annacquare dalle vicende politiche, di consiglio e dal tempo che passa e passerà?

Sarà questa una delle domande più gustose di questi anni dell’era Arena.

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